Italia
Importante iniziativa del Telefono Azzurro, che ha dimostrato come sempre una grande sensibilità e attenzione, davanti a temi toccanti che riguardano da vicino i bambini.
I mass media ¿hanno una grande responsabilità nell¿informare ed aggiornare il proprio pubblico, responsabilità che è ancor più grande quando i temi sono quelli della guerra, del terrorismo, della morte¿.
Così il Telefono Azzurro introduce le sue linee guida per i giornalisti, e ricorda: ¿¿se è vero che un giornalista ha il dovere di informare ed aiutare le persone a comprendere quanto accade nel mondo, è altrettanto importante che nello svolgimento del proprio lavoro sia sensibile ai bisogni e ai diritti dei bambini e degli adolescenti¿.
Ernesto Caffo presidente dell¿Associazione – Ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso l”Università di Modena e Reggio Emilia – alcune settimane fa aveva dichiarato: ¿In questi giorni, la notizia della guerra occupa ampio spazio nei telegiornali e nei programmi di approfondimento: ripetutamente siamo sottoposti ad immagini di morte, di bombardamenti, di missili che colpiscono edifici al suono di sirene, degli aerei e degli scoppi. E¿ necessario che le televisioni pubbliche e private evitino di utilizzare l”informazione in modo emotivo, con immagini che possano turbare la mente dei bambini di fronte al piccolo schermo, rendendoli vittime ”indirette e secondarie” della guerra¿.
Telefono Azzurro ha lanciato anche un numero telefonico 199443201, dedicato alle paure dei bambini legate al conflitto appena scoppiato.
Caffo ha spiegato quali sono i possibili effetti di una comunicazione inadeguata sulla guerra. ¿Immagini violente linguaggio troppo esplicito e un clima generale di ansia e di tensione possono determinare nei ragazzi un senso di paura e di inadeguatezza, che possono a loro volta essere fonte di profondi disagi e di intensa sofferenza¿.
¿In ogni caso ¿ ha concluso Caffo – è importante che i genitori e gli adulti di riferimento come gli educatori e gli insegnanti, parlino con i bambini, discutendo con loro le notizie e le immagini viste in televisione, accogliendo le loro domande e rassicurandoli¿.
Il Telefono Azzurro ha deciso di portare avanti con gran forza l¿iniziativa ¿La Paura della Guerra¿ (http://www.fioridazzurro.it/telefono/guerra.htm) e in questi giorni ha diffuso un vademecum ai direttori dei Tg e dei contenitori televisivi, perché nel mandare in onda determinate immagini, ricordino che davanti alle Tv ci sono molti bambini.
Caffo ha chiesto:
1) Inserire un segnale che indichi la natura traumatica del contenuto che si sta trasmettendo o comunque avvisare il telespettatore (come previsto anche nel codice ministeriale di autoregolamentazione TV e minori).
2) Limitare dimensioni, posizionamento, quantità e ripetizione nel tempo delle illustrazioni e delle descrizioni.
3)Fornire fotografie dell”evento e delle immediate conseguenze solo se rilevanti e illustrano un particolare aspetto della storia, piuttosto che semplicemente come sfondo.
4)Limitare la quantità ed il tipo di aggiornamenti durante le ore di fascia protetta per i bambini.
5)Limitare o evitare di promuovere telegiornali con drammatiche prime notizie o immagini di apertura.
6)Ricordare che, in base alla Carta di Treviso, avere il consenso dei genitori per ogni intervista dal vivo o registrata con un bambino/adolescente non autorizza il giornalista al trattamento dei dati personali del bambino.
7) Fare in modo, in ogni caso, che un genitore (ove possibile anche un professionista della salute mentale) siano presenti quando si intervistano un bambino o un adolescente.
8) Comprendere che in occasione di un anniversario, un bambino può rivivere un evento traumatico.
9) In occasione di anniversari, limitare la riproposizione delle immagini di repertorio originali.
E ancora il vademecum continua:
1) Evitare sensazionalismi relativi ad eventi di cui non si conoscano con certezza alcuni elementi Chi? Cosa? Quando? Dove o perché? o speculazioni da parte di professionisti non adeguatamente specializzati.
2) Cercare interlocutori adeguati, coinvolti nell”evento ed in una posizione tale da garantire informazioni accurate/attendibili.
3) Evitare di raccogliere testimonianze da persone evidentemente sotto shock per l”esperienza vissuta e chiaramente in una situazione di lutto.
4) Riconoscere che un bambino non è un soggetto adeguato per un¿intervista: è impreparato, interpreta gli eventi da un punto di vista soggettivo e può sentirsi in colpa per le cose che dice in fretta.
5) Riconoscere che la ripetizione di un servizio relativo ad un evento drammatico (magari con dettagli tecnici) può rendere l”ansia contagiosa o indurre all”imitazione di alcuni comportamenti.
6) Evitare di enfatizzare un atto o una persona, limitandosi a descrivere le modalità del crimine ed il sospettato.
7) Descrivere gli sforzi fatti per prevenire il ripetersi di simili eventi, la ricerca delle cause e le misure di sicurezza adottate.
8) Inserire l”evento in prospettiva, indicando la probabilità che tali tragedie si verifichino nella vita di tutti i giorni.
9) Presentare anche storie di speranza.
10) Presentare anche gli aspetti positivi della storia e i progressi fatti nella gestione del trauma.
11) Incoraggiare i genitori a monitorare l”accesso dei bambini alla televisione. In ogni caso, parlare con i bambini di ciò che hanno visto e sentito.
12) Fornire informazioni sui segnali di allarme relativi alle diverse forme di disagio infantile ed eventuali risorse cui rivolgersi per assistenza.
13) Fornire informazioni su cosa i bambini e le famiglie possono fare per aiutare le vittime di un evento traumatico.
Per maggiori approfondimenti: