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Telekom Serbia: Marini tornerà presto in Italia

Italia



Igor Marini, il superteste dell¿affaire Telekom Serbia, arrestato dalla polizia elvetica l”8 maggio scorso, potrebbe tornare in Italia gi&#224 nei primi giorni d”agosto. Secondo alcune indiscrezioni trapelate dagli ambienti giudiziari torinesi e confermate dal difensore di Marini, il pubblico ministero federale elvetico, Sergio Mastroianni, avrebbe accolto la richiesta di estradizione presentata i primi di luglio dalla Procura di Torino che aveva ottenuto, nelle scorse settimane, un ordine di custodia cautelare nei confronti del consulente e di altre persone (tra cui l”ex socio del consulente, l”avvocato Fabrizio Paoletti) con l”accusa di associazione a delinquere finalizzata a truffe internazionali.

Anche il procedimento svizzero che ipotizza il reato di riciclaggio, in base alle dichiarazioni rese dallo stesso Marini, diventerebbe, quindi,di competenza della magistratura torinese che per due anni ha indagato sulle presunte tangenti legate alla compravendita dell”operatore serbo, per essere poi costretta, il 21 maggio, ad archiviare il fascicolo per decorrenza dei termini.

Il legale di Marini, Stefano Camponovo, ha preannunciato ricorso al Tribunale del riesame non appena al suo assistito, tornato in Italia, verr&#224 notificata l”ordinanza di custodia cautelare di Torino.

Marini era stato trattenuto dai magistrati di Lugano – con l¿accusa di riciclaggio di denaro in territorio svizzero – al termine di un viaggio con la delegazione incaricata dalla commissione bicamerale d¿inchiesta di far luce sulle presunte tangenti a uomini politici nell”ambito dell”operazione che port&#242 all”acquisizione di una quota della compagnia telefonica serba da parte di Telecom Italia.

Marini aveva affermato davanti alla commissione bicamerale che tre uomini politici italiani, Romano Prodi, Piero Fassino e Lamberto Dini (a cui si era riferito usando i soprannomi ¿Mortadella¿, ¿Ranocchio¿ e ¿Cicogna¿) avevano intascato tangenti relative all¿acquisizione del 29% del capitale dell¿operatore serbo Telekom Serbia da parte di Telecom Italia nel 1997, quando l¿azienda era ancora di propriet&#224 dello Stato italiano.

Davanti alla commissione bicamerale Marini aveva giurato di aver egli stesso trasferito il denaro attraverso paradisi fiscali nei conti di persone molto vicine ai tre uomini politici, compresa Donatella Dini, moglie dell¿ex ministro degli Esteri.

Le prove delle affermazioni del superteste sarebbero contenute in 40 scatoloni custoditi all¿Ufficio fallimenti del Canton Ticino a Lugano. Dentro gli scatoloni, tutti gli atti rimasti in sospeso del notaio ticinese Gianluca Boscaro, morto nell¿agosto dell¿anno scorso in un incidente.

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