Mondo
Siamo ancora in attesa di sapere che ne sarà dei tanto attesi servizi di 3G da qualche settimana partiti in alcuni Paesi, Italia compresa, che si fa già concreta la corsa al 4G, la generazione successiva del mobile. Una corsa caratterizzata dalle ansie di sempre, ovvero dalla ricerca ossessiva dei vantaggi che in genere premiano il first mover. Il primo, si ritiene, ha il vantaggio di bruciare i concorrenti, cioè fare esperienza per primo, acquisire conoscenze in anticipo, correggere per tempo gli eventuali errori.
Come ben sappiamo, non è del tutto così.
Il bagno di sangue delle costosissime licenze europee del 3G e, ora, il dubbio che il lancio (e l¿ormai scontato successo) dei sistemi di wi-fi può in qualche caso sostituire egregiamente in ambito di trasmissione locale le infrastrutture di 3G, sta inducendo tutti ad una valutazione più riflessiva delle prossime azioni nel settore.
Così non è, o non sembra essere, in Asia.
Governi, operatori e costruttori dei tre Paesi più avanzati della regione asiatico-pacifica sono pronti a spendere oltre 250 milioni di dollari su tecnologie e servizi 4G.
I ritorni in Cina e Giappone sono valutati come estremamente convincenti, sostenuti per la maggior parte dall¿espansione del mobile, compreso il nuovo segmento del 4G. Il solo mercato cinese, si stima, dovrebbe fruttare non meno di 100 miliardi di dollari entro il 2007.
Quanto ai coreani, proprio la settimana scorsa la Samsung ha annunciato unitamente a Nokia la creazione di un gruppo di lavoro comune su radio frequenze, W-Lan e altre aree applicative utili per la definizione delle tecnologie e degli standard del futuro 4G, con la dichiarata aspettativa di lanciare i primi servizi di telefonia mobile di quarta generazione entro il 2007. D¿altra parte, con un mercato pronto e dinamico nell¿intera regione, una base manifatturiera forte dai semiconduttori ai terminali domestici, un governo intenzionato a fungere da volano per la ricerca di settore, Samsung è nella posizione ideale ¿ geograficamente, economicamente e politicamente ¿ per diventare non solo un forte produttore di apparecchi 4G, ma anche un possessore delle tecnologie e un titolare delle relative licenze. Nokia, da parte sua, promuove una strategia di affiancamento con un produttore intenzionato a investire in tecnologie e ricerca, ma la casa svedese punta anche a non ripetere qualche errore commesso nelle prime scelte relative al 3G che sembrano non essersi rivelate le migliori.
Se poi guardiamo alla Cina, i dati sono impressionanti.
Le telecomunicazioni stanno correndo. Con oltre 155 miliardi di dollari investiti nel fisso e nel mobile negli ultimi cinque anni, la Cina è diventato il mercato delle infrastrutture più grande racchiuso in un solo Paese. Ogni settimana vi sono 1,25 milioni di nuovi abbonati al mobile. Cinque anni fa 1 cinese su 10 aveva un telefono; oggi il rapporto si è ristretto ad 1 cinese su 3; tra cinque anni la penetrazione del mercato cinese sarà di circa il 75% della popolazione, ovvero 950 milioni di abbonati tra fisso e mobile, pari a circa tre volte l¿intera popolazione degli USA.
A differenza del 3G, che è uno specifico standard capace di garantire il trasferimento dei dati ad una velocità minima accettata, il 4G, o wireless communication di quarta generazione, è sostenuto da un insieme di tecnologie e standard capaci di interoperare in un ampia gamma di sistemi di comunicazione e di reti del tutto nuove che verranno lanciate a partire dal 2005. La ricetta è quella della massima flessibilità: anytime, anywhere e a qualunque velocità, dal narrowband al broadband.
Ciò che si sta configurando è un immenso impegno di Ricerca & Sviluppo nella regione asiatica-pacifica. Essa rappresenta il mercato mobile più avanzato del mondo e può fare affidamento ad un mix vincente: l¿iniziativa governativa, l¿expertise dell¿industria, le dimensioni del mercato e la sua maturità.
Tutti elementi che possono assicurare il successo alle strategie industriali della regione.