Il presidente del Senato Marcello Pera ha risposto ieri in serata alla lettera inviatagli dal presidente dei senatori della Margherita Willer Bordon relativa, all”andamento dei lavori delle commissioni di inchiesta Telekom Serbia e Mitrokhin.
Pera, rispondendo a Bordon, ha dichiarato di condividere le sue preoccupazioni circa l”andamento dei lavori delle commissioni.
¿Per ragioni di rispetto istituzionale – scrive Pera – non posso entrare nel merito delle Sue critiche alla conduzione dei lavori da parte dei due Presidenti. Condivido però ¿ aggiunge – alcune preoccupazioni che, nei giorni scorsi, privatamente, ho fatto presente ai Presidenti e, pubblicamente, facendo più volte un appello a tutte le forze politiche¿.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, che in aula ha dichiarato: ¿Non c”è dubbio che le commissioni parlamentari di inchiesta non debbano essere usate come strumento di lotta e polemica politica ma, auspicabilmente, dovrebbero rappresentare un momento di unità istituzionale¿ e ¿non di divisione o contrapposizione polemica¿.
Casini ha confermato il suo impegno a ¿sollecitare una riflessione comune¿ con il presidente del Senato Marcello Pera sulle commissioni bicamerali di inchiesta, riferendosi chiaramente alle lettere inviate a lui e al presidente del Senato dall¿on. Bordon, dal capogruppo dei Ds e dal deputato di An Enzo Fragalà.
Casini, nel rispondere ad una nuova sollecitazione a intervenire per impedire un uso strumentale delle due commissioni, sollevata in aula da Antonio Maccanico, ha comunque sottolineato come ¿le commissioni bicamerali di inchiesta sono organismi autonomi per gli atti che fanno¿, in quanto ¿dotate costituzionalmente di poteri propri notevoli al pari dell”autorità giudiziaria¿.
Per questo, ¿i presidenti delle Camere ¿ ha sottolineato Casini – devono stare bene attenti a evitare interferenze sulle iniziative autonome delle commissioni¿.
La commissione in questione, che ha gli stessi poteri d”inchiesta dell”autorità giudiziaria, indaga da circa un anno su presunte tangenti pagate per favorire l”acquisto di azioni di Telekom Serbia da parte di Telecom Italia, nel giugno 1997, quando quest”ultima era ancora controllata dallo Stato sotto il governo di centrosinistra di Romano Prodi.
L”Ulivo accusa la maggioranza di voler scatenare un polverone contro un governo di centrosinistra, proprio mentre il premier Silvio Berlusconi è imputato a Milano per corruzione. Il Polo replica che vuole accertare i lati oscuri della compravendita, che furono sollevati all”attenzione pubblica da alcuni articoli di ¿La Repubblica¿ nel 2001, e accusa la sinistra di volere insabbiare gli opportuni accertamenti.
Giovanni Russo Spena, vicepresidente dei deputati del Prc, ha detto di condividere le dichiarazioni di Casini. ¿Le commissioni d”inchiesta dovrebbero essere strutture di grande rilievo costituzionale che non devono pregiudizialmente dividere maggioranza ed opposizione ¿ ha aggiunto Spena. Ma la realtà è ben diversa: esse sono diventate luogo di ricatto della maggioranza contro le opposizioni¿. Il deputato ricorda anche che la commissione parlamentare d”inchiesta su Telekom Serbia scadrà tra poco più di un mese. Ed ¿i presidenti Casini e Pera possono non prorogarla, in base all”art. 2 comma 6 della legge istitutiva¿.
Intanto il senatore Giuseppe Consolo – della direzione nazionale di An e capogruppo nella commissione che indaga sul caso Telekom Serbia ¿ ha dichiarato che: ¿L”audizione del teste Francesco Righetti, segretario del Consiglio di amministrazione della Telecom all”epoca dell”acquisizione, che ha confermato oggi (leggi ieri, ndr) che mai la Telecom deliberò l”acquisizione di Telekom-Serbia in quanto riservato a Stet International, conferma quanto a suo tempo sostenuto dal dott. Chirichigno e cioè che il verbale del Consiglio potesse essere falso¿.
