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Il ”cyber dissidente” vietnamita Pham Hong Son è stato condannato dalla Corte popolare di Hanoi a 13 anni di prigione per spionaggio, dopo un processo con rito abbreviato.
Son, un medico di 34 anni impiegato in una ditta farmaceutica, era stato arrestato il 27 marzo del 2002 poco dopo aver tradotto un articolo intitolato ¿Cos¿è la democrazia¿, apparso sul sito del Dipartimento di Stato americano. Son dovrà scontare, una volta terminata la detenzione, altri tre anni di arresti domiciliari.
I diplomatici di diversi Stati, tra cui gli Stati Uniti, il Canada, l¿Australia e di molti Paesi europei, hanno tentato inutilmente di entrare nell¿aula in cui si stava svolgendo il processo dopo aver presentato una domanda d¿autorizzazione formale alle autorità vietnamite.
Essi hanno però trovato la strada sbarrata, mentre le guardie di sicurezza filmavano tutto ciò che stava accadendo. Nei giorni scorsi, anche diverse associazioni umanitarie (Amnesty International, Human Rights Watch e l¿associazione per la protezione dei giornalisti) si erano mobilizzate per sensibilizzare l¿opinione pubblica mondiale su quanto sta avvenendo in Vietnam.
Son non è infatti l¿unico ¿cyber dissidente¿ arrestato dalle autorità vietnamite per aver espresso su Internet giudizi ritenuti sovversivi e lesivi del prestigio del governo. Lo scorso novembre anche un avvocato di 32 aani, Le Chi Quang è stato arrestato con l¿accusa di ¿atti propagandistici¿ contro il governo. La causa è durata un solo giorno e nessun giornalista straniero è stato ammesso all¿udienza. In settembre poi, un famoso scrittore vietnamita, Nguyen Vu Bihn, è stato arrestato a causa delle critiche negative, espresse sempre su Internet, riguardo i contestati accordi di confine.