Europa
Un giudice francese del Tribunal de Grande Instance di Nanterre ha condannato il Gruppo discografico EMI/Virgin ad apporre con caratteri ben visibili sul retro della copertina dell”ultimo CD “Best of” di Liane Foly la dicitura “Attenzione, questo CD non può essere letto su tutti i lettori o autoradio”.
Il giudizio arriva dopo la denuncia depositata nel mese di maggio da un¿associazione per la tutela dei consumatori, la CLCV (Consommation, logement et cadre de vie).
L¿accusa che muoveva l¿associazione in questione, era che la nota major britannica non aveva informato chiaramente i consumatori circa i problemi di lettura generati dal sistema anticopia, utilizzato sull”album dell”artista francese e su numerosi altri dischi.
Su segnalazione di molti consumatori, l”associazione ha potuto appurare che questo sistema non permette la lettura del CD su molte autoradio, walkman, lettori DVD e computer.
Il tribunale francese ha dato ragione alla CLCV e condannato EMI per “inganno sull”attitudine all”impiego” del prodotto commercializzato, imponendole di apporre immediatamente sulla copertina di tutti i CD che impiegano questo dispositivo di sicurezza, un messaggio informativo circa tale restrizione d”uso.
La EMI dovrà conformarsi alla decisione entro un mese e presentare l¿eventuale ricorso in appello entro 10 giorni.
Intanto le società che si occupano di file-sharing su Internet stanno facendo fronte comune in Europa per difendere i propri interessi dalle major discografiche e dai media che vorrebbero estrometterle dal mercato.
Il settore del file-sharing ha deciso di difendere il diritto a distribuire il software che consente agli utenti di scambiarsi file attraverso la Rete.
Ma le major, dalla loro, e anche le società di informatica sostengono che questa tecnologia è una minaccia ai propri affari, perché consente agli utenti di passarsi gratuitamente materiale protetto dal diritto d”autore come videogiochi, musical, film.
Le società di file-sharing sono però decise a portare avanti la loro battaglia, per far sì che il Congresso Usa e l”Unione europea ascoltino gli utenti che usano i loro servizi.
L”industria discografica è sul collo degli eredi di Napster e di altri siti che propongono il peer-to-peer, accusandoli di alimentare la pirateria Internet e di provocare in questo modo la riduzione nelle vendite dei CD.
La scorsa settimana la RIAA, l”associazione dei discografici americani, ha detto che intende perseguire in tribunale direttamente coloro che scambiano file via Web nel tentativo di bloccare il flusso giornaliero e illegale di milioni di file musicali.