Italia
di Ermanno Delia
Business Development Manager
T.NET
Nella Intesa sulla Competitività firmata congiuntamente da Confindustria e sindacati, emerge la significativitàdello sviluppo delle reti di telecomunicazioni per il conseguimento degli obiettivi individuati.
Le reti di telecomunicazioni rappresentano, infatti, un fattore abilitante importante per tutte e 4 le priorità individuate nel testo del documento:
Formazione
Ricerca
Infrastrutture
Mezzogiorno
Quanto al capitolo Formazione, gli obiettivi che sono stati posti per essere realizzati entro il 2010 sono chiari: che l¿85% dei giovani conseguano un diploma superiore o una qualificazione professionale, che le imprese investano maggiormente in formazione, che la formazione degli adulti (life-long-learning) divenga una pratica comune. Tutti obiettivi che possono essere conseguiti celermente con il supporto di soluzioni di telecomunicazioni di teleLearning e videoconferenza, in grado di ridurre notevolmente i costi, nonché, di azzerare le distanze tra i fruitori del servizio e il centro di erogazione (sia esso un Istituto scolastico, o un¿impresa).
Il cittadino, dunque, è visto come elemento propulsivo della crescita sociale ed economica del Paese attraverso la sua imprenditorialità.
La ricchezza di un Paese moderno dipende, infatti, sempre più dalla capacità delle risorse umane di valorizzare quelle che altrimenti rimarrebbero dead capital: tali, infatti, risultano risorse, idee e creatività di cittadini ed imprenditori quando il sistema (ovvero l¿assenza di strumenti) impedisce di esprimere in modo pieno le proprie potenzialità. Un esempio eclatante è rappresentato dalla contraddizione vissuta dai Paesi in via di sviluppo: si calcola che il patrimonio immobiliare di tali Paesi sia pari a ca. 9.300 miliardi di dollari, vitali per l¿economia di tali Paesi; 9.300 miliardi di dead capital, difficile da rivitalizzare in quanto mancano un quadro legale, un mercato, un network di diffusione delle informazioni capaci di valorizzarli.
Per cogliere gli obiettivi di crescita e prosperità è fondamentale che il nostro Paese faccia un salto di qualità, in termini di digitalizzazione, processo da cui dipende, in misura sempre maggiore, lo sviluppo dei ¿dead capital¿ di una nazione moderna, attraverso la valorizzazione delle proprie risorse umane che passa, appunto, inevitabilmente dall¿accresciuto livello di digitalizzazione della società civile.
Quanto al capitolo Ricerca, gli incentivi diretti rivolti principalmente alle PMI possono essere efficacemente spesi, attraverso soluzioni di ¿condivisione¿ delle attività di ricerca nell¿ambito di ¿Distretti Virtuali¿, in cui le aziende sono ¿vicine¿ in termini di integrazione delle attività di ricerca, pur non essendo ubicate presso una medesima aree fisica, attraverso soluzioni di tele-working e work-sharing nell¿ambito di comunità virtuali. E¿ dunque vitale che il Paese azioni tutte le leve disponibili al fine di supportare la competitività delle PMI promuovendo l¿uso diffuso delle tecnologie. Nell¿ambito di un recente studio (cfr. A.T. Kearney e Foreign Policy Magazine) emerge che l¿Italia sarebbe in una fase avanzata di de-industrializzazione e che stenta a trovare la strada della re-industrializzazione.
Dallo stesso studio risulta evidente quanto sia importante sostenere le iniziative imprenditoriali in grado di creare maggiore valore industriale, in quanto, a differenza delle operazioni finanziarie fini a se stesse, producono effetti di lungo termine positivi per l¿intero Sistema.
Re-industrializzare significa ristrutturare le attività produttive al fine di aumentarne il valore industriale, obiettivo raggiungibile introducendo processi che contribuiscano all¿innovazione di prodotto e di servizio, ovvero, attraverso un ricorso intensivo alle nuove tecnologie informatiche e di telecomunicazioni. Un caso eclatante è rappresentato dai Distretti Industriali: l¿ISTAT ne classifica circa 200 che impiegano 2 milioni di addetti e contribuiscono a circa 1/3 delle esportazioni nazionali (pari a 265 miliardi di € nel 2002).
Non è un caso che, nella classifica nazionale dell¿export pro capite, Vicenza, una provincia basata principalmente sui distretti (tessile, oreficeria, meccanica, concia pellami), occupi la prima posizione con un valore pro capite delle esportazioni pari a 14.078 €. I distretti si sono sviluppati per risolvere i problemi legati alle limitate dimensioni delle aziende che, per competere sull¿arena internazionale, necessitavano di competenze ed economie di scala raggiungibili attraverso l¿aggregazione in distretti. Oggi i distretti sono soggetti a pressione competitiva crescente in particolare da parte dei mercati emergenti: al fine di continuare a rappresentare punti di eccellenza riconosciuti a livello internazionale è necessario che sappiano attrarre investimenti esterni, indispensabili per lo stanziamento di risorse in ricerca e sviluppo garantendo più che il Made-in-Italy quel concetto che potremmo etichettare Born in Italy. A tal fine è necessario che le nuove tecnologie siano impiegate in modo diffuso all¿interno dei distretti e tra i distretti ed il mondo esterno. Questo avrà l¿effetto di massimizzare il potenziale innovativo del distretto e candidarlo come destinatario degli investimenti esterni.
