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Il presidente della Rai Lucia Annunziata e il direttore generale Flavio Cattaneo hanno presentato in Commissione lavori pubblici e comunicazioni del Senato, un documento a nome del Cda, in riferimento al disegno di legge di riforma del sistema radiotelevisivo del ministro Maurizio Gasparri.
Le proposte di modifica ¿ che rappresenatono il punto di vista dell’azienda, in Commissione – riguardano le disposizioni del Ddl sulla Rai. Le richieste fanno riferimento alla privatizzazione dell’azienda e il canone di abbonamento. Presidente e direttore generale ritengono ¿necessaria¿ una nuova legge di sistema, e chiedono finanziamenti specifici dello Stato per l’introduzione del digitale terrestre, ipotizzando ¿un meccanismo di privatizzazione fondato non solo sulla vendita di azioni esistenti ma anche su un aumento di capitale riservato all’ingresso di nuovi soci attraverso un’offerta pubblica di vendita e sottoscrizione (Opvs)¿.
Annunziata e Cattaneo ritengono anche che ¿il limite dell’1% al possesso di azioni Rai possa costituire un freno all’ingresso di partner industriali o di grandi investitori finanziari istituzionali¿, mentre in ogni caso dovrebbe rimanere ben identificabile sul mercato il detentore della maggioranza delle azioni. Quanto al canone, i vertici della Rai auspicano ¿il mantenimento del rinnovo tacito dell’abbonamento e delle scadenze attuali per il calcolo del canone; nuovi strumenti per combattere l’evasione dello stesso; un adeguamento alle altre concessionarie europee del servizio pubblico¿.
Cattaneo avrebbe inoltre messo in luce, davanti alla Commissione del Senato, la necessità di una somma compresa tra i 180 ai 250 milioni di euro, per la copertura, da parte della Rai, di almeno il 70% del territorio nazionale con il sistema digitale terrestre con due multiplex. Quanto alle frequenze necessarie, il direttore generale avrebbe sostenuto che il 50% sarebbe messo a disposizione dal ministero delle Comunicazioni e l’altro 50% potrebbe essere acquisito dalla Rai sul mercato delle Tv locali.
La Federazione degli editori, dalla sua, ha chiesto l’inserimento nel Ddl Gasparri di una norma che impedisca agli operatori televisivi di comprare giornali fino all’avvento della Tv digitale. E’ quanto emerso nel corso dell’audizione della Fieg presso la Commissione lavori pubblici del Senato.
Riguardo alla situazione Rai, il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, ha dichiarato che i problemi della Rai sono altri, e non sicuramente il conflitto di interesse. ¿Paga soprattutto – dice Gasparri – il fatto di essere un’impresa che deve competere con avversari sul mercato ma ha le caratteristiche e la pesantezza di un¿azienda pubblica. E in più condizionata dal forte rapporto con la politiche che certo non le giova¿. Il ministro conclude dicendo che: ¿l’azienda deve muoversi verso logiche di mercato. E spero di poter contribuire con una nuova legge che la porti in mari meno agitati¿.
Gasparri ha inoltre firmato con il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti il decreto con il quale viene determinata, per quest¿anno, la misura del rimborso per ciascun messaggio auto-gestito a titolo gratuito per le emittenti radiofoniche e televisive locali durante la campagna elettorale. L’iniziativa del governo si estende anche alle regioni e province autonome di Trento e Bolzano. Ora si attende la ratifica della Corte dei Conti. Ma secondo il ministero delle Comunicazioni non dovrebbe tardare ad arrivare.
Per le emittenti radiofoniche il rimborso è determinato in 7.50 euro, mentre per le emittenti televisive è di 22.50 euro, indipendentemente dalla durata del messaggio. Dalla somma complessiva di 5.329.138 euro, stanziata per l’anno in corso, alle emittenti radiofoniche locali vengono riservati 1.776.379.33 euro, a quelle televisive locali 3.552.758.67 euro, come si legge nel comunicato del ministero delle Comunicazioni.
¿La firma del decreto – dichiara il Ministro Gasparri – dimostra l’attenzione del governo verso le esigenze delle emittenti locali. Le televisioni e le radio private hanno bisogno di aiuto per poter operare. Quest’ultimo provvedimento stabilisce i rimborsi per i messaggi auto-gestiti, a titolo gratuito, trasmessi durante la campagna elettorale e referendaria¿.
Il ministro dice ancora che: ¿Il pluralismo dell’informazione si realizza dando a tutte le voci la possibilità di esprimersi. E questo decreto, insieme all’altra iniziativa del governo di rimuovere i lacci e laccioli che hanno imbrigliato l’informazione delle reti private durante le campagne elettorali scorse, è un atto che restituisce l’ossigeno necessario per continuare a lavorare con maggiore tranquillità. Anche perché, proprio le emittenti private – conclude il ministro – rappresentano uno spazio di comunicazione vitale per le varie realtà regionali¿.