Italia
Si è tenuto a Roma un importante convegno – ¿Famiglia e mass media¿ ¿ nel quale si è dibattuto sulle misure atte a tutelare i minori.
Codici di autoregolamentazione, sanzioni e fasce protette, non sembrano sufficienti a proteggere i più giovani dalla violenza e dalla volgarità diffuse dai mezzi di comunicazione.
Secondo Adalberto Baldoni, presidente della Commissione assetto radiotelevisivo e consigliere del ministro Gasparri, è necessaria una maggiore attenzione da parte dei genitori che ¿devono vigilare sull”uso di Tv e Internet da parte dei figli¿.
Baldoni ha anche aggiunto che: ¿Entro autunno sarà pronto un altro codice di tutela dei minori specifico su Internet che ormai è una giungla¿.
¿Il neonato Comitato dei minori raccoglie una ventina di segnalazioni al giorno contro programmi violenti. In molti casi si apre un”istruttoria. Ma non siamo dei censori. Le famiglie devono porsi all”altezza dei propri doveri educativi¿, ribadisce Baldoni, ponendo l¿accento sull¿importante ruolo che devono avere le famiglie, nel fare da primo filtro alle aggressioni che arrivano dai media.
Il comitato, presieduto da Emilio Rossi e nato nell”ambito del recente codice di autoregolamentazione delle emittenti radiotelevisive varato dal governo, starebbe lavorando a pieni ritmi.
Baldoni affronta anche il problema di Internet e della facilità con cui si possono reperire in Rete immagini pornografiche e pedofile.
¿Serve una disciplina contro la pedopornografia. Ci stiamo lavorando da qualche mese insieme ai provider la cui firma sarà fondamentale¿, ha assicurato Baldoni.
Poi ritorna sull¿importanza del contributo della famiglia: ¿Le istituzioni stanno facendo molto ma tutto è inutile se manca la presenza del genitore in casa che accompagni il giovane nella visione e selezione critica dei programmi. Siamo riusciti a far spostare l”orario di programmazione del Grande Fratello. Ma il pericolo che si impongano certi modelli comportamentali c”è sempre¿.
Il sistema sanzionatorio funziona solo se integrato con quello educativo.
Baldoni ha lanciato anche un appello al ministro Letizia Moratti perché ¿nella riforma della scuola inserisca dei corsi di preparazione ai media su esempio della Francia¿.
L¿obiettivo è quello di sviluppare una coscienza critica, in modo da filtrare non solo i programmi chiaramente violenti, ma anche alcuni servizi giornalistici, alcune volte colpevoli di non tenere in considerazioni i milioni di bambini che stanno davanti ai teleschermi, che potrebbero essere vittime non volute di immagini crude e traumatizzanti.