Italia
La procura di Roma ha citato in giudizio i vertici e i soci di Blu, nell¿ambito di un¿inchiesta volta a chiarire le anomalie nella gara per le licenze dell”Umts, i telefonini di terza generazione, svoltasi nel 2000. Le ipotesi di reato su cui lavorano i magistrati sono aggiotaggio e turbativa d”asta, nel sospetto che Blu abbia partecipato alla gara, nonostante la consapevolezza del successivo ritiro. In sostanza, la partecipazione avvenne – secondo il magistrato – al solo scopo di ottenere la restituzione della fidejussione di quattromila miliardi di lire già versata al governo, cosa impossibile se la rinuncia fosse avvenuta prima dello svolgimento della gara.
I soci di Blu avevano infatti garantito, “¿mediante telefonate al ministro delle Comunicazioni Cardinale e dichiarazioni alla stampa, che erano stati superati i contrasti tra i soci e si era deciso di partecipare alla fase dei rilanci competitivi per vincere”. Essi avrebbero, inoltre, simulato “una partecipazione effettiva, mentre, in realtà, per i non sanati dissidi interni, non avevano disponibilità finanziarie idonee ad una progressione ragionevole di aumenti dell”offerta, tale da consentire, in relazione alla note potenzialità dei concorrenti e alle attese diffuse sul livello dei prezzi di aggiudicazione, il conseguimento di una delle licenze; e miravano a evitare le conseguenze giuridiche ed economiche che avrebbe comportato un ritiro, se attuato dopo la prima offerta, già effettuata nella misura di 4.000 miliardi di lire, e prima della fase dei miglioramenti competitivi”.
Nell¿inchiesta – condotta dal procuratore aggiunto Pasquale Lapadura e dal sostituto Salvatore Vitello – sono indagate 21 persone: l”ex presidente di Blu e attuale presidente dell”Unione industriali di Roma Giancarlo Elia Valori, l¿ex amministratore delegato Enrico Casini e Angelo Milanello, Davide Croff e Luigi Abete (Bnl), Francesco Gaetano Caltagirone e Fabio Gera (Gruppo Caltagirone),Gilberto Benetton e Gianni Mion (Edizioni Holding), Alberto Meomartini e Sergio Primus (Italgas), Vito Gamberale (Autostrade), Pasquale Cannatelli (Mediaset), William Bruce Hicks (Vistacom), Luigi Cera e Ferdinand Willeit (Sitech) e Bob Warner (British Telecom).
Blu partecipò alla gara per l”assegnazione delle cinque licenze UMTS assieme ad altri cinque concorrenti: Tim (Telecom Italia), Omnitel (Vodafone), Wind, (Enel – France Telecom), Andala (consorzio guidato da Hutchinson Whampoa e fiscali) e il gruppo Ipse (Telefonica, Fiat e Banca di Roma). L¿ipotesi del ritiro dell¿operatore era stato ampiamente anticipato per motivi, pareva, legati a contrasti interni al consorzio di imprese che lo finanziavano. Infine, il Gruppo partecipò all¿asta ma ¿dopo pochi rilanci ¿ il 23 ottobre alza bandiera bianca e si ritira dalla gara. Le licenze furono assegnate a Tim, Omnitel, Wind, H3G e Ipse.
Secondo gli inquirenti, gli imputati avrebbero “turbato la gara recedendo, dopo un rilancio di appena 490 miliardi di lire, così cagionando la conclusione anticipata della gara e l”aggiudicazione delle licenze a prezzi assai inferiori a quelli che uno svolgimento regolare avrebbe consentito, con conseguente danno patrimoniale di rilevante gravità per lo Stato”.
A uscirne sconfitto, infatti, fu in primo luogo lo Stato che subì una perdita di svariati miliardi di lire rispetto al ricavo che era stato preventivato: la base d”asta ammontava a 4 mila miliardi per concorrente, ma si contava di ricavare molto più dei 20 mila miliardi minimi di partenza. Si parlava di una cifra compresa tra i 50 e gli 80 miliardi. Alla fine, l¿asta è stata chiusa a 23.250 miliardi e ogni tentativo, da parte del governo, di trattenere la penale di 2 miliardi è fallito.
Gli atti dell¿indagine – avviata nel luglio dello scorso anno, otto mesi dopo lo svolgimento dell¿asta – sono stati depositati a disposizione dei difensori degli indagati, che hanno 20 giorni a disposizione per depositare documenti e memorie. Il processo è stato fissato per il prossimo luglio.
Blu è stata acquistata lo scorso ottobre da Telecom Italia e gli asset sono stati divisi tra gli altri operatori (H3G, Wind e Vodafone).
Nessuno dei diretti interessati ha commento la notizia, soltanto il portavoce di British Telecom ha reso noto che il gruppo ¿Ritiene di aver agito in modo del tutto corretto nel corso dell”intera procedura¿saremo felici di poter essere utili in qualunque indagine¿.
A favore degli indagati resta il giudizio del Tar del Lazio che la scorsa estate aveva giudicato legittima la condotta del consorzio sulla vicenda Umts e, in seconda istanza, del Consiglio di Stato che aveva dato ragione a Blu dopo il ricorso presentato dall¿Avvocatura dello Stato. Anche l¿Antitrust aveva considerato corretto il comportamento di Blu, prima dopo e durante la gara Umts dell¿ottobre 2000.
Per la turbativa di asta il codice prevede fino a 2 anni di arresto e una multa fino a 1.000 euro.
La prossima assemblea dei soci di Blu è prevista per il prossimo 8 aprile.