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Verizon Communications sarà costretta a rivelare alla RIAA i nomi di quattro utenti accusati di aver scaricato illegalmente musica dalla rete. Il giudice distrettuale ha infatti accolto la richiesta della RIAA (Recording Industry Association of America) secondo la quale il Digital Millennium Copyright Act – approvato dal Congresso USA nel 1998 – impone ai provider di rivelare l¿identità dei loro clienti accusati di violare il copyright, anche nel caso in cui il materiale incriminato non sia materialmente ospitato sui server del provider.
Verizon ha da subito contestato questa interpretazione: pur ammettendo il diritto della RIAA di conoscere il nome dei pirati, il provider metteva in discussione il metodo; con il DMCA, infatti, l¿obbligo di notifica non deve essere approvato da un giudice e deve essere immediatamente rispettato dal provider.
Si tratta di una decisione storica e molto controversa, poiché per la prima volta si solleva il velo di anonimato che finora aveva protetto gli appassionati delle reti P2P e dei software stile KaZaA.Ed è un duro colpo per i sostenitori della privacy e per i fornitori d¿accesso a Internet che finora avevano resistito alle pressioni delle major discografiche adducendo come motivo il fatto che rivelare i nomi degli abbonati avrebbe violato i loro diritti.
¿Verizon ¿ dichiara la vicepresidente Sara Deutsch ¿ è sconcertata dal fatto che la RIAA e altri proprietari di copyright possano abusare di questa decisione della Corte. Alla luce di tutto ciò, è tempo che il Congresso si interessi e offra una soluzione legislativa¿.
L¿industria discografica, ovviamente, applaude la decisione che ¿¿conferma la tesi da noi sostenuta da molto tempo e cioè che i pirati musicali devono essere ritenuti responsabili delle loro azioni. Non si può più permettere che si nascondano dietro le compagnie che offrono l¿accesso a Internet¿, dice il presidente della RIAA Cary Sherman, che auspica ora ¿¿la veloce attuazione della sentenza da parte di Verizon¿.
Pur acconsentendo a rivelare i nomi dei ¿trasgressori¿, Verizon continua a dichiararsi contraria a simili abusi che potrebbero scatenare conseguenze molto serie per la privacy degli utenti, anche quelli che mai hanno scaricato musica dalla rete. ¿La nostra paura è che chiunque possa esigere i nomi degli abbonati, anche per banali sospetti e senza aver bisogno dell¿approvazione di un giudice¿.
Dello stesso parere la US Internet Industry Association secondo cui ¿ciò implicherà costi pesanti sia per i grandi ISP, che potrebbero ricevere migliaia di notifiche, sia per i piccoli, per i quali anche un¿imposizione isolata può rivelarsi insormontabile¿
L¿udienza per il ricorso in appello è stata fissata per settembre, ma nel frattempo la RIAA non starà a guardare: l¿associazione dei discografici ha già dichiarato l¿intenzione di presentare un ¿numero rilevante¿ di mandati di comparizione.