Italia
Sullo sviluppo della banda larga e della tv digitale terrestre sono puntate le maggiori attenzioni dell¿intera filiera italiana dell¿Ict, nonché del governo, che in questi indirizzi tecnologici vedono una possibilità di ripresa per il settore e l¿occasione per una maggiore alfabetizzazione informatica.
In questa visione, sicura rilevanza ha avuto il convegno ¿Le opportunità della larga banda per una nuova generazione di servizi interattivi ¿ Quale evoluzione e prospettive del mercato della banda larga e della tv digitale terrestre?¿, organizzato martedì 17 a Roma da Business International.
Il convegno ha permesso un ampio dibattito su questi temi, con la partecipazione di esponenti dell¿industria, dell¿università e del governo. Ad aprire i lavori è stato il presidente di Federcomin (la federazione di imprese di informatica e tlc di Confindustria), Alberto Tripi.
Tripi ha affermato che ¿il governo sta profondendo grande impegno nel superamento di alcune difficoltà per garantire uno sviluppo a breve. Ma se consideriamo l¿enorme costo di un¿operazione come il ponte sullo Stretto, rispetto a questo il sostegno allo sviluppo e alla ripresa del settore comporterebbe oneri di gran lunga inferiori. In tal senso, i valori individuati nel Dpef invitano a una più attenta considerazione¿.
Aldo Roveri, docente in tlc presso la Facoltà di Ingegneria dell¿Università di Roma La Sapienza, ha illustrato il modo in cui si sono diffusi negli ultimi 12 mesi gli accessi a larga banda in Italia e in Europa, analizzando chi sono gli utenti della larga banda e perché la utilizzano. Inoltre, si è soffermato sulle prospettive per il passaggio dalla tv analogica e quella digitale terrestre.
Francesco Chirichigno, consulente del Ministero delle Comunicazioni, ha incentrato il proprio intervento su quelli saranno le prossime azioni del Governo in merito ai temi trattati dal convegno. In particolare, Chirichigno si è soffermato sul quali misure saranno adottare per stimolare la domanda presso imprese e privati e in che modo sarà facilitato l¿incontro tra domanda e offerta per favorire lo sviluppo. ¿L¿irrompere sulla scena mondiale delle comunicazioni in banda larga ¿ ha affermato Chirichigno nella sua relazione – può scompaginare equilibri e graduatorie di vecchia data e dare l¿opportunità, a chi saprà coglierla al volo, di risollevarsi rapidamente da situazioni di svantaggio e sottosviluppo. La presenza di infrastrutture d¿avanguardia è sempre stata un¿irresistibile calamita per gli investimenti privati, innescando così circoli virtuosi a tutto vantaggio dei cittadini residenti in una determinata area: questo sarà ancor più vero in un contesto, sia italiano che europeo, di tipo federale, che, come ci hanno insegnato gli esempi americano e tedesco, è per sua natura competitivo.Il paese Italia è favorito dall¿attuale struttura della rete: corta e realizzata da breve. Ma questa, con il passare degli anni può invecchiare¿.
Di rilievo l¿intervento di Antonio Perrucci, Direttore servizio analisi economiche e di mercato dell¿Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Nell¿analizzare l¿operato dell¿Authority nel campo della regolamentazione, Perrucci ha affermato che questa ¿è stata improntata a misure asimmetriche, ma che non ci può essere una politica di regolazione asimmetrica permanente e che il ciclo di vita del processo di regolazione deve portare per forza di cose a un graduale ritiro dell¿Autorità a favore delle regole di mercato¿.
Nel settore della larga banda, l¿Autorità si è posta come ¿obiettivo di fondo quello di favorire la competizione tra piattaforme alternative, ossia, l¿affermazione del modello facility based competition) e laddove questo non fosse immediatamente possibile, in virtù dell¿esistenza di una infrastruttura eredità del monopolio, la rete fissa in primis, di garantire comunque l¿ingresso sul mercato di nuovi operatori, attraverso l¿accesso alla rete dell¿operatore dominante. Ciò ha dato vita ad un modello service based competition, fondata essenzialmente sui prezzi¿.
Perrucci ha ricordato come, durante un recente incontro dell¿Ocse, sia emersa l¿idea che la convergenza sia un fatto meramente tecnologico, e che solo successivamente vengano il mercato e la regolamentazione. Quanto al regolamento sulla tv digitale terrestre ¿ emanato a febbraio di quest¿anno -, Perrucci ha dichiarato ¿che si è utilizzato l¿impianto derivato da quello delle reti di tlc, mentre si sono mantenute le norme antitrust e la tutela delle emittenti locali¿.
I lavori della mattinata sono proseguiti con due interventi degli operatori. Gionata La Torre, Responsabile Ip outsourcing, marketing web services di Telecom Italia Wireline, ha esposto la situazione relativa al mercato dei servizi web, degli Asp e dell¿Ip outosurcing. Con una interessante appendice riguardante i nuovi servizi Wi-Fi e le possibili applicazioni a breve termine.
Pier Luigi Corvi Mora, Direttore marketing e strategie di Netsystem, ha rimarcato le opportunità offerte dal mercato della larga banda per l¿Adsl via satellite, un¿alternativa reale per molti utenti non raggiunti dall¿Internet veloce via cavo. ¿L¿unica possibilità ¿ ha sottolineato Corvi Mora ¿ per colmare il digital divide a costi contenuti¿.
