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A occuparsi del caso Telekom Serbia sarà anche la Corte dei Conti. Lo ha deciso il presidente Enzo Trantino (An) a conclusione di una accesa seduta a porte chiuse della Commissione. Trantino scriverà una lettera al procuratore generale della magistratura contabile perché avvii un”indagine che accerti gli eventuali danni erariali a seguito dell”affaire Telekom Serbia, e affinché valuti se vi siano estremi per avviare accertamenti sulla condotta degli amministratori dell”ex Cda della Stet e di quanti altri abbiano concorso all”acquisizione della società telefonica serba.
La lettera si propone di interrompere il termine di cinque di prescrizione per chiedere un eventuale risarcimento del danno. Termine che – secondo quanto si è appreso – dovrebbe scadere il prossimo maggio, prendendo in considerazione la data di maggio 1998 di presentazione dei bilanci Stet-Telecom. Mercoledì la lettera verrà sottoposta al plenum della Commissione, che dovrà votarla.
A chiedere l”immediato intervento della Corte dei Conti per arrestare i termini di prescrizione è stato il capogruppo di An, Giuseppe Consolo. Alla richiesta si è opposto il centrosinistra. Il presidente della Commissione, Trantino, ha perciò sollecitato una pausa di riflessione di una settimana per mettere la Commissione – ha detto – ¿al riparo da ogni fretta colpevole¿.
L”acquisizione di Telekom Serbia risale al giugno del 1997, prima dunque della privatizzazione di Telecom Italia. La legittimità della Competenza della Corte dei Conti, tuttavia, non per tutti è pacifica: dipenderebbe dall”accertamento della maggioranza di capitale sociale pubblico della Stet all”epoca dei fatti.
La Commissione parlamentare d”inchiesta continua a lavorare anche su un”altra ipotesi: chiamare gli amministratori del Cda della Stet che deliberò l”affare Telekom Serbia a rispondere in proprio di responsabilità patrimoniali, sulla base dell”art. 2392 del codice civile. Competente potrebbe essere il tribunale civile di Roma o di Torino. La territorialità della competenza dipende dall”accertamento del luogo e della data esatti della delibera con cui il Cda della Stet diede mandato all¿amministratore delegato di acquisire il 29% di Telekom Serbia.
I danni arrecati all”erario dall”operazione Telekom Serbia ””possono quantificarsi in almeno 700 miliardi”” di vecchie lire, sottolinea il capogruppo di An in Commissione, che ha chiesto formalmente al presidente Trantino di ¿informare il procuratore generale della Corte dei Conti del grave danno erariale che la vicenda Telekom-Serbia può avere provocato¿.
¿Il magistrato contabile – sottolinea Consolo – è infatti competente, ai sensi dell” art. 100 della Costituzione, per chiedere agli amministratori dell” epoca della Telecom e della Stet che avallarono l” operazione il risarcimento dei gravi danni subiti dall” erario¿. ¿Mi meraviglio – conclude il senatore di An – che la procura della Corte dei Conti non si sia ancora autonomamente mossa nonostante l”ampio risalto che la stampa ha dato all”intera vicenda¿.
Sentito anche Filippo Lardera, ex vicepresidente di Ubs (Unione delle banche svizzere), che prima ha invocato il segreto bancario e poi, dopo che il presidente Trantino gli ha fatto notare che per il regolamento della Commissione non c”è segreto che tenga, si è avvalso della facoltà di non rispondere, in quanto semplice audito. La Commissione parlamentare d”inchiesta sull”affaire Telekom Serbia ha però deciso di riconvocarlo, questa volta come testimone sotto giuramento. La Ubs è stato l”advisor di Telecom Italia per l”acquisizione di Telekom Serbia.
La Commissione vuole innanzitutto capire perché la Ubs cambiò parere sul valore di Telekom Serbia: da circa 2.500 miliardi di lire si passò a circa 3.100 miliardi. Una cifra, questa, molto vicina ai 4mila miliardi stimata da Natwest, l”advisor per la Serbia.
Lardera non è stato quindi ascoltato dalla procura di Torino, titolare dell”inchiesta sull”affare Telekom Serbia. Il vicepresidente della Ubs ha detto di essere disposto a collaborare con la Commissione ma di non voler incorrere nelle sanzioni penali e civili previste dalla Svizzera per chi viola il segreto bancario. Il presidente della Commissione, Trantino, ha fatto valere l”art. 3 paragrafo 4 del regolamento, in base al quale dinanzi alla commissione parlamentare d”inchiesta non è opponibile il segreto d”ufficio, bancario o di alcun genere. Trantino ha dato quindi a Lardera la possibilità di rispondere subito, chiedendo la secretazione dell”audizione, oppure di avvalersi della facoltà di non rispondere per essere poi riconvocato a maggio come testimone sotto giuramento. Lardera ha scelto questa seconda possibilità per poter preventivamente informare i legali della Ubs.