Deminor si oppone alla fusione Pirelli-Telecom

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Alcuni azionisti di Telecom Italia, rappresentati dalla Deminor – societ&#224 di consulenza per investitori istituzionali – hanno deciso di dare battaglia al progetto di fusione Pirelli-Telecom, ritenendolo ingiusto nei confronti degli azionisti di minoranza del gruppo telefonico. Deminor, che rappresenta circa l¿8% del capitale Telecom, chiede nuove condizioni per la fusione da 9 miliardi di euro tra l”operatore telefonico e la controllante Olivetti e minaccia altres&#236 di passare ad azioni legali.

L¿operazione, ufficializzata poche settimane fa, ha portato all¿accorciamento della catena di controllo di Telecom Italia, l¿ex monopolista italiano delle tlc guidato da Marco Tronchetti Provera, ma ha scatenato la disapprovazione degli investitori, che hanno subito criticato il rapporto di concambio, fissato in una azione Telecom ogni sette Olivetti. Il concambio &#232 stato deciso dal management su indicazioni degli advisor, tenendo conto dei valori di mercato dei titoli che, secondo la societ&#224, penalizza gli azionisti di Telecom Italia. ””E” sbagliato, per Olivetti bisognava usare piuttosto il Nav (net asset value) – hanno ripetuto i responsabili di Deminor –ma anche ammettendo l”utilizzo del metodo del valore di mercato si doveva tenere conto dell”effetto del diritto di recesso da parte degli azionisti di Ivrea a seguito del cambio, discutibile, della ragione sociale¿in quel caso ci sarebbe stato un effetto sul prezzo dei titoli Olivetti, con una modifica del rapporto di concambio a 9-1″.

Secondo Umberto Mosetti, rappresentante di Deminor in Italia, l” operazione ¿non ha alcuna giustificazione logica¿, e comporta un trasferimento di valore tra i 2,6 e i 5 miliardi di euro. ¿Utilizzeremo tutti gli strumenti per opporci all”operazione cos&#236 come &#232 strutturata, compresa un”azione legale”, ha detto Mosetti in una conferenza stampa. I fondi d¿investimento ¿ di cui Mosetti non ha rivelato i nomi, parlando in modo generico di ¿importanti azionisti, hedge fund e asset manager” – hanno definito la fusione un ”furto” e hanno protestato contro la presunta mancanza d¿indipendenza delle banche che l¿hanno approvata, pagate dall¿azienda telefonica.

Per l¿immediato futuro, Deminor pensa a un “confronto sereno, la nostra non &#232 una protesta, ma vogliamo perseguire tutte le strade istituzionali instaurando anche un dialogo con tutti i soggetti interessati, a partire dagli amministratori indipendenti nel consiglio di Telecom con cui i colloqui sono gi&#224 a buon punto¿.

Per quanto riguarda una possibile azione giudiziaria, Erik Bomans, partner di Deminor, ha reso noto che esistono solide basi legali che tuttavia non sono state rivelate per motivi strategici. Bomans, comunque, dichiara che ¿¿il concambio &#232 sbagliato. I nostri legali sono fiduciosi che potremo sfidare, bloccare e impedire la realizzazione di questa transazione¿ . Anche se gli analisti ritengono che le possibilit&#224 di vittoria siano poche, nonostante le prove che la fusione non sia vantaggiosa per gli azionisti Telecom, quanto per quelli Olivetti.

Un portavoce Telecom Italia risponde alle critiche, dicendo che “si tratta di osservazioni alle quali le aziende hanno gi&#224 dato negli ultimi tempi, ripetutamente, ampie ed esaustive risposte”.

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