Italia
Nuovi colpi di scena nell¿affaire Telekom Serbia: il promotore finanziario Igor Marini ha accusato Romano Prodi, Lamberto Dini e Piero Fassino di aver intascato tangenti per 55 milioni di dollari al momento dell¿acquisizione del 29% della compagnia di telecomunicazioni serba.
Davanti alla commissione bicamerale Marini ha giurato di aver egli stesso trasferito il denaro attraverso paradisi fiscali nei conti di persone molto vicine ai tre uomini politici, compresa Donatella Dini, moglie dell¿ex ministro degli Esteri. Marini ha affermato che a conferma delle sue affermazioni ci sarebbero copie di passaporti e conti correnti bancari custoditi nell¿archivio della Corte dei notai a Lugano.
Immediata la reazione dei tre politici che hanno sporto querela contro Marini che tra l¿altro ha fatto loro riferimento usando non i nomi, bensì i soprannomi: ¿Mortadella¿ per Prodi, ¿Ranocchio¿ per Dini e ¿Cicogna¿ per Fassino.
¿Una gravissima e torbida provocazione¿ ha detto Fassino. Il suo portavoce fa sapere che l¿onorevole ¿¿ non ha mai conosciuto questo signore, né ha avuto con lui direttamente o indirettamente alcun rapporto. Di più l”onorevole Fassino non ha mai avuto contatti, incontri, rapporti con nessuno di coloro che si sono occupati dell”accordo commerciale tra Telecom Italia e Telekom Serbia¿.
Sullo stesso tono il commento di Prodi, che aggiunge ¿¿ormai si è superato il ridicolo, ma agiremo comunque per vie legali contro questa grave diffamazione¿, mentre Dini commenta con un laconico ¿mi auguro che la deposizione sia avvenuta sotto giuramento¿.
Dini era stato tirato in ballo anche dall¿ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, ascoltato dalla commissione a marzo. Secondo Cossiga, all”epoca le voci che correvano erano due. “La prima che metteva in un unico calderone Dini, Fassino, l”allora ministro del Tesoro, il presidente di Telecom Italia, e l”allora direttore generale del Tesoro. Vi era poi – ha spiegato Cossiga – tutta una serie di pettegolezzi sulle imprese economiche della signora Dini in Costarica”. La deposizione di Cossiga continuava con il racconto di un duro attacco personale da parte di due parlamentari montenegrini alla famiglia Dini. “Erano circolate addirittura fotocopie dei giornali montenegrini contenenti questo attacco. Era una situazione imbarazzante ed erano state dette cose improprie, come che il fratello della signora Dini aveva partecipazioni in società di comunicazione che potevano essere state danneggiate dai bombardamenti alleati”. A tale proposito, Cossiga ha anche ricordato il momento di imbarazzo che si creò quando l”allora Ministro degli Esteri condannò il bombardamento Nato contro la sede della tv serba.
Scettico comunque anche il presidente della commissione bicamerale, il senatore Trantino di AN. Del resto le dichiarazioni di Marini (conosciuto come il teste Igor) sono già state smentite dall¿avvocato Francesco Paletti (suo ex socio) che lo scorso gennaio affermò che Marini si sarebbe più volte spacciato per il numero due della Banca vaticana e avrebbe falsificato dei documenti inviati alla commissione.