La riforma radioTv passa alla Camera. Gasparri:

di Raffaella Natale |

Italia


La riforma del sistema radiotelevisivo passa alla Camera. l’aula ha approvato il Ddl Gasparri con 284, su 516 deputati presenti, la maggioranza richiesta era di 259.
l’iter prevede ora che il provvedimento venga discusso al Senato. E¿ stato il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ad aprire la seduta. ¿Non c’è stato dolo¿ ieri nella conduzione dei lavori parlamentari da parte della presidenza della Camera, anche se qualche errore può esserci stato, è stato il commento di Casini.

Ilpresidente della Camera ha sottolineato che ¿ogni tanto c’è caoticità nei lavori parlamentari, e ieri certo il presidente non e’ stato aiutato dai colleghi a creare un clima di serenità¿. Aggiungendo che si era creata ¿una situazione di grande difficoltà¿.

 

Casini, poi, pensando alle parole pesanti che sono partite ieri dai banchi dell’opposizione, ha detto: ¿Ieri ho biasimato con durezza episodi inqualificabili. Se uno getta un epiteto come fascista nei miei confronti fa poco onore a se stesso più che a me, che resto indifferente. Sono fatti che si commentano da soli, questi fatti sono accaduti e sono inqualificabili, speriamo che non si ripetano. Chi ha maggiore responsabilità abbia più senso della misura¿.

 

Il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, dopo l’esito della votazione ha commentato: “Sono comunque soddisfatto perché si è compiuta un’altra tappa del cammino della legge, cammino che ho sempre previsto faticoso e con degli ostacoli, ma che comunque prosegue”. 

Gasparri pensa già al cammino del provvedimento al Senato, dove sarà confermato l’impianto base della legge. Del resto “a una seconda lettura alla Camera – commenta il ministro – ero mentalmente preparato”

Riguardo, invece, alle norme antitrust – in una conferenza stampa tenuta alla Camera subito dopo il via libera dell’aula – il ministro ha detto che devono essere ridiscusse.

L’articolo abrogato prevedeva che nessun operatore del settore media potesse detenere oltre il 20% della raccolta pubblicitaria riferita all’insieme delle risorse del sistema. Un limite più basso al 10% era previsto per gli operatori delle telecomunicazioni che abbiano anche televisioni come Telecom Italia.

Gasparri ha commentato ¿Siamo convinti che il 10% proposto per gli operatori di telecomunicazioni sia una proposta equa. Ma il governo si rimetterà all’aula perché emendamenti volti a modificare questo limite sono stati proposti sia da maggioranza che da minoranza¿.

Il voto di ieri dell’aula reintroduce nel provvedimento Gasparri gli attuali limiti antitrust riferiti al numero di concessioni Tv nazionali che ogni singolo operatore può detenere.

Si tratta di quei tetti che stabiliscono tra l’altro l’obbligo per Rete4 di Mediaset di trasmettere in via digitale e non più in analogico a partire dal primo gennaio del prossimo anno.

La nuova formulazione dell’articolo 15 del ddl Gasparri approvata ieri stabilisce che in nessun caso un soggetto privato può essere destinatario di più di due concessioni televisive nazionali in tecnica analogica.

Nel momento in cui sarà completato il passaggio dall’analogico al digitale, uno stesso fornitore di contenuti, anche attraverso società controllanti, controllate o con esso collegate, non può essere titolare di licenze che consentano di diffondere più del 15% del totale dei programmi televisivi irradiati su radiofrequenze terrestri in tecnica digitale in ambito nazionale.

 

In realtà, come spiegato dal ministro Gasparri, il testo attuale ¿prevede una incongruenza che dovrà essere sistemata nell’ulteriore passaggio parlamentare¿.

L’articolo 25 del provvedimento prevede infatti una fase transitoria che va dal momento di approvazione della legge al 2006, termine previsto per la fine delle trasmissioni in tecnica analogica, durante i quali rimarrebbe la situazione attuale.

L’articolo 15 stabilisce poi che i destinatari di concessioni televisive nazionali che controllano una quota pari al 20% o superiore delle risorse economico-finanziarie del settore televisivo via etere terrestre in tecnica analogica non possono controllare, direttamente o indirettamente, quotidiani o emittenti radiofoniche; le concessionarie di pubblicità che raccolgono pubblicità per non più di due emittenti nazionali in analogico o emittenti in digitale che non superino il 20% dei proventi possono raccogliere pubblicità anche per emittenti locali non collegate.

 

Intanto il presidente dei deputati della Lega Nord Alessandro Cè ha fatto sapere che a suo avviso urge ¿un chiarimento¿nella maggioranza dopo lo ¿strappo politico forte di ieri, da parte dell’Udc’ sul ddl Gasparri.

Secondo Cè il premier dovrebbe farsi ¿interprete di questa esigenza¿ e avviare un chiarimento. Concludendo ¿la legislatura è lunga e noi non siamo disponibili a sopportare per troppo tempo posizioni trasversali che per la maggioranza diventano laceranti¿.

 

Sulla questione è intervenuto anche Publio Fiori (An), vicepresidente della Camera, che ha sostenuto che ¿Il voto segreto previsto dall’art.49 del Regolamento della Camera è posto a garanzia dei specifici e fondamentali diritti costituzionali. Pertanto rappresenta una modalità per garantire ai deputati il diritto di votare secondo coscienza e senza vincolo di mandato così come previsto dall’art. 67 della Costituzione¿.

Fiori ha aggiunto che ¿Pertanto i deputati hanno il diritto di votare secondo coscienza specie quando sono in discussione i principi e i diritti di libertà di cui agli articoli della Costituzione indicati dall’art.49 del Regolamento e qualunque tipo di richiamo alla disciplina di partito e alla coerenza di maggioranza va respinta al mittente perché rappresenta una illecita interferenza nelle prerogative costituzionali dei parlamentari (¿) Credo che un Parlamento capace di conservare una propria autonomia di giudizio e una propria dignità di scelta sia di gran lunga da preferire ad un parlamento subalterno e prono dinanzi alle decisioni della partitocrazia. La nazione non vuole una Camera dei deputati trasformata in un ‘votificio’ senza anima, ma chiede ai suoi rappresentanti l’orgoglio e il coraggio di comportarsi in piena libertà così come previsto dall’art.67 della Costituzione¿.

 

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