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Qwest Communications International, colosso della telefonia Usa, quarta nei collegamenti urbani e con attività in quattordici Stati, finanzierà con 3,5 miliardi di dollari di debito il completamento della cessione delle directories, ossia gli elenchi telefonici, a due società di buyout, fra cui il fondo Carlyle. L”operazione avverrà attraverso la concessione di un prestito da 1,9 miliardi di dollari da parte delle banche, mentre altri 1,6 mld verranno reperiti dalla vendita di obbligazioni a rischio elevato, i cosiddetti junk bond.
La cessione delle directories era stata formalizzata nello scorso mese di agosto, a un prezzo complessivo di 7,05 miliardi di dollari, uno dei più elevati nell”ambito delle operazioni di leverage buyout (acquisto di una determinata società con ricorso a prestiti), e aveva permesso all¿azienda telefonica di evitare la messa in bancarotta. A rilevare questo ramo di attività, oltre al fondo Carlyle, era stato Welsh, Carson, Anderson & Stowe.
La cessione delle directories doveva peraltro avvenire per gradi. A novembre le due società acquirenti avevano pagato 2,75 mld di dollari per la prima tranche e adesso sono tenute a onorare l”impegno a pagare gli altri 4,3 mld di dollari, di cui 950 milioni in contanti.
La vendita delle obbligazioni a rischio da parte di Qwest potrebbe rivelarsi inoltre un¿opportunità interessante per i compratori delle directories; i junk bond da qualche tempo a questa parte sono infatti molto richiesti, con la conseguenza che Carlyle e Welsh Carson potranno rivendere a loro volta questi titoli a un prezzo maggiorato.
Qwest si trova tuttora sotto inchiesta per aver gonfiato i ricavi negli ultimi due anni, per complessivi 2,21 miliardi di dollari. La vendita delle directories dovrebbe permettere alla compagnia telefonica di ridurre l” indebitamento, che ammonta a 22,6 mld di dollari.