¿Con grande fatica ma inesorabilmente – ha aggiunto Consolo – la commissione d”inchiesta sta accertando il reale accadimento dei fatti¿.
Il presidente della commissione Enzo Trantino (An), ha detto che i lavoro continueranno ancora per un anno. ¿Il 28 maggio richiederemo la proroga del mandato per un anno, come previsto dalla legge istitutiva della commissione¿, ha detto ai giornalisti Trantino, al termine della riunione di ieri.
L”opposizione di centrosinistra minaccia invece di andarsene dalla commissione, in segno di protesta contro le sue più recenti iniziative.
¿Con lettere anonime, denunce e controdenunce la commissione sta derogando alle sue funzioni¿, ha commentato il responsabile giustizia dei Ds al Senato, Guido Calvi. Aggiungendo ¿Presenteremo una relazione ai presidenti di Camera e Senato e, se questa condotta proseguisse, valuteremo la necessità di non venire più in commissione nel caso di proroga del mandato¿.
Stessa posizione per i commissari della Margherita che non si sono presentati alla riunione di ieri – tutti tranne uno ¿ per protesta.
Calvi si riferisce alla testimonianza davanti alla commissione di un uomo d”affari, Igor Marini, che ha sostenuto la settimana scorsa, prima di essere arrestato per riciclaggio in Svizzera, di poter dimostrare il pagamento di tangenti a politici di centrosinistra per favorire l”acquisto del 29% di Telekom Serbia da parte di Telecom Italia nel giugno 1997.
Quella testimonianza, a cui la commissione è arrivata dopo due lettere anonime, ha portato al viaggio in Svizzera dello stesso Marini assieme a due parlamentari – Enrico Nan (Fi) e Giovanni Kessler (Ds) – alla ricerca dei documenti citati dal teste. Una volta giunti a Lugano, l”8 maggio, le autorità svizzere hanno arrestato Marini, espulso i due parlamentari e requisito i documenti, di cui adesso la commissione chiede l”esame per via di rogatoria internazionale.
Igor Marini ¿non è un teste raccattato per strada¿ e la commissione ha agito nel rispetto delle proprie prerogative e competenze, senza operare forzature di alcun genere. Il presidente della commissione Telekom Serbia, Enzo Trantino, spiega in una relazione di tre cartelle la successione delle decisioni sfociate nella missione in Svizzera di Kessler e Nan.
Secondo alcune indiscrezioni, ieri sarebbero arrivati in commissione nuovi documenti della Guardia di Finanza che comproverebbero l”attività di riciclaggio di Marini, già indagato con il medesimo capo d”accusa anche dalla procura di Roma.
Carlo Taormina (Fi), ha confermato l¿arrivo di questi importanti documenti e sostiene che da essi ¿risulta un maneggio di soldi che si riferisce alla vicenda di Telekom Serbia¿.
Ma per il presidente della Commissione Trantino, invece, ¿si tratta di una non notizia¿, senza specificare ulteriormente. ¿Aspettiamo notizie, le abbiamo sollecitate¿, ha aggiunto.
Taormina, uno dei commissari più vulcanici, ha inoltre annunciato che scriverà, anche lui, ai presidenti di Camera e Senato per chiedere la revoca del mandato di membro della commissione a Kessler.
Il commissario di Fi accusa Kessler di avere indirettamente allertato le autorità svizzere dell”arrivo a Lugano della delegazione parlamentare e di avere così impedito di accertare l”esistenza delle presunte prove di tangenti.
Intanto la commissione ha informato che ha dato le dimissioni il consulente giuridico della commissione, il pubblico ministero genovese Francesca Nanni, a cui Kessler avrebbe chiesto, prima della sortita a Lugano, di informarsi presso le autorità svizzera dei passi necessari per ottenere quei documenti.