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Telekom Serbia: ascoltati dalla Commissione, Albano Bragagni e Maurizio Tucci

Italia



Audizione densa di dichiarazioni, quella di ieri della Commissione parlamentare d¿inchiesta su Telekom Serbia. A poco a poco, vengono a galla i tanti misteri dell¿operazione. Ad esempio, secondo fonti di agenzia, uno dei mediatori per conto di Telecom Italia dell¿operazione Telekom Serbia sarebbe stato un agente pagato dal servizio segreto serbo: Sdrja Dimitrijevic, professore di scienze biologiche e residente a Roma dal 1987. A fare il suo nome &#232 stato Albano Bragagni, presidente della Tratos Cavi Spa., ascoltato ieri dalla Commissione. Bragagni ha riferito le confidenze che il conte Gianni Vitali (altro mediatore) gli fece sul conto di Dimitrijevic: ¿Mi disse che era un colonnello che lavorava per i servizi segreti serbi¿. Dimitrijevic, cittadino slavo, master in economia e titolare in Italia di due agenzie turistiche, risulta essere uno dei cosiddetti ”facilitatori” dell”affare. Alla Mak Environment di Skopije, societ&#224 specializzata in mangimi per animali di cui Dimitrijevic era prestanome, Telecom Italia vers&#242, ad affare concluso e in due tranches, 30 milioni di marchi (il corrispettivo di 30 miliardi di vecchie lire) su un conto corrente in Svizzera. Dimitrijevic ha poi provveduto a girare 14 milioni di marchi al conte Vitali, amico intimo di Milosevic.

Bragagni conobbe Vitali nel 1995, quando era sindaco di Pieve Santo Stefano, e fu proprio lui a celebrare le nozze di Vitali con Miriam Tedeschi. Alla cerimonia erano presenti anche Claudio Nucci, medico del conte, sua moglie e Maurizio Tucci, all¿epoca dirigente di Ericsson Italia. Bragagni procur&#242 a Vitali un ¿aggancio¿ in Stet per Telekom Serbia. Secondo quanto riferito dallo stesso Bragagni ieri in Commissione, il conte parl&#242 di nuovo dell”affare dopo il giugno 1997, vale a dire ad acquisizione conclusa. E in quell”occasione Vitali rivel&#242 a Bragagni che ¿parte dei fondi &#232 andato ai servizi segreti serbi¿, e che ¿l”affare non l”aveva fatto lui, ma i serbi¿.

¿Vitali – ha specificato il presidente della Tratos Cavi – mi disse che chi veramente gest&#236 l”affare fu Sergio (Dimitrijevic, ndr), il quale lavorava per i servizi segreti serbi¿.

I servizi segreti serbi erano stati gi&#224 nominati dal conte Gianni Vitali, ascoltato lo scorso gennaio dal presidente della Commissione, Enzo Trantino, nel corso di un”audizione secretata tenutasi nell”abitazione del conte (una villa a Formello, vicino Roma). Sempre in quell¿occasione, Vitali rifer&#236 di avere in corso una causa contro la Banca di S. Marino: il conte avrebbe infatti trasferito da un conto corrente svizzero su un conto dell”istituto di credito di San Marino i 14 milioni di marchi che Dimitrijevic gli aveva girato. Ebbene, quei soldi sarebbero ¿spariti¿, o meglio sarebbero finiti sul conto di un altro cliente della banca. Da qui la causa contro la banca. Dall”audizione di ieri di Bragagni &#232 poi emerso che il presidente della Tratos Cavi (societ&#224 che ha operato e opera per forniture di cavi in Italia e all”estero) sarebbe stato sollecitato da Vitali affinch&#233 gli presentasse qualcuno in Stet che lo potesse aiutare per l”affare Telekom Serbia. Tramite Antonio Argentino (ex consulente di Telecom Italia che ha poi riferito di una richiesta di tangente da 120 miliardi di lire), Bragagni mise in contatto il conte con Antonino Aloia, ex direttore generale di Stet International. All”incontro, Bragagni ha detto di aver assistito solo per pochi minuti: ¿Mi sono alzato per andare a telefonare, per discrezione¿, e successivamente ¿non ho chiesto a Vitali cosa si fossero detti. Con lui riparlai dell”affare solo quando questo fu concluso¿. Bragagni ha inoltre riferito di aver pagato al conte Vitali tra i 50 e i 100 milioni di lire all”anno per tre anni come mediazione per entrare nella privatizzazione di una azienda serba di Novisad che fabbricava cavi: ¿Ma l”affare salt&#242 a causa della guerra¿.

