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Liberalizzazione delle tlc: l¿Authority mostra i dati 2001-2002. Più concorrenza nel mobile

Italia



A che punto &#232 la liberalizzazione delle tlc in Italia? Nel 2001 la quota di mercato dei servizi e delle reti di telefonia pubblica fissa di Telecom Italia era ancora pari all”83%, con un calo nel primo semestre 2002 di 4 punti percentuali. Pi&#249 concorrenza nella telefonia mobile, con Tim che detiene il 55% e Vodafone Italia (ex Omnitel) al 35%. Sono dati resi noti dall”Autorit&#224 per le garanzie nelle Comunicazioni, nella delibera, approvata lo scorso 7 maggio e appena pubblicata sul sito Internet, che definisce gli operatori aventi notevole forza di mercato: per il 2001, appunto, Telecom Italia, Tim e Vodafone.

In cifre, i servizi e le reti di telefonia pubblica fissa (vale a dire accessibile al pubblico, quindi escludendo le reti private) in termini di fatturato complessivo, e la commercializzazione di prodotti e servizi alla clientela finale, valevano nel 2001 circa 11,6 miliardi di euro, corrispondenti a circa 110 miliardi di minuti di traffico e a circa 27,2 milioni di accessi. In termini di ricavi, Telecom Italia deteneva una quota pari all”83% circa del mercato. All”epoca secondo operatore era Infostrada (il cui passaggio a Wind ha avuto effetti legali a partire dal primo gennaio 2002), con il 6,8%, terza era Wind con il 2,8%, seguita da Tele2 con il 2% e da Albacom con l”1,5%.

Il calcolo delle quote di mercato basato sui volumi di traffico vede Telecom registrare una quota di mercato del 74,1%, seguita da Infostrada con il 13% e da Wind con il 4,8% circa.

Per quanto riguarda il primo semestre 2002, l”Autorit&#224 evidenzia una diminuzione della quota di mercato di Telecom Italia di 4 punti percentuali in valore e di 6 in termini di volumi, mentre la quota di Wind (inclusa Infostrada) cresce a circa il 10,2% in valore e al 18,9% in volumi.

La forza di mercato di Telecom Italia era ancora pi&#249 evidente nelle linee affittate, dove l”ex monopolista deteneva circa il 94% del mercato nel 2002, per scendere al 90,3% nei primi sei mesi

dell”anno successivo.

Per la telefonia mobile, l”Authority ha calcolato per il 2001 un mercato dei servizi e delle reti pari a

circa 9.400 milioni di euro, per 53,7 miliardi di minuti di traffico e 51,9 milioni di linee attive. Per quello che riguarda i ricavi, Tim deteneva una quota del 55% e Vodafone del 35%. Wind era all”8% e Blu (che ancora non era stata smembrata) l”1,4%. Guardando ai volumi di traffico si nota una crescita del primato di Tim al 63% e un calo della quota di Vodafone al 29%. Il restante 8% era per Wind e Blu.

Per quanto riguarda il primo semestre 2002, l”Authority rivela ¿modeste variazioni¿, con un calo della quota di Tim di 2,5 punti percentuali. Analizzati, infine, anche i mercati dell”interconnessione fissa, di cui Telecom Italia controllava l”85% nel 2001 e l”81,8% nel primo semestre 2002, e dell”interconnessione mobile, dove Tim era al 50% e Vodafone al 39,6% nel 2001 e al 38,1% nel 2002.

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