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Il Cda Rai ha approvato all’unanimità il progetto per lo sviluppo del digitale terrestre, con un anticipo di 10 giorni rispetto alle previsioni del contratto di servizio 2003-2005, come si legge in una nota dell’azienda.
Il passaggio alla trasmissione terrestre in tecnica digitale ¿ come si legge ancora nel comunicato – rappresenta un momento chiave nello sviluppo della radiotelevisione, non solo per l’incremento della quantità di contenuti veicolabili ma, anche e soprattutto, per l’ampliamento delle potenzialità per lo sviluppo di nuovi servizi interattivi di pubblica utilità e per l’introduzione di una sempre più marcata innovazione nei linguaggi e negli stili della programmazione. In tale scenario evolutivo, la Rai è chiamata a dare un contributo propulsore nel lancio della televisione digitale, per la sua leadership di mercato e per il suo ruolo di concessionaria del servizio pubblico.
Il progetto, secondo quanto ha deciso il Consiglio, prevede la costruzione di due blocchi di diffusione su frequenze terrestri con una copertura nazionale che raggiunga in una prima fase ¿ da realizzare entro la fine dell’anno – almeno il 50% della popolazione ed in una seconda fase almeno il 70% della popolazione.
La realizzazione dell’obiettivo necessita di uno specifico accordo di programma con il ministero delle Comunicazioni, per individuare, come previsto dal contratto di servizio, ¿le modalità tecniche e finanziarie di realizzazione del progetto¿.
Il consiglio nell’occasione ha dato mandato al direttore generale Flavio Cattaneo, di avviare le trattative con il ministero per definire, nei prossimi giorni, l’accordo di programma e avviare le attività finalizzate al reperimento delle frequenze e delle apparecchiature necessarie.
Il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, a tal proposito ha dichiarato che ¿l’approvazione all’unanimità, da parte del Cda della Rai, del progetto per lo sviluppo del digitale terrestre, rappresenta un importante passo avanti verso l’ammodernamento del sistema radiotelevisivo pubblico¿.
Aggiungendo che ¿Il consiglio di amministrazione ha mostrato così la capacità di aprirsi al futuro. La tecnica in digitale farà aumentare il numero dei canali e creerà nuove opportunità di lavoro. Il governo sta promuovendo l’introduzione della tecnologia per migliorare la qualità della vita dei cittadini, aumentare il pluralismo e moltiplicare le opportunità d’impresa. Complimenti, dunque, al Cda della Rai. E complimenti soprattutto al consigliere Marcello Veneziani, per la proposta di inserire i nomi italiani nelle reti e testate nazionali con denominazioni straniere¿.
Riguardo a quest¿ultima affermazione c’è da dire, infatti, che il Cda ha votato anche una proposta presentata dal consigliere Marcello Veneziani, volta al recupero delle denominazioni italiane per Reti e Testate come Rai Educational, Rai International, Rai News, Rai Fiction, e quanto altro abbia una denominazione straniera.
Il Consiglio ha invitato il direttore generale a promuovere uno studio di fattibilità teso a valutare l’impatto d’immagine ed i costi dell’iniziativa.
Veneziani ha sottolineato che ¿La Rai è la principale azienda culturale del Paese ed è un servizio pubblico teso a promuovere la crescita civile dell’Italia e la sua immagine all’estero: due ragioni oggettive perché dia per prima l’esempio in favore della lingua italiana. Ragionamento valido tanto più oggi, poiché nel mondo è in atto una riscoperta della nostra lingua per ragioni culturali più che economiche; allora, perché non intercettare questa tendenza?¿.
Il consigliere ha continuato spiegando che la propria iniziativa ¿vuole avviare una campagna per la bonifica del linguaggio a cominciare proprio dal video, per uscire finalmente dal provincialismo di chi adotta gratuite intrusioni di parole straniere¿
¿Se la Rai intende davvero rappresentare l’autobiografia della Nazione ¿ ha continuato Veneziani – dovrebbe cominciare dal linguaggio¿.
Intanto il dirette di Rai Fiction Agostino Saccà ha fatto sapere che la Tv pubblica quest¿anno spenderà più soldi per la fiction.
¿L’anno scorso ¿ ha detto Saccà – erano stati stanziati 150 milioni di euro, quest’anno la cifra è identica ma a questi soldi si aggiungeranno alcune risorse che verranno dal territorio, come ad esempio dalle Regioni, e dalle coproduzioni¿.