Il Presidente della Commissione Enzo Trantino ha sentito anche Maurizio Tucci, ex dirigente di Ericsson e attuale amministratore delegato di Alenia Spazio. A Tucci, Trantino ha chiesto se fosse a conoscenza di quanto rivelato da Argentino, su presunti rapporti intimi tra lui e Donatella Dini: ¿Con Donatella Dini ho rapporti cordiali, superficiali, mai stati intimi ¿ ha chiarito Tucci. ¿Non conosco il marito e non ho mai pranzato a casa sua¿.

Sui 120 miliardi di lire chiesti alla Sirti da Gerarduzzi (ex dirigente Telecom) come tangente in cambio della commessa per ristrutturare l”intera rete telefonica in Serbia (5-6 mila miliardi di lire di valore), l”ex dirigente Ericsson (partner tecnologico di Tim) ha risposto di aver letto questa notizia su un articolo del ¿Giornale¿ firmato da Paolo Guzzanti. Ma – ha poi aggiunto ¿ ¿fino al giugno del 1998 (quando Tucci lasci&#242 Ericsson, ndr.) non si parl&#242 di rete fissa, perch&#233 la Serbia non aveva una lira¿. Eppure, appena un anno prima l”acquisizione del 49%, Telekom Serbia era stata pagata il corrispettivo di 1.500 miliardi di lire. Tucci ha inoltre riferito della sua amicizia con il conte Vitali, di cui fu testimone di nozze. Alla domanda se assieme parlassero di politica, l¿amministratore delegato di Alenia ha risposto di no, perch&#233 il loro ¿era diventato un rapporto di amicizia vero¿. Alle domande dei commissari su come giudicasse l”affare concluso con Telekom Serbia, Tucci ha aggiunto: ¿il prezzo non mi sembrava cos&#236 pazzesco. Da italiano ero contento perch&#233 avevamo messo una zeppa ai francesi e ai tedeschi¿, che con France Telecom e Deutsche Telekom erano concorrenti di Telecom Italia.

Alfredo Vito, di Forza Italia, nel corso dell”audizione di Maurizio Tucci in Commissione ha posto una serie di domande all”ex dirigente Ericsson su un contratto del marzo 1998 stipulato da Telecom Italia e ed Ericsson Italia per il collegamento telefonico tra le principali citt&#224 serbe e Belgrado. Secondo Vito, ci sarebbe stato un altro ¿contratto sovrastimato¿ tra le aziende telefoniche italiane e il governo serbo. Un contratto da 66 miliardi di lire stipulato dopo quello per l”acquisizione di Telekom Serbia. ¿Un funzionario jugoslavo, tale Petrovic – ha detto Vito ¿ reput&#242 la valutazione enormemente superiore alla reale fornitura. Tanto che quel funzionario si rivolse a Ericsson Svezia che offr&#236 la met&#224 dei 66 miliardi. Invece Petrovic fu rimosso¿.

Ma Tucci ha risposto di non ricordare questo contratto, nonostante fosse rimasto in carica a Ericsson Italia fino al giugno del 1998.

Il sito della Commissione d¿inchiesta su Telekom Serbia presso la Camera dei Deputati

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