I lavori del pomeriggio sono stati aperti dal direttore di Key4biz, Raffaele Barberio, che ha ricordato come la larga banda sia una modalità complessa, che abbraccia l¿intero comparto dell¿industria. L¿Italia si trova a far parte della squadra di punta. Per quanto riguarda la tv digitale terrestre, secondo Barberio uno dei nodi cruciali è lo switch off dell¿analogico. ¿Il 2006 appare una data troppo ravvicinata, quando anche nel Regno Unito, che è partito con il digitale da diversi anni ormai, si parla del termine del 2010¿.
Marco Tosi, amministratore delegato di IconMedialab Italia, azienda che sta collaborando con Mediaset per la sperimentazione di programmi interattivi da offrire su rete digitale terrestre, ha offerto una stimolante dimostrazione di quello che il maggiore operatore televisivo privato italiano sta preparando. In questo contesto appaiono molto interessanti le possibilità offerte dalla pubblicità interattiva, ovvero approfondimenti sul prodotto reclamizzato che il telespettatore può avere se è interessato, uscendo momentaneamente dal flusso di trasmissione on air ed entrando in pagine di archivio dove sono contenute le informazioni relative al prodotto stesso.
Il convegno di Business International si è chiuso con una tavola rotonda, moderata dal giornalista Marco Mele, alla quale hanno preso parte Guido Salerno, Direttore generale della Fondazione Ugo Bordoni; Paola Manacorda, Commissario dell¿Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni; Luigi Rocchi, Direttore strategie e sviluppo business Rai; Federico Di Chio, Direttore del coordinamento del progetto digitale terrestre Mediaset; Stefano Selli, Direttore della Frt (Federazione radio televisioni) e Fabrizio Berrini, Segretario nazionale Aeranti.
Guido Salerno ha portato all¿attenzione della platea quello che egli definisce ¿il paradosso di Internet¿. Ovvero quella visione ¿free¿ della Rete per la quale si tende a fatturare l¿accesso e a regalare i contenuti. Questo ¿non-business¿ di Internet, secondo Salerno rischia di contagiare le altre reti, come la tv digitale terrestre.
Paola Manacorda ha lanciato l¿idea di puntare a una diffusione concentrata per aree della televisione digitale terrestre per rendere la transizione più rapida e meno costosa, come sta succedendo in
Germania, dove entro il 2003 l¿80% della popolazione di Berlino riceverà la tv digitale terrestre.
In base alle esperienze europee, secondo Manacorda, ¿conviene puntare decisamente sul modello free¿ – quello che non comporta costi aggiuntivi per l”utente che passa alla tv digitale terrestre ¿ ¿per favorire la concorrenza e la diffusione¿.
Secondo Manacorda, uno dei nodi è come finanziare il modello free. ¿L¿interattività, da sola non sembra essere una feature trainante e altri modelli vincenti per ora non se ne vedono¿.
Secondo il commissario dell¿Authority, occorre che ognuno faccia la sua parte: le industrie manifatturiere per i decoder, i governo, gli enti regolatori. ¿In Europa, l¿industria ha già dato la sua disponibilità, si producono decoder i cui prezzi variano tra 100 e 300 euro. In Gran Bretagna la tv digitale terrestre sta avendo un grosso successo, pur senza sovvenzioni all¿acquisto dei set top box. Così pure in Olanda e in Finlandia¿.
D¿accordo sulla necessità di una transizione rapida al digitale terrestre anche Luigi Rocchi (Rai), che vede in questa modalità meno rischi e meno difficoltà. Secondo Rocchi, ¿il termine del 2006 per lo spegnimento dell¿analogico richiede un grosso sforzo dell¿intero sistema paese¿. Nel proprio piano industriale, la Rai prevede di garantire la copertura con la tv digitale del 50% della popolazione entro il 1° gennaio 2004 e di raggiungere il 70% entro il 2005, estendendo il servizio oltre i confini delle grandi aree metropolitane.
Fabrizio Berrini (Aer) ha esposto la preoccupazione della emittenti locali: se il digitale è una grande opportunità, deve esserlo davvero per tutti. ¿E¿ chiaro che nessun operatore locale può competere con il business di Rai e Mediaset, quindi ¿ ha precisato Berrini ¿ stiamo lavorando alla costruzione di blocchi di operatori, che potranno essere interconnessi fra loro. Anche perché ¿ ha sottolineato ¿ la tv digitale terrestre presenta costi enormi¿.
Per Federico Di Chio (Mediaset), il modello di business nuovo che la tv digitale terrestre può introdurre è quello free, con una graduale componente pay. Per finanziare il digitale, secondo Di Chio sarebbe sufficiente far pagare ai telespettatori 1 euro pro capite ogni 18 ore di trasmissione. Un costo sostenibile. Di Chio ha poi ricordato l¿avvio, a settembre, della sperimentazione presso 2mila famiglie lombarde, con la prospettiva di coprire il 50% della popolazione entro i primi del 2004.
Stefano Selli (Frt) ha sottolineato la grande opportunità che il digitale terrestre rappresenta per il sistema Paese. Al di là di costi e tempi, per Selli le emittenti locali sono comunque coinvolte in questa trasformazione.
Infine,La7 sta per partire con una sperimentazione che riguarderà 2mila famiglie.