Se poi guardiamo alle Infrastrutture, vi è un esplicito richiamo sulla necessità di sviluppare le reti di comunicazione elettronica, con le ragioni sopra espresse.
Infine, quanto al Mezzogiorno, emerge che l¿emancipazione passa attraverso la ricerca e la modernizzazione delle infrastrutture con l¿obiettivo di aumentare la competitività e la capacità di attirare investimenti diretti sull¿area. Anche in questo caso, le reti di telecomunicazioni, abilitano la fruizione di soluzioni che consentono al Mezzogiorno di azzerare i ritardi accumulati, in quanto in possesso degli stessi ¿strumenti¿ di cui sono dotate altre aree del pianeta per il miglioramento di efficienza e produttività.
L¿innovazione tecnologica e lo sviluppo delle reti di telecomunicazioni deve dunque ricevere impulso in quanto fattore di accelerazione per il conseguimento di obiettivi determinanti per lo sviluppo del Paese.
Con il luglio 2003 ha inizio il semestre italiano di presidenza dell¿Unione europea, da molti esperti ormai etichettato come ¿il semestre in cui sarà ridisegnata l¿Europa¿. I temi che dovranno essere affrontati dall¿Italia sono di particolare rilevanza per l¿intero Continente: riforma della UE per l¿adesione di altri 10 membri prevista per il maggio 2004, finalizzazione della Costituzione Europea, chiarimento sull¿identità della UE in Politica Estera e nei rapporti con gli USA (solo per citarne alcuni).
Temi rilevanti da cui dipenderà il futuro dell¿Europa e dell¿Italia.
Nel corso dello stesso semestre, l¿Italia sarà chiamata a produrre idee e proposte per lo sviluppo economico dell¿Europa attraverso l¿implementazione delle politiche di liberalizzazione dei mercati europei, approvate al vertice di Lisbona nell¿anno 2000.
Rispetto a quest¿ultimo obiettivo è necessario tenere presente che, essendo il tessuto economico del Paese basato sulle Piccole e Medie Imprese: è un fatto che in Italia il 48% degli occupati è impiegato in aziende sotto i 10 addetti e le PMI italiane hanno una propensione a crescere che è quasi 3 volte (il 41%) rispetto a quella espressa dagli imprenditori di Austria, Germania e Finlandia ferma al 15%.
L¿Italia è interessata più di altri ad una rapida e completa liberalizzazione dei mercati, nonché, a vedere eliminate quelle pratiche mercantilistiche diffuse in alcuni paesi dell¿Unione, volte a difendere gli interessi di alcuni campioni nazionali: Francia e Germania privilegiano politiche a favore dei grandi gruppi e continueranno a difenderle in ogni sede. Assistiamo ad un consolidamento in Europa di quello spazio etichettato da alcuni esperti come ¿Framania¿, dove Francia e Germania dettano le loro regole all¿Europa dei 15 oggi, e le detteranno all¿Europa dei 25 domani.
È importante che, nel corso del semestre di presidenza UE, l¿Italia imprima un¿accelerazione all¿implementazione delle politiche di liberalizzazione in Europa, quelle che contribuiscono al perseguimento degli interessi nazionali, facendo valere il proprio peso di potenza europea e mondiale.
Infine la grande partita per lo sviluppo e l¿aumento della competitività del Paese.
E¿ un fatto che la partita della digitalizzazione si gioca sul campo dei nuovi servizi: telemedicina, telelavoro, teleformazione, virtualizzazione delle reti di conoscenza, reti di imprese, network delle competenze.
Le reti di telecomunicazioni, come ho detto, rappresentano un fattore catalizzatore. Le infrastrutture di telecomunicazioni sono importanti ed è in particolare la rete di accesso (alla cosiddetta Larga Banda), su cui i servizi innovativi sono erogati a rappresentare oggi il fattore ostativo piu¿ grave. Tale barriera all¿innovazione va eliminata senza esitazione. Il Paese non puo¿ attendere.
Una delle innovazioni per superare l¿annoso problema del cosiddetto ¿ultimo miglio¿ delle reti di telecomunicazioni puo¿ essere rappresentata dal wi-fi.
L¿impatto della diffusione di tale tecnologia sul nostro territorio potrebbe essere rilevante: riduzione dei tempi per la disponibilità della larga banda nelle aree disagiate del Paese; immediata fruizione da parte dei cittadini dei servizi su cui si basa la stessa modernizzazione della Pubblica Amministrazione; sostenibilità da parte della società meno abbiente dei servizi a larga banda in ragione del costo contenuto delle soluzioni Wi-Fi, concorrendo a dare concretezza al principio democratico di pari opportunità tra cittadini che vivono in aree differenti del Paese.
Gli Internet Service Provider, presenti in modo capillare sul territorio italiano, possono attraverso il wi-fi erogare soluzioni di videoconferenza, teleLearning, tele-working, medical-care, telemedicina. Il wi-fi puo¿ costituire una valida alternativa per la copertura del cosiddetto ¿ultimo miglio¿, soprattutto in quelle aree a bassa densità di popolazione, non ancora coperte dalla larga banda, che, altrimenti vedrebbero preclusa la possibilità di accedere alla rete con velocità superiori a quelle delle connessioni dial-up.
Le soluzioni Wi-Fi possono, dunque, rappresentare uno strumento importante della strategia volta a ridurre il ritardo accumulato negli ultimi anni dall¿Italia in termini di digitalizzazione: una valida soluzione per ridurre celermente il gap tra info-ricchi e info-poveri.