Italia
All¿indomani della presentazione del rapporto annuale dell¿Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, si analizzano le cifre e si tenta un bilancio della situazione italiana nel settore Ict. Dai dati contenuti nel rapporto si evince che il mercato dei servizi di telefonia fissa e mobile (Internet compreso) nel 2002 in Italia ha raggiunto il valore di 31,2 miliardi di euro (+3,3% rispetto al 2001). Per l”anno in corso si prevede una crescita del settore dell”1,8% a 31,8 miliardi e per il 2004 un ulteriore progresso del 4,6% a 33,2 miliardi. La ripresa dovrebbe essere quindi vicina.
Dall”esame dell”andamento generale del mercato nel 2002 emergono comunque significative differenze nei singoli segmenti di mercato. I servizi di rete mobile, ad esempio, sono cresciuti del 4,6% (da 13,9 mln di euro a 14,5 mln), grazie agli Sms; quelli di rete fissa, per contro, sono cresciuti solo dello 0,2% (da 16,4 mln di euro a 16,7 mln), come risultato di una leggera flessione della componente fonia (-0,1%) e di una crescita della trasmissione dati (+2,4%); l”area Internet, infine, ha registrato un sostanzioso progresso del 29,3%.
Il rallentamento della crescita del settore è dovuto, secondo l”Autorità, all”inasprimento della pressione sui prezzi, alla minore crescita nel numero delle nuove linee d”utente e alle dimensioni dei costi operativi e degli investimenti necessari nel mercato della terza generazione cellulare. Esso ha portato a una contrazione degli investimenti pari al 6% nel 2002 e a un processo di consolidamento del numero di gestori. Nella rete fissa la contrazione è stata minima (-1,3%, da 4.357 mln di euro a 4.299 mln), mentre in quella mobile si è fatta sentire con un -11,7% (da 3.716 mln di euro a 3.280 mln). Complessivamente, gli investimenti in immobilizzazioni nel 2002 sono stati 7.579 mln di euro, -6,1% rispetto al 2001.
E veniamo ai commenti più significativi. Il presidente dell”Antitrust, Giuseppe Tesauro, si è detto d”accordo con Cheli in merito al grado raggiunto dalla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni.
Caustico Marco Tronchetti Provera, presidente di Telecom Italia, sui rilievi mossi dall¿Authority al predominio dell¿ex monopolista: ¿Non possiamo distruggere le reti per non essere dominanti¿, ha commentato. ¿L”importante – ha aggiunto Tronchetti ¿ è che le regole per l”accesso permettano la concorrenza, e questo è quello che con i dati l”Autorità ha dimostrato¿.
Per il presidente di Telecom Italia, la liberalizzazione c¿è stata. ¿Quello che mi pare consistente e reale – ha sottolineato – è che il mercato sia liberalizzato. Le regole permettono il collegamento anche alla rete di Telecom a tariffe che sono le più basse in Europa¿.
Sul presunto predominio di Telecom Italia, Tronchetti ha aggiunto: ¿siamo il Paese che ha maggiore presenza di operatori terzi nella rete stessa con quote di mercato elevate. Aggiungo che se poi guardiamo il mondo delle tlc in generale la quota di Telecom si abbatte ancora di più se si tiene conto del traffico che viene assorbito dalla telefonia mobile¿.
Di diverso parere Wind, principale antagonista di Telecom Italia nella telefonia fissa. ¿E¿ inconcepibile che l”operatore ex monopolista continui a mantenere una quota elevatissima (85% o più, secondo stime di banche d”affari, la più alta nel contesto europeo) e addirittura in crescita, anche come fatturato e clienti¿, rileva l¿operatore controllato dall¿Enel.
Nei giorni scorsi, Wind aveva inviato una lettera allo stesso Cheli chiedendo nuove regole per la concorrenza pena l”abbandono del mercato della telefonia fissa. ¿Tutto ciò si muove in senso contrario al processo di liberalizzazione¿, fanno osservare da Wind, ¿è un settore che sta lentamente tornando indietro, verso un processo di rimonopolizzazione¿.
Secondo Wind, Telecom Italia ha riacquisito in un anno 1,2 milioni di clienti che erano passati ad altri operatori, aumentando così la sua quota di traffico. ¿La stragrande maggioranza degli operatori che avevano avuto le licenze sono già usciti dal mercato o versano in gravi difficoltà¿, denuncia Wind, ¿nessuno degli operatori alternativi presenti sul mercato, anche delle dimensioni di Wind, ha raggiunto la soglia di profittabilità necessaria per sostenere lo sviluppo degli investimenti¿.
Concorde con quello dell¿Authority il giudizio sul mercato dell¿accesso.¿Si tratta di un mercato in monopolio: purtroppo, la mancanza di decisioni sul tema del cosiddetto unbundling del local loop, non rende verosimile un cambiamento di tale situazione¿. Inoltre, secondo Wind ¿aver consentito l”inserimento nel canone di accesso (in monopolio) di una quota di minuti di traffico (in competizione), si muove secondo una logica opposta al processo di liberalizzazione¿.
Relazione annuale dell”Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sull”attività svolta e sui programmi di lavoro
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