Italia
Continua la lotta della Polizia postale delle comunicazioni alla pedopornografia Internet.
Dopo un¿ampia indagine, durata più di un anno, si è chiusa ieri la maxi-operazione dalla procura di Venezia sotto la direzione del pm Michele Maturi, che ha portato a tre arresti, 132 denunce, centinaia di perquisizioni di cui una ventina si sono svolte negli ultimi giorni.
Nella rete sono finiti studenti, insegnanti, professionisti di ogni genere che usavano spesso il computer del posto di lavoro per i loro hobby proibiti, e anche frequentatori di parrocchie.
In questi mesi sono stati inoltre sequestrati oltre 200 pc e materiale pedopornografico comprendente migliaia di floppy disk, cd rom e audiovisivi, e sono stati oscurati undici siti – i cui server erano fisicamente in California – di comunità virtuali dove avvenivano gli scambi di materiale.
Secondo le informazioni della polizia, sono stati 1.300 gli italiani che durante il periodo dell¿indagine hanno contattato queste comunità virtuali.
I poliziotti, fingendosi anche loro pedofili, hanno creato una sorta di rete virtuale con tre basi (Venezia, Cuneo e Roma) per controllare le chat-line segrete in cui avveniva uno scambio continuo di materiale pedopornografico. I poliziotti sono riusciti a controllare in diretta gli individui sospetti acquisendo password segrete, entrando in siti leciti ma attraverso i quali si poteva accedere ad altri siti coperti in cui si svolgeva il traffico pornografico. Attraverso questa attività sono arrivati ad individuare undici siti apparentemente leciti prodotti in California: i siti sono stati oscurati perché nascondevano, attraverso password apposite, un traffico enorme di materiale pedopornografico. In pochi mesi i visitatori di tali siti erano stati almeno tre milioni, contatti dagli Usa soprattutto, ma anche dal Belgio, dall”Inghilterra, dall”Africa.
Le indagini si sono divise in due fasi: nella prima tranche – denominata Cybertrap ¿ è stato colpito chi offriva questo materiale in Rete, con la creazione di un server che ha funzionato da esca. Nella seconda fase – Sickos Club ¿ si è colpito chi chiedeva materiale pornografico avente per soggetti minori e bambini.
Le indagini, durate 15 mesi, hanno interessato anche maestri elementari, persone attive nel volontariato, medici, animatori che lavorano con comunità giovanili.
La maggior parte degli indagati sono molto giovani, per lo più tra i 24 e i 28 anni. Solo sei di loro superano i 57 anni.
In Lombardia e Lazio risiedono rispettivamente 18 e 17 degli indagati. Seguono la Campania con 15, l”Emilia Romagna, il Veneto e il Piemonte con 14. Le altre regioni hanno meno di 8 indagati.
Le persone indagate, come spiegano le autorità di polizia, hanno una conoscenza di Internet superiore alla media, con precedenti specifici o comunque una quantità e varietà di materiale impressionante, tutti elementi che ne fanno dei fruitori qualificati.
Le immagini scambiate su Internet riguardano bambini e ragazzi che vanno dai 2-3 anni fino all”adolescenza. Sui computer sequestrati è stato rinvenuto materiale che spesso riguarda invece bambini più piccoli, anche di pochi mesi.
I reati contestati sono diffusione per via telematica e detenzione di materiale pedopornografico.