Italia
“Una tappa positiva quella odierna che, con la bocciatura delle pregiudiziali di costituzionalità che erano state presentate dal centrosinistra, consente di superare un altro scoglio e di avviare la discussione di merito”. Così ha commentato il positivo esito della votazione di ieri il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri. “Questo Ddl può quindi proseguire il suo cammino. E” un testo aperto a ulteriori miglioramenti e modifiche – ha proseguito Gasparri – che possono riguardare ad esempio gli incroci proprietari tra editoria e tv, ma anche le procedure di nomina del vertice della Rai e altre questioni. Mi auguro che un confronto privo di pregiudizi possa portare a un testo con un”ampia condivisione. Anche il passaggio di oggi dimostra che si vuole fare serenamente una legge moderna. Contrariamente a quello che ha detto taluno in aula – ha spiegato ancora il ministro – il sistema integrato delle comunicazioni (come dimostreremo con una nota del sottosegretario Innocenzi), riprende alcuni aspetti della legge Mammì e della legge Maccanico, ma soprattutto si rifà ai modelli più avanzati che in Spagna o negli Stati Uniti la commissione federale per le comunicazioni sta studiando e sta predisponendo. Non c”è nessun interesse se non quello di rendere più pluralista e più moderno un sistema in cui soprattutto la televisione digitale terrestre aprirà una nuova fase. C”è ancora molto cammino da fare, con la convinzione che la maggioranza ha buoni argomenti per aprirsi al confronto.”
Sui tempi di approvazione della legge, Gasparri ha detto che “Non dobbiamo né accelerare, né rallentare; la legge ha un suo percorso e diventerà tale ancora tra diversi mesi. Oggi abbiamo superato una tappa, non abbiamo problemi né di fretta né di non decidere. Avremo la discussione a marzo alla Camera, poi andremo al Senato”.
Ed eccola la nota del sottosegretario alle Comunicazioni Giancarlo Innocenzi: “La costruzione di un sistema integrato delle comunicazioni ha visto la sua origine nel dibattito e nell”esito parlamentare della legge Mammì del 1990. Proprio quella legge, infatti, ha introdotto all”art. 15, comma 2 e 3, un limite massimo da applicare ad ogni soggetto del 20% delle risorse complessive nel settore delle comunicazioni di massa. Il limite è stato ripreso ed aggiornato – continua Innocenzi – dalla legge Maccanico del 1997 che, all”articolo 2 comma 8, stabiliva il limite del 20% del totale nazionale, in riferimento alle risorse derivanti da pubblicità, televendite e abbonamenti di quotidiani e periodici, editoria elettronica. Come si evince, dunque, l”introduzione del sistema integrato delle comunicazioni è una costante di tutto il dibattito sull”assetto del sistema radiotelevisivo che da quasi 15 anni ha attraversato tutte le legislature e le diverse maggioranza di governo. E se ciò non bastasse, si ricordi che tutte le legislazioni dei principali paesi a economia avanzata, in materia, hanno introdotto in questi ultimi anni regolamentazioni – conclude Innocenzi – fondate proprio sull”adozione di sistemi integrati della comunicazione, quali il Communications Bills in Gran Bretagna, la Federal Communications Commission negli Stati Uniti e analoghe misure sono state previste anche in Spagna e in Giappone.”
La nota del sottosegretario Innocenzi voleva essere anche una risposta alle accuse mosse dal diessino Antonio Soda al Ddl Gasparri. “E” uguale a una memoria di Publitalia scritta nell”88″, aveva esclamato Soda, per il quale il testo sarebbe frutto del lavoro di “apparati prezzolati del presidente del Consiglio”. L”esponente della Quercia ha puntato il dito contro “un conflitto di interessi che mai come ora si manifesta in modo così grave e radicale” Soda ha poi concluso: “Il tempo delle astuzie è finito. E” tempo di luce e di ripristino della legalità. La maggioranza si fermi e ci ripensi.”
Toni più pacati, ma sempre accusatori, da Antonio Maccanico (Margherita): “Non tiene conto del messaggio presidenziale e delle decisioni della Corte Costituzionale. Nessun paese al mondo – ha precisato Maccanico – ha mai adottato provvedimenti del genere”. Maccanico si è quindi augurato che il clima che si è creato alla Camera su questo provvedimento cambi e in fretta. “Il clima ora è totalmente diverso da quando il Parlamento approvò un”altra legge sull”emittenza, la 249. Oggi, invece, noto nella Cdl un atteggiamento di chiusura e una grande fretta di concludere. Mi auguro che la maggioranza cambi e prenda coscienza del fatto che è nell”interesse generale del Paese che finiscano anomalie come questa”.
””La maggioranza – ha detto Franco Giordano, capogruppo Prc – ha scambiato con questo testo la tutela del pluralismo con la tutela della concorrenza”.
Per Ugo Intini (Sdi), sembra che “…il potere mediatico sia sempre di più nelle mani di chi ha il potere politico”. Intini ha chiesto che si rispettino i limiti di concentrazione imposti dalla Corte Costituzionale e ha criticato duramente il “duopolio televisivo” che esiste nel nostro paese oltre che la qualità della sua programmazione, giudicandola “scadente e inesportabile oltre i nostri confini”.
La maggioranza ha lasciato la difesa del provvedimento ad Alessio Butti (An): “Si ispira al valore del pluralismo e recepisce il contenuto del messaggio del presidente della Repubblica su questo tema, oltre ad accogliere gli indirizzi che, con la sua costante giurisprudenza, la Corte costituzionale ha sin qui affermato. Abbiamo la sensazione – ha poi ironizzato Butti – che troppo spesso gli amici del centrosinistra confondano le proprie opinioni, lecite e legittime, forse con un po” di presunzione, con il dettato costituzionale.”