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Vivendi Universal avrebbe respinto l”offerta da 11,5 miliardi di dollari di Metro Goldwyn Mayer (MGM) per l¿asset americano dell¿Entertainment. A riferirlo sarebbero state alcune fonti attendibili vicine al dossier.
La decisione del Gruppo francese di media, arriva 24 ore dopo l¿offerta della MGM di aumentare la sua offerta di 300 milioni di dollari in cambio di un accesso più ampio ai libri contabili e di informazioni più dettagliate sui contratti televisivi e cinematografici di Vivendi Universal Entertainement (VUE).
La MGM aveva anche indicato che avrebbe atteso il complemento di informazioni fino al 21 luglio e che in caso di mancato accesso ai libri contabili, avrebbe ritirato l”offerta.
Intanto il board di Vivendi ha fatto sapere che deciderà nel mese di settembre quale offerta accettare per cedere l¿asset americano.
Secondo quanto riporta il New York Post, il miliardario Barry Diller e il presidente di Viacom Sumner Redstone starebbero discutendo la possibilità di fare un”offerta comune per l¿Entertainment di Vivendi, che comprende alcune reti via cavo, gli studi cinematografici, parchi di divertimenti e la divisione musica.
Diller non ha più incarichi in Vivendi ma – avendo ceduto al colosso francese la sua Usa Networks – possiede tuttora una partecipazione azionaria nelle attività di Entertainment Usa del Gruppo e per questo non può partecipare direttamente alla gara per questi asset. Viacom si è rifiutata di commentare questa indiscrezione.
Gli altri Gruppi interessati a VUE, stimata tra i 10 e i 12 miliardi di dollari, vi sono Liberty Media, NBC e la cordata guidata da Edgar Bronfman jr
Intanto arriva la notizia che l”inchiesta della Cob sulla comunicazione finanziaria di Vivendi Universal sarà ¿probabilmente¿ trasmessa alla giustizia. Lo ha dichiarato il direttore generale dell¿Autorità di Borsa francese, Gerard Rameix, precisando che l”inchiesta , ¿dopo un anno di lavori, é quasi conclusa”.
La Cob sta indagando sulla comunicazione finanziaria dell”ultimo periodo (2001-2002) in cui era presidente Jean-Marie Messier, rimosso dal suo incarico alla fine di giugno 2002 dopo aver portato la major della comunicazione vicina al fallimento.
Un”inchiesta giudiziaria per “pubblicazione di bilanci falsi” è già in corso dall”anno scorso.