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Lucent Technologies, azienda americana attiva nel settore della fibra ottica, pagherà 568 milioni di dollari per porre fine a una causa per violazione delle leggi di Borsa intentata da una cinquantina di suoi azionisti. Appena il mese scorso, Lucent era giunta a un accordo con la SEC (l¿Autorità di controllo di Wall Street) per chiudere un¿indagine – che si protraeva da circa due anni-su presunte irregolarità nella gestione contabile dell¿azienda. Il compromesso raggiunto con la Sec non è costato nulla al gigante delle tlc.
Non è stato così anche per questo nuovo accordo, visto che Lucent dovrà rifondere ai ricorrenti 315 milioni di dollari in contanti e titoli azionari. Gli azionisti contestavano la gestione contabile del biennio 1999-2000, periodo in cui l¿azienda avrebbe gonfiato irregolarmente i ricavi per presentare risultati in linea con le aspettative di Borsa. A questa cifra si aggiungono 5 milioni di dollari per le spese legali e 100 milioni di dollari per l¿emissione di opzioni che permetteranno agli azionisti di acquistare, per tre anni, nuovi titoli al prezzo di 2,75 dollari ad azione.
Liberata dalla pressione legata a queste cause legali, Lucent può quindi dedicarsi alla ristrutturazione: compito sicuramente non facile dal momento che l¿azienda ha registrato, nel 2002, perdite per 12 miliardi di dollari e ha dovuto licenziare i due terzi dei suoi dipendenti.
Lucent non è, comunque, l¿unica azienda tlc alle prese con grane giudiziarie: anche un altro colosso della fibra ottica americana, Corning, ha appena raggiunto un accordo per chiudere le imputazioni legate ai danni provocati dall¿amianto usato nei cavi. Corning dovrà, per questo motivo, inserire nel primo trimestre fiscale 200 milioni di dollari in oneri straordinari.
Si è appena conclusa , inoltre, la disputa tra la svedese Ericsson e l¿americana InterDigital. Il giudice ha costretto l¿azienda europea e la sua partner SonyEricsson a pagare a InterDigital royalty per 34 milioni di dollari fino al 2006. La sentenza avrà probabilmente poco impatto su Ericsson, ma probabilmente cambierà la vita di InterDigital che potrà richiedere il pagamento dei diritti per i propri brevetti anche a Nokia e Samsung.
Un altro contenzioso vede protagoniste Deutsche Telekom e Telekom Malaysia. L¿operatore europeo si oppone, infatti, all¿acquisizione della sua controllata Celcom da parte del gruppo telefonico malese, in quanto l¿offerta presentata è stata ritenuta troppo bassa. DT ha fatto quindi, richiesta di arbitrato all¿International Court of Arbitration di Parigi. Il colosso ha intenzione di ricorrere al proprio diritto di veto in base agli accordi presi con il precedente management di Celcom.
Risolta anche la battaglia tra Sprint e i suoi azionisti: questi ultimi avevano fatto causa alla compagnia, accusando il management di aver approfittato, grazie a un sistema di stock options, del tentativo di fusione con WorldCom ¿ poi bloccato dall¿antitrust – per arricchirsi a loro discapito. Sprint dovrà ora risarcire gli azionisti con 50 milioni di dollari e una sentenza dfinita ¿storica¿, una vittoria per tutti gli azionisti americani.