Italia
Quello che doveva essere soltanto un viaggio di verifica per l¿accertamento della veridicità delle affermazioni del super teste Igor Marini – che ha tirato in ballo nell¿affare Telekom Serbia Prodi, Dini e Fassino – si è trasformato in vero e proprio caso diplomatico tra l¿Italia e la Svizzera.
La delegazione, composta dai due deputati Enrico Nan (FI) e Giovanni Kessler (Ds), due funzionari di polizia, un magistrato e Igor Marini, è stata bloccata dalla polizia elvetica ¿per un controllo¿, trattenuta è interrogata per diverse ore. La vicenda si è conclusa con l¿arresto di Marini, responsabile, secondo i magistrati di Lugano e in base alle sue stesse dichiarazioni, di riciclaggio di denaro in territorio svizzero.
I cinque membri della delegazione, infine, sono finiti tutti nel registro degli indagati, denunciati in base agli articoli 271 e 273 del codice penale elvetico, per ¿atti compiuti senza autorizzazione per conto di uno Stato estero¿ e per ¿spionaggio economico¿. Reati federali, per i quali si è mosso da Berna il procuratore generale della Confederazione.
Marini aveva affermato davanti alla commissione bicamerale che tre uomini politici italiani (a cui si era riferito usando i soprannomi ¿Mortadella¿, ¿Ranocchio¿ e ¿Cicogna¿) avevano intascato tangenti relative all¿acquisizione del 29% del capitale dell¿operatore serbo Telekom Serbia da parte di Telecom Italia nel 1997, quando l¿azienda era ancora di proprietà dello Stato italiano. Prodi, Dini e Fassino hanno subito sporto querela verso il presunto promotore finanziario. Presunto, poiché venerdì scorso l”ANASF, associazione dei promotori finanziari italiani ha fatto sapere che Igor Marini non è mai stato iscritto all”albo nazionale dei promotori.
Le prove delle affermazioni del superteste sarebbero contenute in 40 scatoloni custoditi all¿Ufficio fallimenti del Canton Ticino a Lugano. Dentro gli scatoloni, tutti gli atti rimasti in sospeso del notaio ticinese Gianluca Boscaro, morto nell¿agosto dell¿anno scorso in un incidente. Secondo Marini, la moglie del notaio avrebbe confermato l¿esistenza di tali documenti, ma la vedova Boscaro smentisce seccamente, definendo Marini nient¿altro che un bugiardo: ¿Marini lavorava…aveva delle cose con mio marito – spiega la signora – ma nulla a che fare con questa vicenda¿.
Dieci dei 40 cartoni sono stati controllati venerdì pomeriggio, ma nulla è stato trovato, se non un documento che proverebbe l”attività di intermediazione finanziaria tra società estere di Marini, ma che non avrebbe collegamenti con la vicenda Telekom Serbia.
Marini, però insiste affermando che, anche sono state ancora trovate, le prove esistono e sono negli scatoloni: conti correnti e documenti attestanti transazioni internazionali riferibili, in particolare, a una società, la ¿Judor Trading Limited¿, con base nelle British Virgin Islands e che certamente- spiega Giovanni Kessler ¿ ¿non costruiva pezzi di trattori¿. Insomma la Judor Trading non sarebbe altro che una scatola vuota come ne esistono molte nei paradisi fiscali.
Nei prossimi giorni la commissione ascolterà Filippo Lardera, vice presidente di Ubs e Franco Bernabè, ex ad di Telecom Italia, che guidò la compagnia telefonica nel periodo successivo all”operazione di acquisizione del 29% di Telekom Serbia.