Italia
Con una lettera ai presidenti di Camera e Senato, Paolo Mieli ha sciolto, nella tarda serata di ieri, la sua riserva sull”accettazione dell”incarico alla presidenza del Consiglio d”Amministrazione Rai.
Paolo Mieli ha parlato di “…Difficoltà di ordine tecnico e politico” che gli hanno impedito di accogliere l”offerta avanzata da Pier Ferdinando Casini e Marcello Pera.
Mieli ha aggiunto “…Vi scrivo innanzitutto per ringraziarvi per il prestigioso incarico alla Rai al quale mi vedo costretto a rinunciare. Ma tengo anche a dirvi grazie per l”impegno con il quale in questi sei giorni mi avete accompagnato, con la discrezione che si addice al vostro ruolo, nello sforzo teso a superare le difficoltà di ordine tecnico e politico che mi hanno impedito di accogliere la vostra offerta”.
“Colgo l”occasione – scrive ancora Mieli – per chiedervi di estendere il mio ringraziamento alle quattro persone che avete designato con me a far parte del Cda della Rai e che in questi giorni si sono comportate in modo davvero esemplare”.
Con poche righe, Mieli porta a termine quella che era la soluzione raggiunta, dopo giorni di accordi e mediazioni, tra maggioranza e opposizione.
L”intesa sembra che si sia infranta sulle condizioni imposte da Mieli prima di accettare la sua nomina; il reintegro di Enzo Biagi e Michele Santoro nell”organico Rai, libertà completa nella scelta del nuovo direttore generale e ancora la questione dei compensi.
Mieli, infatti, aveva chiesto un adeguamento del compenso ai livelli di mercato, la richiesta ammonterebbe come costo aziendale a circa 1 milione di euro.
L”adeguamento dei compensi è di competenza del Ministro del Tesoro Giulio Tremonti.
Mieli avrebbe rifiutato anche di rimanere come semplice consigliere nel Cda Rai.
Bisogna adesso vedere cosa decideranno il presidenti di Camera e Senato, a cui spetta per legge la nomina del Consiglio dell”emittente pubblica.
Il neo eletto consigliere Marcello Veneziani starebbe tentando di coinvolgere gli altri tre ( Francesco Alberoni, Angelo Petroni e Giorgio Rumi) a convincere Mieli a rivedere la sua decisone.
Ma secondo alcuni rumor anche Rumi sarebbe intenzionato a rinunciare al suo incarico.
Intanto tra ieri e oggi è stato un susseguirsi di commenti. Il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha dichiarato che “…Mieli è una persona di valore, ma non è detto che il modello indicato per il Cda non si possa realizzare lo stesso con altre persone”.
Aggiungendo subito però di non avere competenze per quel che riguarda i vertici di viale Mazzini.
“…Posso solo fare appelli di stima (…) Sono i presidenti delle Camere che hanno competenza, se si può riproporre quel modello scelto per Mieli. Dipende solo da loro. Ma ho letto le interviste rilasciate da Mieli stesso dopo la rinuncia, sono serene. Si è rammaricato, ma ha detto che un certo equilibrio si può realizzare con altre persone. Ha elogiato quel modello, di garanzia, che è stato indicato. Chi potrà realizzarlo si vedrà”.
Anche il vice premier Gianfranco Fini si è detto dispiaciuto per il rifiuto di Mieli, “…Esprimo rammarico – ha dichiarato – ma prima di esprimere un giudizio desidererei conoscere le ragioni per le quali Mieli ha rinunciato”.
Ieri la notizia delle dimissioni di Mieli ha arroventato l”aula della Camera. L”annuncio dato in aula da Luciano Violante delle dimissioni è stato accolto con un applauso polemico di una parte dei deputati della maggioranza.
Violante e il capogruppo della Margherita Pierluigi Castagnetti hanno chiesto che della vicenda si occupi la conferenza dei capigruppo.
La maggioranza ha, però, respinto l”ipotesi che dell”argomento si possano occupare i capigruppo.
“…Servirebbe solo a far rientrare i partiti in una decisione che è di esclusiva competenza dei presidenti dei due rami del Parlamento”, ha tagliato corto il capogruppo azzurro Elio Vito.
E non è mancato uno scambio di accuse: Violante ha parlato di “singolare sintonia” tra l”atteggiamento delle Lega e le scritte antisemite contro Mieli apparse a Milano. Parole per le quali il capogruppo della Lega pretende una sanzione.
Immediato è stato anche il commento del presidente della Margherita Francesco Rutelli.
“…E” un fatto gravissimo. Se la destra non è in condizioni di acconsentire alla decisione dei presidenti delle Camere di scegliere una personalità indipendente, con quattro membri del Cda del centro-destra, vuole dire che le cose in Italia vanno male e che il conflitto di interessi sta travolgendo la Repubblica”.
Rutelli ha aggiunto che né lui né Piero Fassino faranno nuovi nomi.
Già circolerebbero indiscrezioni sui possibili sostituti del nuovo Cda. Si parla in primis del presidente dell”Enel, Piero Gnudi, ma anche del presidente di Fintecna, Maurizio Prato e dell”ad della società Stretto Messina, Pietro Ciucci.
Intanto il presidente della Camera Casini ha avuto a Montecitorio un incontro con il presidente del Senato Marcello Pera, in merito alla questione Rai.
Ai giornalisti che lo aspettavano all”uscita, Casini avrebbe risposto alla domanda se è possibile che il nuovo presidente Rai sia una donna: “…Chi lo sa (…). Comunque – ha aggiunto infilandosi in macchina – non dite che non ho attenzione per il genere”.