Gli hacker europei si sono incontrati all¿Hackmeeting di Torino

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Si &#232 chiusa la sesta edizione dell”Hackmeeting, che si &#232 tenuto al centro sociale ””El Barrio”” di Torino.

Alla tre giorni hanno partecipato pirati informatici provenienti da ogni parte d¿Italia, ma anche dalla Spagna, Francia, Croazia e Germania.

Si &#232 discusso di software libero, di battaglie contro i diritti d”autore e di copyright, discussioni sulle economie della Rete e sul lavoro in Internet.

Durante i tre giorni (20-21-22 giugno 2003) si &#232 andati avanti con seminari (a cui si potuto accedere anche in streaming su Radio CyberNet) e dibattiti sull¿informatica e le varie espressioni della controcultura digitale, con corsi di base sul personal computer e di programmazione Gnu-Linux.

Il meeting &#232 stato totalmente auto-gestito e auto-finanziato. ¿Senza sponsor n&#233 etichette¿. L”intera organizzazione tecnico logistica viene portata avanti durante l”anno da un collettivo virtuale che si ritrova nella mailing list hackmeeting@kyuzz.org.

Nel manifesto dell”evento che si &#232 appena concluso hanno scritto: ””Esprimiamo una visione dell” hacking come attitudine, non esclusivamente informatica. Il nostro essere hacker si mostra nella quotidianit&#224, anche quando non usiamo il computer, quando ci battiamo per far cambiare quanto non ci piace, come l”informazione falsa e preconfezionata, come l”utilizzo delle tecnologie per offendere la dignit&#224 e la libert&#224, come la mercificazione e le restrizioni imposte alla condivisione delle conoscenze e dei saperi¿.

Sulla concezione degli hacker come coloro che diffondono virus in rete e attaccano i sistemi di privati e aziende, uno degli organizzatori, uno studente torinese, in sigla WS, risponde: ””La cultura di un hacker &#232 nello studiare i sistemi, scoprendone i problemi e i modi per bloccarli. Noi non vogliamo farne uso per distruggere, non rientra in questa cultura. Diverse sono le forme di protesta, come quando si va tutti su un sito per intasarlo: &#232 come una manifestazione pubblica¿.

Il cuore del meeting si &#232 svolto nel “lan space”, spazio dove ognuno ha portato il proprio computer, per collegarsi in Rete. Non era una rete pubblica, nel senso che non era possibile accedervi esternamente da Internet, n&#233 dall”interno si poteva uscire verso Internet. Il movimento incoraggia la condivisione interna delle conoscenze. E l”utilizzo di tecnologie e software liberi e non commerciali, come il sistema operativo GNU/Linux e gli altri programmi nati da queste filosofie.

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