Italia
Ipse 2000 dovrà pagare al governo italiano 826 milioni di euro per la porzione aggiuntiva di frequenze, pari a 5 MHz, che la società aveva ricevuto al momento dell¿acquisto della licenza UMTS, in qualità di nuovo entrante. Lo rende noto il sottosegretario per le Comunicazioni, Giancarlo Innocenzi.
Ipse 2000, controllato da Telefonica (che detiene il pacchetto di maggioranza), Capitalia, Acea e Fiat, aveva chiesto nel novembre dello scorso anno di poter restituire i 5 Mhz per potersi liberare dall”obbligo di pagamento delle restanti 8 rate annuali (per un valore complessivo di 826 milioni di euro). Ma ¿¿non si è ritenuto ¿ ha chiarito Innocenzi – di poter accogliere la richiesta suddetta sentiti al riguardo anche l”Autorità” di garanzia per le Comunicazioni e il ministero dell”Economia¿.
Le attività di Ipse erano state congelate nel febbraio scorso, in seguito al ridimensionamento delle stime di redditività dei servizi 3G. Il Gruppo, che ha aggiornato al 30 giugno prossimo l”approvazione del bilancio 2002, sta attraversando un periodo di grave difficoltà finanziaria, che ha indotto i soci a rivedere i progetti iniziali. L¿Unione europea sta studiando la validità della proposta di trasformare il gestore in un operatore mobile virtuale operante sulle reti degli altri gestori.
Il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha commentato che la decisione di non cambiare le regole stabilite al momento dell”asta per le licenze, è stata presa per non discriminare gli altri operatori.
Ipse 2000 non ha rilasciato commenti.