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la dottoressa Tracey Bessell, della Monash University di Victoria, ha condotto uno studio su 104 farmacie in Rete dal quale è emerso che la maggior parte di questi siti non fornisce informazioni adeguate sui prodotti in vendita.
Dei siti presi in esame, 41 non forniscono nessuna indicazione circa i medicinali in commercio, gli altri danno informazioni scarne e di bassa qualità, quindi di nessuna utilità per gli utenti, i quali ¿¿non sono messi nelle condizioni di fare una scelta oculata, che bilanci i vantaggi e i rischi dell¿assunzione di un determinato medicinale¿, riferisce Bessel.
A conferma di questa affermazione, aggiunge la Bessel, 27 siti sparsi in 13 Paesi (tra cui Stati Uniti e Gran Bretagna) hanno messo in vendita un medicinale chiamato ¿erba di San Giovanni¿, usato per curare casi di depressione lieve, ma solo tre di essi avvertono i consumatori sui potenziali pericoli dell¿assunzione di questo prodotto in concomitanza con altri farmaci, tra cui quelli per curare i disturbi cardiaci e la pillola anticoncezionale.
Soltanto 30 e-farmacie di quelle considerate nello studio ¿ pubblicato sulla rivista scientifica Quality and Safety in Health Care – rimandano a siti specializzati e meno di un terzo di essi fornisce informazioni riguardo le malattie generiche.
In molti Paesi – Australia, Canada, Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Stati Uniti – sono stati introdotti degli standard per regolamentare la vendita di farmaci su Internet, ma il medico dichiara che molte e-farmacie non rispettano i più comuni criteri di protezione dei clienti. ¿Attualmente, dunque, le cure fai-da-te non sono affatto sicure¿, conclude Bessel.