Europa
La settimana prossima la Commissione europea dovrebbe dare il proprio avallo all¿acquisto della Pay TV italiana TelePiù (Vivendi Universal) da parte del Gruppo di Rupert Murdoch, News Corp. E alla fusione tra Stream e TelePiù.
Naturalmente con il rispetto delle condizioni imposte al tycoon australiano.
Il valore complessivo dell¿operazione corrisponde all¿entreprise value della società, fissato in 920 milioni di euro.
In particolare la News Corp verserà 470 milioni di euro cash e si assumerà 450 milioni di debito.
Secondo delle fonti Ue, la Commissione ha seguito la logica di guardare a un ¿mercato aperto¿, assicurando il dovuto spazio a un eventuale concorrente sul mercato italiano della Tv a pagamento, dove per il momento ci sarebbe solo la nuova unità creata da Murdoch, Sky Italia.
TelePiù rientra negli asset non-core del Gruppo francese Vivendi, che nell¿ambito del proprio piano strategico per riportare la società di media in positivo, ha deciso di cedere. L¿operazione servirà a ridurre il pesante indebitamento di Vivendi.
Il gruppo ha già ceduto molti asset e conta di cederne altri per un valore di 7 miliardi di euro per la fine del 2003, con un obiettivo di disinvestimenti a fine 2004 per 16 miliardi di euro.
A fine dicembre Vivendi aveva 12,3 miliardi di euro di debiti netti.
A fine novembre, Bruxelles aveva lanciato un¿inchiesta approfondita su questa transazione. La cessione potrebbe infatti creare una situazione di ¿quasi monopolio in Italia¿, visto che la pay Tv Stream, detenuta al 50% dalla News Corp, e ¿TelePiù sono attualmente i soli fornitori di servizi di Tv a pagamento sul mercato¿, aveva considerato la Commissione Ue.
L¿operazione ¿¿solleva anche dei problemi di concorrenza per quel che riguarda l¿acquisizione dei diritti di diffusione di contenuti¿, quali le partite di calcio e la trasmissione di film di prima visione.
Altro problema è il ruolo che avrà Telecom Italia (TI) nella nuova piattaforma.
TI detiene il restante 50% di Stream e parteciperà a Sky Italia con una quota di circa il 19%.
Secondo fonti concordanti, l”Antitrust Ue (che non può imporre condizioni, ma solamente suggerire soluzioni che facilitino l”autorizzazione dell”operazione) aveva fatto capire che gli impegni assunti da News Corp relativamente a Telecom “non erano sufficienti”.
Bruxelles ha, però, fatto un passo indietro nei giorni scorsi, davanti le “eccezioni giuridiche sollevate dal Gruppo di telecomunicazioni italiano”, secondo quanto ha dichiarato una fonte. In ogni caso non muteranno le condizioni imposte a gennaio dall”Autorità europea all”operazione di fusione.
La nuova società, infatti, non potrà offrire contemporaneamente i servizi di Pay TV e l”accesso ad internet tramite banda larga. News Corp si è inoltre impegnata a non discriminare i concorrenti di Telecom nel caso in cui la futura piattaforma conceda in licenza uno o più canali ad operatori Internet.
Non dovrebbero esserci, quindi, più problemi all”avviamento di Sky Italia.