Italia
Vediamo in dettaglio l”andamento del mercato ICT in Italia nel 2002, secondo i dati presentati in anteprima dall¿Assinform. Le telecomunicazioni (apparati, terminali e servizi per reti fisse e mobili) hanno fatto generare in complesso un volume d”affari di 40.170 milioni di Euro. Rispetto al 2001, quando le vendite si erano attestate a quota 40.025 milioni (+8,5%), la crescita è stata trascurabile, pari allo 0,4 %. “Oramai non si può più parlare di effetto statistico conseguente al confronto con anni di boom – ha commentato Giancarlo Capitani – Il mercato non cresce più per cause strutturali. Basti pensare all”esaurirsi della prima ondata di investimenti infrastrutturali per le reti a banda larga. E, ancora, e soprattutto, all”affievolirsi della spinta delle telecomunicazioni mobili, per effetto dei ritardi nell”introduzione di significative novità e dei limiti orami evidenti alla crescita del numero di utenti.¿
In calo la domanda di apparati e terminali: nel corso del 2002 è risultata pari a 9.805 milioni di Euro (-11,6% rispetto all”anno prima, quando era cresciuta del 6,3%), mentre quella di servizi (voce, dati e a valore aggiunto su rete fissa e mobile) si è attestata a quota 30.365 milioni (+ 4,9% rispetto al 2001, anno in cui la crescita era stata del 9,3%).
La tenuta dei servizi di tlc è dovuta soprattutto a quelli su rete mobile e a Internet. I primi sono risultati pari a 14.240 milioni di Euro (+9% sull”anno prima), mentre quelli su rete fissa (servizi a valore aggiunto inclusi) a 16.125 milioni (+1,6%). Nell”ambito dei servizi su rete fissa, da notare il contrasto fra l”andamento dei servizi voce – pari a 10.515 milioni e in calo del 2,3% – e quello degli altri servizi su rete fissa, risultati pari a 5.610 milioni di Euro, in crescita del 10%. Risulta significativo, quindi, il peso che va assumendo sulla rete fissa il traffico generato da Internet, oramai vicino ai 3.000 milioni di euro e in crescita del 30% sull”anno precedente, pari al 18,5% del totale su rete fissa.
Confermato il calo tendenziale dei tassi di crescita della telefonia mobile. La spesa media annua per utente torna a crescere dopo anni di contrazione – 356 Euro pro capite (+ 4,4%), di cui 39 euro per i servizi non voce (+ 25,8% inclusi gli Sms) – ma le performance sono oramai quelle di un mercato maturo. La telefonia mobile non può più contare sull”incremento del numero degli utenti. Il numero delle linee attive (in abbonamento ma soprattutto a scheda prepagata) ha raggiunto i 54,2 milioni (contro i 51 del 2001, i 42 del 2000 e i 30,3 del 1999). Appare perciò evidente che il balzo degli anni scorsi potrà essere ripetuto solo con l”introduzione di grandi novità, come l¿Umts.
L”importanza della telefonia mobile è comunque crescente. L”intero mercato ad essa riconducibile (apparati, servizi, terminali), ha raggiunto nel 2002 i 19.772 milioni (+ 4,5%), con una progressione che l¿ha portata ai livelli della telefonia fissa, pari nel 2002 a 20.448 milioni (-3,4%).
Il 2002 è stato un anno difficile per il mercato italiano dell”informatica, che nel 2001 risultava in crescita dell”8% e nel 2000 del 12,6% e ora fa registrare una contrazione di ¿2,4%. Quella riscontrata è una situazione simile a quella degli alti paesi europei, ma non per questo meno preoccupante.
A frenare non sono solo le famiglie ma anche le piccole imprese. Nel corso del 2002, infatti, la domanda delle prime è risultata pari a 820 milioni (-9,5% sul 2001 e inferiore anche al dato del 2000). La piccola impresa ha investito in informatica 3.805 milioni (-5,2% sul 2001), la media 4.650 milioni (-1,3%) e la grande 10.761 ( 0,8%). ¿Tutto questo dà conto di due realtà oramai tangibili – ha commentato Capitani – La prima è che nell”impresa l”informatica non fa più eccezione rispetto ad altre tipologie d”investimento. La seconda, forse più preoccupante, è che si va perdendo di vista la valenza innovativa dell”informatica, facendola rientrare nell”ambito dei progetti a ritorno immediato. Le stesse grandi imprese hanno continuato ad investire in soluzioni di Internet/Intranet in modo conservativo, sostenendo progetti già avviati, anche nel caso dell”integrazione con clienti e fornitori.¿
L”andamento dei comparti in cui convenzionalmente si suddivide il mercato dell”informatica (hardware, assistenza tecnica e servizi) è comunque diverso. Nel 2002, le vendite di hardware sono state pari a 5.375 milioni di Euro in calo del 13,5% (contro una crescita del 2,6% nel 2001), quelle dei servizi di assistenza tecnica, sono state pari a 975 milioni, ancora in calo (-4,2%), mentre quelle di software e servizi, pari a 13.686 milioni, sono cresciute del 3,3%, ma contro l¿11,8% dell”anno precedente, e comunque non abbastanza da compensare il calo degli altri comparti.
Alla contrazione del mercato dell”hardware hanno contribuito tutti i segmenti. Nel primo semestre 2002 e rispetto allo stesso semestre dell”anno prima, le vendite in valore sono calate del 27,5% per i server, del 56,6% per le workstation, del 9% per lo storage, del 18,5% per le stampanti e del 10% per i personal computer. Alla deludente performance dei PC – che non ha precedenti – ha contribuito non solo il calo delle vendite in unità (2.823.000 pezzi nel 2002, contro i 2.946.500 del 2001), ma anche il calo dei prezzi medi d”acquisto. Cosa che tuttavia non ha incoraggiato le famiglie, che con 750.000 pezzi hanno acquistato l”11% in meno di PC rispetto all”anno prima. La quota di PC acquistata dalle famiglie è dunque scesa ancora: 26,4% contro 28,4% del 2001 e 32,8% del 2000. Solo i portatili risultano in netta crescita, con 818.000 pezzi venduti nel 2002 (+12,6% sul 2001), mentre la componente PC server, e cioè dei sistemi destinati alle applicazioni distribuite e in rete calano a 108.000 unità (-20%), a conferma della frenata dei nuovi progetti di informatica. La consistenza del parco di PC installati Italia fa registrare un dato importante: oltre 13 milioni di unità.
Nel 2002, alla dinamica del comparto del software e dei servizi di informatica hanno contribuito, in modo quasi eguale, entrambe le componenti. I servizi hanno fatto registrare un volume d”affari pari a 9.764 milioni, in crescita del 3,4% sull”anno prima, mentre il comparto del software, con un giro d”affari di 3.922 milioni, è cresciuto del 3%. In entrambi i casi i tassi di crescita sono dunque calati di molto: nel 2001 risultavano rispettivamente pari al +12,4 e al +10,3%. Infine, va rilevato che la domanda di servizi è stata trainata soprattutto dai servizi di oursourcing (+ 7,5%), systems integration (+ 6%) e consulenza (+ 4%). Si conferma perciò una domanda IT orientata alla razionalizzazione dei sistemi informativi, alla sicurezza e disponibilità delle applicazioni e a una migliore gestione del patrimonio informativo aziendale (CRM, business intelligence).