Europa
Internet libero, in accordo con la legislazione internazionale sui diritti umani, anche in quei paesi, come Cina, Vietnam e Tunisia, in cui le limitazioni sono ancora troppo forti. Lo chiedono gli eurodeputati radicali, che hanno aderito alla campagna organizzata dall”associazione per i diritti umani ¿Human Right Watch¿. Sette deputati europei – Marco Pannella, Olivier Dupuis, Benedetto Della Vedova, Emma Bonino, Marco Cappato, Gianfranco Dell”Alba e Maurizio Turco – hanno inviato pertanto una lettera ai governi dei tre paesi in cui si chiede di ¿riaprire i casi di scrittori, webmaster, e studenti che sono stati incarcerati solo per aver espresso liberamente le loro opinioni su Internet¿.
Da Bruxelles, i sette radicali si dicono particolarmente ¿preoccupati¿ per il fatto che ¿in numerosi Paesi si riscontrino campagne attuate dalle autorità governative per restringere, se non negare, l”uso
delle nuove tecnologie¿.
Nel mirino dei radicali non ci sono solo Cina, Vietnam e Tunisia. Nel comunicato, si ricordano i casi di Arabia Saudita e Siria, dove ¿il controllo su Internet è molto duro¿ e della Corea del Nord,
del Laos e della Birmania dove ¿l”uso di Internet è letteralmente proibito alla popolazione e ristretto solo a una piccola elite vicina al governo¿.