Usa: copyright e privacy, una nuova proposta di legge accende la discussione

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Il senatore Sam Brownback sta redigendo un nuovo progetto di legge che ha, tra gli altri, l¿obiettivo di limitare le possibilit&#224 di introdurre sistemi di protezione anticopia sui supporti digitali. L¿iniziativa ha immediatamente riacceso la disputa tra le major e i sostenitori del diritto alla piena disponibilit&#224 del bene acquistato.

Il disegno di legge ha anche l¿obiettivo di tutelare maggiormente la privacy degli utenti della Rete (contravvenendo a una recente decisione dell¿Autorit&#224 giudiziaria statunitense) rendendo pi&#249 articolato l¿iter per il tracciamento e l¿identificazione di coloro i quali scambiano musica o filmati in Internet. Il progetto normativo prevede l¿evidenziazione della presenza di dispositivi anticopia all¿interno dei supporti digitali e il diritto del consumatore a vendere o donare o distruggere, in breve a disporre, come meglio crede, del prodotto acquistato.

Pronta la reazione del presidente della Commissione sul commercio del Senato americano, John McCain.

Il presidente della Commissione, repubblicano dell”Arizona, ha detto che intende tenere molto presto un”udienza sulla questione, dopo l¿iniziativa del senatore repubblicano Sam Brownback.

La Recording Indutry Association of America (RIIA), che raggruppa le cinque major discografiche Usa, ha assunto iniziative aggressive per cercare di far mettere off line i siti che praticano il filesharing, come Kazaa e Morpheus e di colpire i loro utenti.

Gli inizi di giugno la Verizon Communications &#232 stata costretta a rivelare alla RIIA i nomi di quattro utenti accusati di aver scaricato illegalmente musica dalla Rete. Un giudice distrettuale ha infatti accolto la richiesta della RIAA, secondo la quale il Digital Millennium Copyright Act – approvato dal Congresso Usa nel 1998 – impone ai provider di rivelare l¿identit&#224 dei loro clienti accusati di violare il copyright, anche nel caso in cui il materiale incriminato non sia materialmente ospitato sui server del provider.

Si &#232 trattata di una decisione storica e molto controversa, poich&#233 per la prima viene infranta la regola dell¿anonimato che finora aveva protetto gli appassionati delle reti P2P e dei software stile KaZaA.

Ed &#232 un duro colpo per i sostenitori della privacy e per gli Isp che finora avevano resistito alle pressioni delle major adducendo come motivo il fatto che rivelare i nomi degli abbonati avrebbe violato i loro diritti.

Pur acconsentendo a rivelare i nomi dei colpevoli, Verizon continua a dichiararsi contraria a simili abusi che potrebbero sollevare conseguenze molto serie per la privacy degli utenti, anche quelli che mai hanno scaricato musica dalla Rete. L¿udienza per il ricorso in appello &#232 stata fissata per settembre.

Adesso il senatore Brownbrack ha preparato una bozza di legge che prevede l”obbligo di passare attraverso una processo completo per ottenere i nominativi di utenti dai provider Internet.

Le disposizioni attuali potrebbero consentire a investigatori privati, spammer, operatori di telemarketing e altri individui animati da dubbi motivi di procurasi facilmente i dati di chiunque volessero, ha spiegato ieri Brownback.

“Sono a favore della protezione del copyright, tuttavia c”&#232 una grande implicazione sulla privacy”, ha concluso.

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