Europa
Pare ormai prossimo a una soluzione il dossier Stream-TelePiù, al vaglio della Commissione europea.
Nei giorni scorsi era stata inviata dal commissario europeo alla Concorrenza Mario Monti, alla News Corporation, una “lettera di addebiti” in cui si illustravano i timori relativi alla presenza dell”operatore italiano di telecomunicazioni – Telecom Italia – nella futura piattaforma digitale.
Rupert Murdoch, a capo della società di media News Corp, ha infatti rilevato la Pay TV italiana TelePiù (Vivendi Universal) per poi fonderla con l”altro bouquet che il tycoon possiede in Italia, Stream.
L”obiettivo del magnate australiano è quello di fondere i due Gruppi per creare una sola unità, Sky Italia, che diverrebbe l”unica Tv a pagamento sul mercato italiano.
All”accordo partecipa anche Telecom con una quota di circa il 20%, ed è propria questa partecipazione che aveva sollevato i timori di Monti.
Secondo fonti concordanti, l”Antitrust Ue (che non può imporre condizioni, ma solamente suggerire soluzioni che facilitino l”autorizzazione dell”operazione) aveva fatto capire che gli impegni assunti da News Corp relativamente a Telecom “non erano sufficienti”.
Adesso, però, la notizia che Bruxelles ha fatto un passo indietro davanti le “eccezioni giuridiche sollevate dal Gruppo di telecomunicazioni italiano”, secondo quanto ha dichiarato una fonte.
In ogni caso non muteranno le condizioni imposte a gennaio dall”Autorità europea all”operazione di fusione.
La nuova società, infatti, non potrà offrire contemporaneamente i servizi di Pay TV e l”accesso ad internet tramite banda larga. News Corp si è inoltre impegnata a non discriminare i concorrenti di Telecom nel caso in cui la futura piattaforma conceda in licenza uno o più canali ad operatori Internet.
La News Corporation si era già impegnata a rispettare queste condizioni. Non dovrebbero esserci, quindi, più problemi all”avviamento di Sky Italia.
Positivo anche l”incontro fra i legali di Murdoch e i funzionari della Commissione europea su altri punti di questo contestato accordo.
Sembrano poche le novità, rispetto a quanto già trapelato nelle scorse settimane.
Deciso anche che le grandi major cinematografiche abbiano contratti di esclusiva sui diritti Tv firmati con la futura piattaforma fino a tre anni, rispetto al limite di un anno originariamente fissato.
Una concessione di Monti alle case di produzione statunitensi che si erano lamentate di essere discriminate rispetto ai club di calcio.
E” caduta invece l”esclusiva sui diritti relativi alle seconde visioni Tv. La futura Pay TV potrà trasmettere i programmi della cosiddetta “seconda finestra” in un canale dedicato.
Una fonte da Bruxelles ha spiegato che: “…Se non dovesse trasmetterli i diritti dovranno essere ceduti ad un altro operatore”.
Per quanto riguarda il calcio, resta immutato l”impegno di limitare i contratti di esclusiva per le partite di serie A e B a due anni (con diritto di recesso per i club dopo 12 mesi).
Anche sulla vendita degli “assets digitali terrestri”, la Commissione Ue e News Corp hanno trovato un”intesa.
Gli esperti di Monti avevano inizialmente chiesto che a comprare fosse un soggetto operante nel settore della televisione a pagamento. Una richiesta, hanno spiegato fonti industriali, fortemente contestata da News Corp.
Secondo una fonte informata, il compromesso prevedrebbe che “…l”acquirente dedichi almeno uno dei canali alla Pay TV”.
Altre fonti riferiscono invece che l”intesa stabilisce che “a parità di condizioni, Sky Tv dovrà privilegiare chi opera nel settore della Pay TV”.
Ciò significa, hanno aggiunto, che “…in assenza di un simile soggetto, le frequenze potranno essere vendute anche a chi opera in chiaro”.
Tutti gli impegni di News Corp sono stati presentati ufficialmente ieri alla Commissione. Ciò significa, concludono fonti concordanti, che “verosimilmente il via libera della Commissione europea potrà arrivare già il prossimo 2 aprile”.