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Il neopresidente della Rai Lucia Annunziata, intervenendo al dibattito organizzato dalla Fnsi sull’informazione in tempo di guerra – ¿Guerra in Iraq. I giornalisti riflettono sull’informazione¿ ¿ è tornata a parlare di Biagi e Santoro.
Sostenendo ¿Il problema della Rai è che ha fuori troppe delle voci che ha creato. Troppe. Penso a Biagi e Santoro, ma non solo a loro (¿) Mi ricordo una Rai in cui c’erano tutti: Vespa, Santoro, Minoli, Lerner e io. Ecco, in questo momento, la Rai avrebbe potuto e dovuto utilizzare tutta una gamma di voci. Il servizio pubblico deve tornare a declinare tutte le professionalità a tutti i livelli¿.
Il presidente ha così indirettamente annunciato il ritorno nei palinsesti di Viale Mazzini di programmi condotti da Michele Santoro e da Enzo Biagi.
Dopo aver difeso tanto la scelta di aver lasciato gli inviati a Baghdad quanto il coraggio di aver smontato i palinsesti per dare più spazio ai commenti e alle notizie sulla guerra nonostante il calo dell’audience, Annunziata, rispondendo ai rilievi di Furio Colombo direttore de ‘L’Unità¿ sui programmi di Socci (Excalibur) e di Vespa (Porta a Porta), ha sottolineato che è impensabile che la Rai possa entrare nel merito delle trasmissioni giornalistiche.
¿Concordo con lui sul fatto che il pluralismo è importante. Ma trovo abbastanza pesante entrare nel merito della conduzione di altri programmi, come quelli di Socci e Vespa. Come presidente – giornalista vi dico che il cardine della libertà di informazione è la libertà del giornalista. Sappiate che per me è impensabile entrare nel merito della confezione dei prodotti. Ognuno deve essere libero, poi nel tempo verranno valutati i risultati¿.
¿Io vorrei – ha aggiunto la Annunziata – più persone, più declinazioni editoriali, più voci. Ma non penso che il compito di un presidente o di un direttore generale sia entrare episodicamente nei contenuti delle singole trasmissioni¿.
Tornando poi, allo specifico tema del convegno, l’informazione in tempo di guerra, la Annunziata ha detto che: ¿Con l’informazione di guerra, la Rai ha saputo riconquistare la sua leadership. Dimostrando la forza della storia del servizio pubblico nella contrapposizione con il privato, perché in vicende come queste l’inseguimento degli ascolti non deve essere il dominus¿.
Intanto si apprende la notizia che la Rai ha chiesto agli inviati a Baghdad di non uscire per nessun motivo dall’albergo in cui si trovano. Il presidente ha spiegato che già sabato ha mandato un fax in albergo ai giornalisti a Baghdad, d’accordo con i direttori di testata, per raccomandargli di non lasciare l’albergo, anche se invitati dal ministero dell’Informazione iracheno.