Ddl Gasparri: per la Vigilanza ancora troppi punti deboli

di Raffaella Natale |

Italia


Intervenendo a un incontro pubblico, che si è tenuto a Trieste su stampa, televisione e libertà, il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, ha parlato del passaggio al digitale terrestre.

Secondo il ministro, questo è uno dei punti più importanti della nuova legge di riforma del sistema radioTv, che ¿¿aprirà a spazi d’interattività si potranno utilizzare servizi di eGovernment da parte delle amministrazioni locali e centrali; fare pagamenti; acquistare prodotti¿.

Inoltre, fa sapere Gasparri, ¿l’emittenza locale, come tutta l’emittenza, dovrà affrontare la sfida del digitale, con investimenti, crescita e spazi per le interconnessioni. Come governo, a prescindere da questa legge, abbiamo aumentato considerevolmente le risorse economiche messe a disposizione dell’emittenza locale, abbiamo reso più facile anche l’erogazione di queste provvidenze e ¿ ha concluso – abbiamo sbloccato alcuni ritardi che si erano accumulati nel tempo¿

¿Questa grande rivoluzione ¿ spiega il ministro ¿ portando i canali nazionali da undici a cento, potrà anche dare soluzione a quei problemi di pluralismo e di modificazione dell’offerta, che sono essenziali¿.

 

Secondo il presidente della Vigilanza Claudio Petruccioli, – ascoltato dai senatori della Commissione trasporti in merito al Ddl Gasparri – i punti fondamentali della legge dovrebbero essere una ridefinizione strutturale del mercato televisivo italiano con la ¿filiazione¿ dalla Rai di due società separate e un limite per tutti del possesso di due reti analogiche. Ma anche una norma che ¿stimoli e agevoli il passaggio al digitale terrestre inducendo gli operatori ai relativi investimenti¿.

Inoltre il senatore diessino propone anche un diverso sistema di nomina del Cda della Rai. E chiede l’introduzione di un articolo ad hoc sul sistema dei controlli. Ma anche una norma che ¿stimoli e agevoli il passaggio al digitale terrestre inducendo gli operatori ai relativi investimenti¿.

Petruccioli aggiunge che a suo avviso: ¿il sistema dei controlli, gli organismi che lo compongono e le loro reciproche relazioni sono il punto più carente¿ del Ddl. Nel testo, ricorda, ¿la competenza per vigilare ed eventualmente sanzionare viene affidata all’Autorità per le Comunicazioni. La Commissione di  Vigilanza non c’è mai; tranne che per la ratifica del presidente della Rai¿.

Sbilanciato, secondo il presidente della vigilanza, anche il peso del contratto di servizio tra ministero e Rai: ¿è il solo strumento di controllo citato nel Ddl – dice – ed è interamente nelle mani del ministero¿.  Ma se si vuole regolare tutto con il contratto di servizio, osserva, ¿allora lo strumento stesso non può essere nelle mani dell’esecutivo¿.

 

Ancora, secondo Petruccioli serve ¿una modifica strutturale¿ che segni una novità molto netta per la Tv pubblica e per l’intero sistema Tv, ¿configurando un assetto complessivo che non sia più quello del duopolio equilibrato e controllato¿.

La Rai, dice, dovrebbe dividersi in due società: ¿La prima finanziata esclusivamente dal canone, con due reti analogiche titolare del servizio pubblico, impegnata per lo sviluppo della multimedialità e dell’infrastruttura tecnologica che la rende possibile; quindi anche con una missione di innovazione in uno dei settori cruciali per il sistema Paese¿.

La seconda ¿rigorosamente commerciale, finanziata con risorse raccolte sul mercato, aperta i privati, ad accordi con altri operatori, a fusioni, fino al completo recesso dello Stato dalla sua proprietà¿.

Soluzione, questa, per poter riconquistare il ¿primato qualitativo nella produzione¿.

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