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Gli azionisti di Motorola sono ai ferri corti con il presidente e CEO Christopher Galvin – nipote di Paul Galvin che fondò l”azienda nel 1928 – reo di aver incassato compensi per milioni di dollari, nonostante i risultati dell¿azienda non siano stati proprio brillanti. La contestazione è avvenuta durante il meeting degli azionisti, quando uno ad uno gli investitori hanno aspramente criticato il compenso immeritato di Galvin i cui tentativi di arginare la caduta in Borsa si sono limitati ai licenziamenti di personale.
¿¿Io non avrei guadagnato un cifra simile neanche in 10 vite, mentre lui continua a trarre profitto sulla disgrazia di centinaia di dipendenti che hanno perso il loro posto di lavoro¿, ha dichiarato l¿azionista individuale Jim Cook.
Galvin, che lo scorso anno ha guadagnato 2,8 milioni di dollari (1,3 milioni nel 2001), difende il suo compenso, affermando che tutti i bonus ricevuti si basano sul profitto e sulle performance della compagnia e che anche lui partecipa alle preoccupazioni dei contestatori, essendo uno dei 25 maggiori azionisti. ¿A causa delle esagerazioni degli anni ¿90¿ci siamo ritrovati con troppe divisioni e troppa capacità produttiva. L¿azienda non aveva altra scelta¿¿. La sua politica basata sui tagli occupazionali, insomma, è stata dettata da cause di forza maggiore quali la bolla speculativa e il crollo dei mercati del 2000-2001. Tant¿è.
Motorola, il secondo produttore mondiale di cellulari, nel 2000 impiegava 150.000 persone. Entro la fine dell¿anno la forza lavoro scenderà a 90.000 unità. Il titolo, dall¿inizio dello scorso anno, ha perso il 48% del suo valore.
Sono stati molti gli investitori a chiedere a gran voce le dimissioni di Galvin, nella speranza che un nuovo management porti una boccata d¿ossigeno alla compagnia. E chi lo ha fatto ha ricevuto lunghi applausi. A nulla sono valse le rassicurazioni sulle strategie prossime future, incluso il recupero di crediti per 2 miliardi di dollari dall¿operatore turco Telsim.