Italia
Il mercato degli accessori per telefoni cellulari è in continuo fermento e fa registrare un costante aumento di interesse da parte degli utilizzatori. In forte crescita, ad esempio, le vendite di auricolari: secondo uno studio aziendale, nel 2003 ne saranno venduti oltre 60 milioni. La stessa ricerca mette in luce come questo accessorio venga visto come un mezzo in grado di ridurre i rischi per la salute derivanti dall”utilizzo del telefonino. Con l¿avvento della telefonia mobile di terza generazione, in effetti, gli accessori sono destinati a rivestire un ruolo sempre più importante. Il cellulare, infatti, non servirà solo per parlare e ascoltare, ma per tanti altri scopi: navigare su internet, consultare la posta elettronica, vedere filmati e foto. Ecco allora apparire vere e proprie periferiche del telefonino, come le chat pen, le penne elettroniche che consentono di scrivere gli sms e le email con molta facilità, o i display Lcd aggiuntivi.
Al Cebit di Hannover, da poco terminato, in effetti si sono viste molte novità in questo campo. Soprattutto per quanto riguarda i dispositivi wireless Bluetooth. Anche se, a detta di un esperto del settore, questa tecnologia stenta a decollare nel nostro paese. ¿Al Cebit sono state presentate alcune novità, è vero ¿ afferma Edoardo Palumbo, direttore commerciale di Ac Unicell, società di proprietà della Nolitel Italia (Gruppo Necchi), da anni attiva nel settore degli accessori per telefonia cellulare – ma credo che sull¿accessorio non si possano fare grandi innovazioni. Il Bluetooth? Gli italiani sono tecnologici più per moda che per effettiva comprensione dell¿importanza delle innovazioni. Infatti sono dei pessimi utilizzatori, dal telefonino, di Internet, Wap e probabilmente anche dell¿Umts. Anche il Bluetooth, pertanto, mi sembra che non stia incontrando un grande favore. Attualmente, ci sono circa nove modelli di telefonini equipaggiati con questa tecnologia (quasi tutti Sony-Ericsson, ndr). Troppo pochi perché si sviluppi un mercato dell¿after market¿.
Quando sarà maturo il mercato per questa tecnologia?
¿Quando i modelli saranno almeno una ventina, questi accessori diventeranno un elemento importante del mercato. In questo momento puntiamo molto sui cordless Dect, con modelli di alta qualità e basso prezzo¿.
E in generale come va?
¿Bisogna dire che oggi i margini di guadagno si sono molto ridotti, sopravvivono poche aziende. Prima era diverso, non c¿erano gli accessori originali. Poi, nel 1996, le aziende costruttrici hanno deciso di distribuirli. Nel frattempo, in Italia sono nate circa 200 aziende after market.
Il problema del mercato, oggi, è la qualità. L¿accessorio troppo economico, infatti, non paga più. Dieci anni fa c¿erano ampi margini e le aziende di accessori pullulavano. Poi, alla fine del ¿98, c¿è stata una ristrutturazione di questo mercato, che è diventato di professionisti. Penso che la qualità sia fondamentale. Così come il prezzo: un accessorio deve costare il 30% in meno di un originale. Oggi le aziende che contano in questo settore in Italia sono una decina. Noi siamo la terza o la quarta. Per mantenere questa posizione dobbiamo effettuare un controllo costante della qualità, sia in Italia che in Oriente. Per competere sul mercato abbiamo rivisto tutti i nostri fornitori, lasciando solo quelli certificabili. I nostri rapporti sono principalmente con Hong Kong, dove ci rechiamo spesso e dove apriremo presto una sede¿.
Come nasce il mercato degli accessori per i cellulari?
¿Nasce negli anni novanta, con la comunicazione portatile. A metà degli anni novanta escono i primi portatili Nec e Motorola, dal costo altissimo e completi di tutti gli accessori. Pertanto, non esisteva ancora un mercato dell¿accessorio, e questo veniva trattato come i pezzi di ricambio. Mi ricordo che per acquistare una batteria dovevi andare al centro assistenza, attendere e pagare cifre salatissime. E¿ a questo punto che alcuni imprenditori iniziano a importare prodotti, soprattutto batterie, dall¿Oriente, dove hanno costi sensibilmente più bassi rispetto a quanto sono vendute in Italia. Nascono così Cellularline, Energy e anche Ac Unicell. Ma soprattutto nasce il mercato degli accessori per i cellulari., che incontra subito un grande favore presso i consumatori. Negli anni successivi assistiamo a una moltiplicazione del parco telefonini, con una crescita del mercato degli accessori. Il mercato dell¿after market vale tra i 180 e i 200 milioni in Italia. Ac Unicell ha una quota di circa il 7%¿.
A proposito di batterie, cosa può dirci riguardo la vicenda, di cui si sono occupati anche i media, della batteria esplosa in un telefonino?
¿Si è trattato di una batteria al litio, scoppiata in un Nokia 3310 a un cliente di Trieste. Siamo stati anche in tv, per la trasmissione ¿Mi Manda Rai Tre¿, proprio perché ritenevamo di non poter essere incolpati. E di questo si è convinto anche il conduttore Piero Marrazzo, che solitamente non è tenero con le aziende chiamate in causa. Il possessore del telefonino, invece, pretenderebbe un risarcimento per danni fisici e morali, mentre tutto quello che gli spetta è un risarcimento per danni materiali, cioè una batteria nuova. Anche perché non è stato possibile accertare se la batteria abbia subito un trattamento inadeguato (per esempio, sia stata posta molto vicina a fonti di calore) prima di scoppiare. Questa è una cosa da non fare mai, e noi lo scriviamo chiaramente su tutte le batterie. Ma, anche se così non fosse, cioè fosse stata utilizzata correttamente, si tratterebbe sempre di un caso su qualche decina di milioni di pezzi importati e venduti. Una percentuale davvero irrisoria per parlare di un difetto generalizzato, non trova?¿.