Lo sciopero dei giornalisti fa discutere la stampa europea. Reale la minaccia alla libertà d´informazione?

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Fa discutere lo sciopero nazionale indetto dalla Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) per ¿la difesa dell¿autonomia dei giornalisti e della libert&#224 di stampa¿.

Si sono astenuti dal lavoro, per aderire all¿iniziativa, i giornalisti di quotidiani, agenzie di stampa, service, giornali telematici, siti Web, portali Internet, freelance, collaboratori, corrispondenti e giornalisti degli uffici stampa di enti pubblici e privati.

Parlando all”assemblea delle redazioni di Roma, Milano, Firenze e Bologna del quotidiano – assemblea che si &#232 conclusa con il voto a sostegno dello sciopero generale – il segretario dell¿Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ha detto che si tratta di sciopero politico, ¿¿se con questo si intende che &#232 per la difesa del diritto ad essere informati, un diritto sancito dalla costituzione e che riteniamo sia in questo momento fortemente a rischio¿.

Chiaro il riferimento di Serventi Longhi alla dichiarazione del Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, che ha sostenuto che l¿iniziativa ¿¿ha un forte sapore politico¿.

Aggiungendo che ¿il diritto di sciopero &#232 un diritto che si pu&#242 liberamente esercitare¿, anche se il ministro ha tenuto a spiegare che a suo avviso dietro lo sciopero si nascondono motivazioni di sapore politico.

¿In Italia – ha detto sempre Gasparri ¿ c¿&#232 un¿ampia libert&#224 di informazione e le tecnologie future aumenteranno questi spazi. Credo francamente che quello della Fnsi sia uno sciopero di natura politica che anche all” interno della categoria giornalistica trova molti dissensi¿.

Non &#232 d¿accordo il Segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che ha rilanciato: ¿Mai abbassare la guardia sul fronte del pluralismo dell”informazione, la battaglia per il pluralismo dell” informazione non pu&#242 essere fatta a stagioni, ma, in una societ&#224 aperta e democratica, deve essere un impegno permanente¿.

¿I giornalisti fanno bene a mobilitarsi contro il rischio di un restringimento degli spazi di autonomia¿, ha tuonato il leader di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti.

Parla addirittura di ¿anomalia grave nel panorama europeo¿, riferendosi al caso italiano, Fulvio Fammoni segretario del sindacato dell”informazione (Slc) della Cgil.

Lo sciopero dei giornalisti, per la Federazione Italiana EditoriGiornali (Fieg), ¿&#232 sbagliato e ingiusto¿ con ¿gli stessi giornalisti, chiamati ad astenersi dal fare il loro mestiere per motivazioni che, all”opposto, imporrebbero di farlo ancor pi&#249 e ancor meglio di prima”.

“La proclamata difesa della libert&#224 di informazione dovrebbe essere esercitata informando e non, come avviene con lo sciopero, rifugiandosi in un rituale la cui unica conseguenza &#232 la eliminazione dell”informazione¿.

¿Lo sciopero proclamato dalla Fnsi ¿ aggiunge in una nota la Fieg – trasmette l¿immagine di un sindacato dei giornalisti prigioniero di schemi e rituali vetusti, oltre che totalmente insensibile verso le reali condizioni della stampa italiana.
In un momento nel quale le difficolt&#224 dei giornali sono cos&#236 gravi e i segnali di crisi in molte testate sono cos&#236 evidenti, si colpiscono gli editori della carta stampata per responsabilit&#224 che non hanno o per problemi ¿ quali quelli della Rai ¿ sui quali non hanno nessuna possibilit&#224 di influire. La stessa motivazione dichiaratamente ¿politica¿ dello sciopero mette in luce quanto esso sia sbagliato¿.

La nota conclude dicendo: ¿¿Uno sciopero sbagliato e uno sciopero ingiusto, del quale faranno le spese i giornali, i lettori e gli stessi giornalisti, chiamati ad astenersi dal fare il loro mestiere per motivazioni che, all¿opposto, imporrebbero di farlo ancor pi&#249 e ancor meglio di prima¿.

¿Non &#232 lo sciopero che causa danni, ma – ha risposto la Fnsi – l”atteggiamento remissivo di questa classe editoriale che rischia di far perdere profitti, incassi dalle vendite e risorse pubblicitarie per la sua incapacit&#224 di contrastare con efficacia i tentativi di omologare l”informazione¿.

Gli inglesi dalle pagine del Guardian parlano di sciopero indetto dai giornalisti contro il premier e tycoon di media Silvio Berlusconi.

Si parla addirittura di crescente rischio per la libert&#224 di stampa italiana.

E aggiungono che: ¿¿lo sciopero segue le dimissioni di Ferruccio De Bortoli dal Corriere della Sera¿. Parlano anche di difficili rapporti tra l¿ex direttore e il governo.

¿Le dimissioni hanno alimentato il timore che i giornalisti dei media italiani siano costretti ad abbassare i toni della critica nei confronti del premier, se vogliono mantenere il loro posto di lavoro¿, scrive ancora il quotidiano britannico.

¿I giornalisti – dice il Guardian ¿ temono che Berlusconi stia pianificando l¿espansione del suo impero dei media, attraverso l¿acquisto di azioni nel Corriere della Sera e approfittando della possibile privatizzazione della Rai¿.

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