Italia
Si fa sempre più dura la battaglia tra il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri e l¿opposizione, sul Ddl di riforma del sistema radioTv.
Ieri a margine del convegno organizzato dall¿Associazione stampa romana, che ha visto impegnati in un faccia a faccia Gasparri e il presidente della Commissione di Vigilanza Claudio Petruccioli, il ministro si è difeso: “Io sono favorevole alle asimmetrie, sia per chi ha il controllo di più del 40% del mercato delle comunicazioni e che quindi potrà avere solo il 10% della raccolta pubblicitaria, sia che non sia consentito di entrare immediatamente nel mercato Tv a chi detiene giornali”.
Il Ddl Gasparri è stato approvato ad inizio aprile dalla Camera ed è in questi giorni in discussione presso la commissione Comunicazioni del Senato.
Sui giornali è stato scritto che il presidente della Repubblica avrebbe chiesto profonde modifiche al testo che stabilisce il tetto di reti che ogni singolo soggetto può detenere.
Gasparri è entrato anche nel merito delle critiche sulla norma del Ddl che prevede la nomina del presidente e di un componente del Cda Rai da parte del ministero dell”Economia, affermando che ¿¿il Tesoro propone il presidente, che però, per essere in carica, ha bisogno dei voti dei due terzi dei componenti la Commissione di Vigilanza. Dunque – ha aggiunto ¿ è soltanto un fatto tecnico¿.
Claudio Petruccioli, intervenendo al convegno dell”Ucsi ha ricordato che: ””Un legislatore serio, se prende una decisione deve prevederne anche le conseguenze. Se si vuole che un soggetto non possa avere più di due reti analogiche occorre stabilirlo prima, perché chi ha firmato dei contratti pubblicitari con Rete 4 per il 2004 può avere dei problemi¿, aggiungendo che ¿Rete 4 va già sul satellite¿.
Il Ddl Gasparri ¿¿è una legge che porta il paese verso il digitale e apre il settore ad altre presenze. Proseguiamo quel lavoro guardando al pluralismo, non alla tutela di una sola rete, ma alla moltiplicazione delle reti¿.
Risponde così il ministro alle accuse di voler difendere con il Ddl che porta il suo nome il futuro di Rete 4.
Gasparri spiega inoltre ai cronisti: ¿Con il digitale terrestre i canali diventeranno più di cento, quindi non ha alcun senso sacrificare presenze, togliere la pubblicità alla Rai o sopprimere una rete. Si va verso l”ampliamento dell” offerta ed è logico far proseguire chi opera e far entrare chi vorrà farlo¿.
Quanto ai rilievi, o presunti tali, del presidente della Repubblica Ciampi sul Ddl, il ministro Gasparri sottolinea a chi gli formula così la domanda che sono ””presunti tali””. E aggiunge: ¿Stiamo discutendo in commissione e abbiamo pochi minuti fa finito di votare l art.14, la discussione poi proseguirà in aula¿. Quanto invece ai rilievi dell”opposizione, per Gasparri si tratta ¿di un atteggiamento normale¿.
Gasparri prosegue, dicendo che: ¿Ci sono posizioni diverse anche all”interno dell”opposizione. Mi meraviglio però che non si colga la continuità della data per il passaggio al digitale terrestre che fu proprio il governo di centrosinistra a stabilire. Comunque il dibattito acceso è nel solco della tradizione di un tema molto sentito¿.
Poi, in merito all”emendamento al Ddl presentato da Petruccioli, il ministro dice: ””La sentenza della Corte costituzionale sostiene che non ci devono essere regimi transitori. Quell” emendamento è ispirato da saggezza, ma potrebbe presentare criticità da questo punto di vista. Comunque ne apprezzo lo spirito, ma, nella sostanza, potrebbe però determinare una situazione di transizione¿.
Gasparri ha aggiunto che ¿dato che una delle conseguenze dell”approvazione del Ddl presentato dal governo sarà l”allargamento dell”offerta delle reti televisive, dunque, non ha senso togliere la pubblicità alla Rai o chiudere una rete (Rete 4, ndr)¿. Il ministro ha infine confermato che, come deciso dal Parlamento, il disegno di legge Gasparri sarà esaminato dall”Assemblea di Palazzo Madama a partire dal 3 luglio prossimo.
Dalla sua, Petruccioli ha detto ai cronisti: ¿Il mio emendamento non vuole essere una mediazione, ma una vera e propria proposta di riforma per portare il sistema radiotelevisivo italiano da un duopolio statico e scadente nei contenuti a tre soggetti con limiti antitrust chiari e un servizio pubblico che recupera la missione che ha smarrito¿.