Italia
La Camera ha respinto ieri le pregiudiziali presentate dall”Ulivo al provvedimento Gasparri sul riassetto radiotelevisivo. Con 18 voti di scarto tra maggioranza e opposizione, il provvedimento può quindi proseguire spedito l”iter parlamentare. Superata la maggioranza richiesta, che era di 235 voti, su 468 deputati presenti in aula.
Da lunedì il Ddl Gasparri che ridisegna il sistema radiotelevisivo sbarca in Aula alla Camera. Il testo ha già superato il difficile scoglio rappresentato dalle pregiudiziali di costituzionalità – una regola che permette di bloccare i provvedimenti legislativi perché contrari alla Costituzione – presentate dall”Ulivo. La votazione si è tenuta a scrutinio segreto, come richiesto da Piero Ruzzante e da Antonio Boccia (Margherita) a nome dei Gruppi dell”Ulivo.
E puntuali sono scoppiate le polemiche, tra l”opposizione, per le assenze in aula. Quercia e Margherita si scambiano accuse reciproche. Tre giorni fa il gruppo Ds aveva deciso all”unanimità di pubblicare sull”Unità i nomi dei propri deputati assenti ingiustificati. I tabulati in possesso dell”ufficio stampa del gruppo Ds dimostrano che, se i deputati Ds erano pressoché compatti (92,5% di presenze anche se mancavano esponenti come Mauro Zani e Barbara Pollastrini), le altre componenti della coalizione hanno latitato. Le presenze nella Margherita erano al 72% (Rutelli, di ritorno da Bruxelles, non c”era, e assenti risultano ad esempio Rosy Bindi, De Mita, Sinisi), nello Sdi al 66% (non c”era Boselli), i Verdi al 57% (mancavano Lion e Bulgarelli), e il Pdci al 90% (assente però Armando Cossutta), Rifondazione comunista all”81%.
Per contro, dieci deputati della maggioranza hanno “disobbedito”, votando con l”opposizione le eccezioni di costituzionalità. “E” questo un ulteriore segnale – ha osservato Pietro Ruzzante (Ds) – dopo la crisi del CdA della Rai, della non condivisione da parte di settori della maggioranza dell”indirizzo e delle scelte operate dal Governo in un campo così rilevante per la libertà di informazione dei cittadini e per quella di espressione dell”insieme degli operatori del settore”.
Replica Antonio Leone, vicepresidente del gruppo di Forza Italia: “L”opposizione canta vittoria per il fatto che dieci deputati della maggioranza abbiano votato col centrosinistra” e “tenta strumentalmente di accreditare la tesi che quei voti indicano una frattura nella maggioranza”. Leone ha sottolineato le “numerose assenze” fra Ds e Margherita: “Saremmo autorizzati ad affermare che queste assenze sono la palese presa di distanza dalla linea dell”opposizione, e che queste pregiudiziali sono state respinte proprio per queste assenze. Con buona pace di Kafka.”
La legge Gasparri sul riassetto radiotelevisivo è “chiaramente innovativa rispetto alle norme in vigore e quindi i tempi d”esame in assemblea non possono essere contingentati”. E” quanto ha affermato in Aula il presidente Pier Ferdinando Casini. “Non appare nel suo complesso sottoponibile nella prima iscrizione – ha detto Casini – a contingentamento dei tempi per una fase successiva alla discussione generale”.
Casini ha anche ammesso che per la legge Gasparri è ammesso il voto segreto. Casini ha spiegato che “Dall”esame del provvedimento emerge con evidenza che sia il contenuto prevalente, sia la finalità complessiva del progetto di legge consistono nella predisposizione di una disciplina organica delle trasmissioni radiotelevisive a garanzia dei diritti e dei principi affermati dall”articolo 21 della Costituzione. Esso infatti riguarda i diritti di libertà, pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità dell”informazione, nonché profili strumentali delle regole e dei limiti a tutela della concorrenza e dell”assegnazione e dell”uso delle frequenze. Rispetto a tale finalità appaiono chiaramente strumentali anche quelle disposizioni per le quali, isolatamente considerate, non è da ritenersi ammissibile lo scrutinio segreto””.