Italia
Sta per concludersi l”iter formale dei decreti attuativi approvati dal Consiglio dei Ministri il 21 febbraio scorso sul tema delle radiofrequenze e degli elettrodotti. I decreti fissano gli obiettivi di qualità, non indicati nella legge quadro 36 del 2001 su cui il precedente Governo non aveva fatto in tempo a legiferare. Mario Frullone, Presidente del Consorzio Elettra 2000, illustra in dettaglio questi provvedimenti.
Quali sono i punti qualificanti dei nuovi decreti, in particolare in materia di radiofrequenze?
“Gli obiettivi di qualità impongono delle restrizioni rispetto al situazione precedente. Mentre prima il limite imposto era di 6 volt metro in corrispondenza degli edifici in cui si soggiorna per più di quattro ore al giorno, ora il limite si estende anche alle aree aperte intensamente frequentate, ossia, ad esempio, parchi pubblici, centri commerciali, aeroporti, e simili. Quindi la restrizione risulta più forte. Queste indicazioni e limiti rappresentano un aspetto importante dei decreti, soprattutto se consideriamo l”aspetto politico e le controversie tra il governo ed alcune Regioni, che contestano le restrizioni in nome della loro autonomia decisionale. I decreti affidano proprio agli enti locali la decisione sulla definizione delle aree intensamente frequentate, il che significa che essi potranno governare il territorio secondo i criteri di tutela più adeguati alle condizioni locali”.
Lei cura anche lo sviluppo della rete di monitoraggio della Fondazione Bordoni. Come va visto, alla luce dei nuovi decreti, il rapporto tra restrizione e “liberalizzazione”?
I limiti di legge adottati in Italia sono i più bassi in Europa, e l”estensione delle limitazioni rappresenta una restrizione ulteriore. Nel contempo in Italia è stata attivata una rete di monitoraggio capillare che già oggi, che conta solo il dieci per cento delle centraline di misura previste a regime, è la più diffusa del mondo. La normativa è impostata in modo da contemperare le esigenze di tutti: da un lato infatti ha dato regole certe ai gestori per le procedure di installazione, dall”altro, a tutela dei cittadini, sono stati imposti limiti molto stretti ed è stato attivato un controllo capillare. Credo che avere la rete di controllo più estesa del mondo, unitamente ai limiti più severi, possa essere una buona garanzia di trasparenza e tutela per i cittadini. Non so cosa si potrebbe fare di più. Ogni volta che in Italia si adotta una nuova normativa si aprono dibattiti e insorgono le opposizioni.
Ci sono aspetti dei decreti che prestano il fianco a nuove contestazioni?
I limiti di esposizione per la telefonia cellulare sono rimasti gli stessi di prima e la differenza è solo nell”ampliamento dell”area su cui il divieto si esercita. Piuttosto, direi che con questi decreti si è ovviato a situazioni di scarsa chiarezza della normativa precedente: faccio un esempio, relativo alla definizione di edificio. Nel nuovo decreto, all”articolo 3 sono specificate meglio le pertinenze esterne, cui il limite dei 6 volt metro si applica, includendo terrazze e cortili ed escludendo i lastrici solari, cui il limite dei 6 volt metro si applica, mentre si dà una definizione di aree intensamente frequentate che discrimina con una certa esattezza quelle da tutelare di più, ossia le strutture o attrezzature permanentemente destinate a soddisfare bisogni sociali, sanitari e ricreativi. Inoltre, è stata perfezionata la procedura per la riduzione a conformità.
Quindi i cittadini possono sentirsi più tranquilli, oggi?
Credo che il rigore adottato sia nei limiti imposti che nella rete di controllo sia una buona garanzia per i cittadini.