Italia
La nuova normativa che disciplina il diritto d¿autore non trova d¿accordo Alessandro Tronconi, presidente dell¿ASMI (Associazione Sistemi e Supporti Multimediali Italiani).
In un comunicato diramato alla stampa Tronconi fa sapere che: ¿Da questa settimana nel nostro paese non si potrà più parlare di diritto di copia privata e di innovazione tecnologica e questo è solo il primo dei risultati di un¿arbitraria interpretazione e della seguente applicazione della direttiva 2001/29/CE su taluni aspetti del diritto d”autore¿.
Il presidente sostiene che la direttiva è corretta nei suoi principi, ¿perché di ispirazione liberale ma nell¿applicazione pratica ¿ spiega Tronconi – porterà i fruitori di supporti e apparecchi per la registrazione a dover corrispondere a SIAE un compenso che troviamo iniquo ed eccessivo¿.
L¿ASMI dice di aver anche proposto al governo il proprio contributo formale al decreto, per analizzare i limiti e le potenzialità dei vari testi proposti prima della stesura della legge definitiva, ¿veramente povera sul fronte delle soluzioni al tanto invocato problema della pirateria di contenuti¿, ma di non aver ricevuto dal ministero dei Beni Culturali (competente in materia) alcuna risposta.
Andando ad analizzare nel dettaglio il testo legislativo, Tronconi mette in luce alcuni punti ¿non convincenti e in palese contrasto con i principi fondamentali che hanno ispirato la direttiva comunitaria¿.
¿L¿articolo 39 del decreto di recepimento della direttiva ¿ spiega Tronconi – predispone aumenti abnormi (¿) A titolo di esempio, un CD-R dati da 650 megabyte, che oggi costa mediamente 0,56 euro, costerà circa 0,81 euro (+145%), e la misura del compenso passa da 0,0104 euro a 0,23 euro (+2300%). (¿) Si può ben capire che il calcolo effettuato è di carattere meramente economico (income), non tiene conto perciò né dei tassi di crescita delle tecnologie in rapporto alla quantità degli utilizzatori, né della fase economica non particolarmente felice del comparto ICT, né tanto meno del ciclo di vita dei prodotti presi in esame (ad es. Il DVD in Italia è una tecnologia ancora in fase di lancio) decretando di fatto la morte di prodotti come la cara cassetta audio (già in forte calo) che si vede imporre un compenso superiore al suo valore¿.
Riguardo poi ai supporti di registrazione vergini, che sono nati per permettere ad ogni utilizzatore di farne anche un uso personale (copiare, diffondere e conservare quanto creato e quindi di propria proprietà), non si può pretendere per legge un equo compenso, secondo Tronconi, ¿se non a fronte della certezza di copia privata di opere protette¿.
L¿indiscriminata estensione dei supporti e degli apparecchi digitali assoggettati al compenso non appare giustificata se solo si considera che, in questo modo, il consumatore potrebbe essere costretto a pagare un doppio o triplo compenso per il medesimo utilizzo di un”opera dell¿ingegno, per effetto dell¿applicazione congiunta del diritto esclusivo e del diritto a compenso.
Secondo il presidente dell¿ASMI ¿Questo decreto è un abuso dal punto di vista delle aliquote perché recepisce una direttiva europea di ¿armonizzazione¿ e non si tiene in alcun conto di elementari nozioni di statistica, come l¿esecuzione di una media ponderata per definire l¿entità del compenso, che è dal 200 al 500% più elevato penalizzando un intero comparto industriale e i propri consumatori¿.
¿Spiace cogliere a posteriori grossolane sviste del legislatore ¿ dice ancora Tronconi – come l¿applicazione di un compenso del 3% (videoregistratori e apparecchi audio) che dovrà essere corrisposta alla SIAE dal produttore sul prezzo indicato dal rivenditore, ma soprattutto osservare un legislatore che si impegna per mesi nella stesura di una legge tanto lungimirante quanto controversa al punto da obbligare la corresponsione ad autori e produttori di una quota fissa sull¿intera produzione di supporti di registrazione (quella che oneste aziende producono e onesti cittadini comprano) penalizzando tutti, e non solo chi viola la legge sul copyright.¿
¿Insomma ¿ conclude Tronconi – qualcuno ha evidentemente convinto il legislatore che la pirateria dei file audio e/o video è un costo sociale importante nel nostro paese che frena la diffusione della materia di ingegno, senza però considerare che il mercato dei CD-R/CD-RW non ha nulla a che vedere con la pirateria¿.
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