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Si è riunita mercoledì l¿assemblea degli azionisti di Mediaset, che per acclamazione ha confermato alla presidenza del Gruppo Fedele Confalonieri.
Nella riunione si è anche deciso di snellire il Cda, portando i membri dai precedenti 18 agli attuali 15.
Dal Cda, come ci informa il comunicato stampa della società, sono usciti Tarak Ben Ammar (uomo molto vicino a Rupert Murdoch, ndr), An Mojto, Gilberto Doni e Claudio Sposito.
Mentre è entrato l”esperto di contabilità aziendale e docente all”Università Bocconi, Paolo Andrea Colombo.
L”assemblea dei soci, inoltre, ha approvato il bilancio che ha visto risultati davvero brillanti. In particolare nel 2002 il risultato netto è salito del 45,7% a quota 362 milioni di euro, mentre i ricavi netti consolidati sono ammontati a 2.316,1 milioni e la raccolta pubblicitaria è salita a quota 2.431,8 euro, con un incremento di 8,5 milioni rispetto al 2001. La capogruppo ha invece chiuso con un utile di 258,6 milioni di euro. Nel 2002 le reti Mediaset hanno complessivamente raggiunto uno share del 44,1% in prima serata, ottenendo il risultato più alto da quando esiste l”Auditel.
L”assemblea, infine, ha approvato la distribuzione di un dividendo di 0,21 euro per azione proposto dal Consiglio di amministrazione. Via libera anche all”istituzione di un piano di stock option e all”autorizzazione al Cda di acquisto e alienazione di azioni proprie.
Il presidente Confalonieri, a margine dell¿assemblea, è intervenuto anche sulla vicenda KirchMedia e ha ribadito l¿interesse del Gruppo per la società di media tedesca.
¿Non abbiamo perso definitivamente il treno, Mediaset è ancora in corsa per Kirch” ha commentato il presidente. Aggiungendo che, a tal fine, non è esclusa nemmeno una collaborazione con Haim Saban, il miliardario Usa che ha firmato un mese fa un accordo da due miliardi di euro per acquisire l¿asset delle Tv del Gruppo tedesco.
¿Potremmo lavorare con chiunque, a condizione di fare il nostro lavoro, che conosciamo bene¿, ha infatti affermato Confalonieri.
¿Saban ha fatto un”offerta abbastanza alta; ora deve presentare entro maggio un suo progetto. Noi siamo lì a guardare¿, hacontinuato il presidente, spiegando che “la vicenda è aperta ancora per un paio di mesi”.
¿Saban sta mettendo insieme un gruppo di investitori. Sono cose fluide, si parla, si fanno proposte e controporte¿. L”obiettivo, ha concluso, restano le retiTv del colosso tedesco dei media, riunite nel polo ProSiebenSat.1.
Il business televisivo in Germania resta quindi al centro dell”interesse del Gruppo, che da poco meno di un mese ha concluso anche un”altra importante operazione in Spagna, con l”acquisizione della maggioranzadi Telecinco.
“Siamo ancora sotto, siamo ancora sul pezzo”, ha concluso il presidente definendo la vicenda Kirch “una storia senza fine”.
Anche il direttore finanziario Marco Giordani è intervenuto nella questione, sottolineando che Mediaset sta guardando al business tedesco ¿in modo rilassato¿, ha commentato: ¿Sono solo dei contatti, non vere e proprie trattative”.
“Saban ha esposto il suo piano a Mediaset, come ha fatto con altri operatori, per entrare nel capitale di ProSieben.Sat con una quota di minoranza. Ma la sua proposta era lontana dalle nostre condizioni per il prezzo e anche per altri aspetti”, ha detto Giordani.
Il nostro Gruppo, vorrebbe ad esempio ¿intervenire nella gestione della società (¿) Difficilmente ci muoveremo dalle nostre condizioni¿, ha aggiunto il Cfo sottolineando che i giochi sono tutti in mano a Saban.
“Se trovasse i soldi alle sue condizioni – ha concluso Giordani – noi saremmo fuori, ma se fa faticasse a trovarli, potrebbe rivedere la proposta fatta a noi”.
Il piano di Saban di acquisire la maggiore Tv commerciale tedesca è inciampato oggi in alcune riserve avanzate dalle banche creditrici di KirchMedia.
Le banche hanno scritto infatti una lettera a Saban, come rivelano alcune fonti, in cui si dice che non accetteranno un nuovo business plan e alcuni cambiamenti legati al prestito, presentati loro una settimana fa.
Marco Giordani ha parlato anche dell¿ipotesi di aggregazione tra Wind e Albacom, riferendo che non è mai stata presa in considerazione da Mediaset, che della seconda detiene il 19,5% del capitale.
¿Non l¿abbiamo mai presa in considerazione ¿ ha commentato Giordani – E” un progetto che non abbiamo studiato¿.
Giordani ha smorzato anche l¿altra ipotesi circolata negli ultimi tempi, secondo cui Albacom potrebbe diventare un polo di aggregazione per piccole società di telecomunicazioni come Atlanet.
¿E” un” operazione difficile – ha detto Giordani ¿ non in questo momento¿.
Al termine dell¿Assemblea degli azionisti, il vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, ha dichiarato: ¿Mediaset non ha oggi alcuna particolare intenzione di entrare direttamente nel capitale del gruppo Telecom¿, smentendo quindi le indiscrezioni di stampa dei giorni scorsi secondo le quali Mediaset punterebbe appunto ad aumentare la propria quota in Telecom Italia.
¿Siamo nel gruppo Telecom attraverso una piccola quota in Hopa. E” un po” troppo dire che entriamo in Telecom¿ ha precisato poi il presidente Confalonieri.
Nei giorni scorsi indiscrezioni di stampa avevano svelato l”esistenza di opzioni di acquisto e di vendita legate alla presenza di Mediaset e Fininvest in Hopa. Opzioni che permettono alle società della famiglia Berlusconi di rivendere a prezzi prefissati le azioni in Hopa o di entrare direttamente in Telecom entro l”inizio del 2008
“Queste opzioni rientrano nella normale struttura dell”operazione” ha spiegato poi il direttore finanziario Marco Giordani, che ha ricordato che Mediaset detiene 2,73% di Hopa e Finvest il 2,6%.
“Per l”opzione put ci siamo semplicemente riservati una certa possibilità di liquidabilità, visto che prima avevamo una quota di minoranza in una società quotata (Olivetti), ha detto Giordani. Quanto alla call, ha precisato, ¿è un modo per tornare al punto di partenza nel caso le nostre strade si dovessero dividere fra 5 o 6 anni”.