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La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che è del tutto legittimo l¿obbligo imposto con una legge del Congresso alle biblioteche che ricevono fondi federali, di istallare dei filtri antiporno per Internet, in quanto non comporta una violazione dei principi sanciti dalla Costituzione.
Con sei voti a favore su nove, i giudici della Corte ¿ presieduta da William Rehnquist – hanno respinto il ricorso di un tribunale d¿appello, rigettando l¿argomentazione secondo la quale questa legge sarebbe incostituzionale, perché violerebbe la libertà d¿espressione dei siti legittimi, impedendo la libera navigazione sul Web.
Il Congresso aveva approvato tre leggi che tutelavano i minori dalla pornografia in Rete.
La Corte Suprema aveva respinto le prime due perché ¿ritenute limitazioni inaccettabili ai diritti previsti dal Primo emendamento alla Costituzione¿, che sancisce il diritto alla libertà di espressione.
In questo caso, però, ha deciso diversamente. La legge che riguarda le biblioteche è costituzionale, anche se i filtri determineranno certamente il blocco dell”accesso anche a siti Internet del tutto legittimi. E inevitabilmente la libera navigazione in Rete subirà delle restrizioni.
La Corte Suprema si è trovata a dover mediare tra i sostenitori della libertà d¿espressione senza alcun limite, e quelli che cercano di proteggere i minori dal dilagare della pornografia sul Web.
Nella decisione della Corte è stato determinante il fatto che, questi programmi filtro possano essere disattivati nel caso un utente delle biblioteche pubbliche lo chieda espressamente.
La legge in questione, come ha previsto la Corte Suprema, impone alle biblioteche, anche a quelle scolastiche, che ricevono fondi federali l¿obbligo di dotarsi di filtri antiporno.
La decisone della Corte è stata aspramente criticata in particolare dall¿associazione ¿Electronic Frontier Foundation¿, che si è opposta a qualunque tipo di restrizione alla navigabilità Internet nelle biblioteche.
Will Doherty, un portavoce dell¿associazione, ha dichiarato ¿La tragedia è che ai milioni di utenti delle biblioteche vanno ad aggiungersi milioni di studenti, e la maggior parte di questi non sono minori e sarebbero sicuramente infastiditi di trovare barriere in Internet che gli impediscono di accedere a una formazione adeguata¿, perché i programmi filtro bloccano l”accesso a troppo materiale che non ha niente a che fare con la pornografia.