Italia
Internet ed etica. Su questo tema di scottante attualità si è tenuto un convegno, organizzato dall¿Isimm (Istituto per lo studio dell”innovazione nei media per la multimedialità) e dall”Ucsi (Unione cattolica stampa italiana). Alla prima parte del convegno hanno preso parte – oltre ai presidenti di Isimm, Enrico Manca e di Ucsi, Emilio Rossi – John Patrick Foley, del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali; Stefano Rodotà, Garante per la protezione dei dati personali; Maurizio Gasparri, ministro delle Comunicazioni.
Sono quindi seguite due tavole rotonde che hanno visto la partecipazione di personalità di spicco del mondo accademico e giornalistico.
Il ministro Gasparri sì è detto favorevole all”introduzione di maggiori controlli su Internet, ma contrario alla demonizzazione di un mezzo ¿che resta una grande occasione di democrazia e di uguaglianza. Stiamo lavorando a un codice di autoregolamentazione per Internet ¿ ha proseguito il ministro. ¿La Rete è un mezzo importantissimo di conoscenza e di contatto, che non va contrastato. Ma anche le famiglie, nella loro attività educativa, devono avvicinarsi consapevolmente all”uso di questo mezzo, senza parcheggiare i bambini davanti al computer¿. Gasparri ha ricordato gli sforzi per potenziare la polizia postale delle Comunicazioni ¿che sta diventando un reparto sempre più ad alta specializzazione per contrastare il crimine su Internet¿ Il ministro ha richiamato anche la necessità di ¿rilanciare tentativi di autodisciplina come Netichette, sorta di galateo della rete che stabilisce alcune regole fondamentali¿.
Quanto ai minori, secondo Gasparri ¿è importante divulgare tecniche di navigazione differenziata, per consentire ai minori di usare password che non permettano di accedere a tutti gli spazi della rete¿. E ha citato il codice al quale il ministero sta lavorando insieme con la polizia postale, le associazioni di volontariato e la collaborazione di alcuni provider.
Il garante per la privacy, Stefano Rodotà, ha messo in guardia su alcuni rischi specifici della Rete:”La commercializzazione su Internet dei kit per i test genetici – ha affermato – è diventata ormai un gigantesco affare¿, che può avere ¿effetti distruttivi¿ e dimostra la ¿tendenza sempre più diffusa a far diventare la salute una pura merce in vendita su Internet senza nessuna garanzia¿.
Riprendendo le considerazioni fatte qualche giorno fa dal Gruppo europeo per l”etica nella scienza e le nuove tecnologie, Rodotà ha sottolineato come ¿la pubblicità aggressiva sui test di paternità è ormai una pratica corrente anche in Europa, con effetti sociali distruttivi. Ci sono padri che, all”insaputa delle mogli o compagne, prelevano il Dna dei figli per accertarne la paternità arrivando a conclusioni variamente inquietanti¿. Rodotà ha sottolineato come la diffusione dei kit per i test genetici sia solo un aspetto di un fenomeno ¿che coinvolge anche la vendita dei farmaci e le diagnosi via Internet¿.
Cosa si può fare per arginare questi fenomeni? ¿Il problema – ha risposto il Garante – è di chi pone le regole: quelle dettate da chi opera su Internet sono fissate con procedure oscure, incontrollabili, da soggetti non legittimati se non dal potere economico¿. Autoregolamentazione sì, ha detto ancora Rodotà, ¿ma all”interno di un sistema di principi con evidenza e sanzione normativa in caso di violazioni¿. E ha richiamato la necessità di ¿una convenzione internazionale su questa materia¿. Il problema più ampio, per il Garante, resta la ¿sempre più forte tendenza di Internet a diventare, data la sua importanza per il mercato globale, un gigantesco supermercato mondiale, in cui tutto si riduce a un ¿guarda e compra¿…¿. Per Rodotà bisognerebbe piuttosto ¿tornare a Internet come risorsa globale e quindi garantire equità e giustizia nell”accesso alle risorse¿.
Il presidente dell¿Isimm, Enrico Manca, ha affermato che ¿Internet appare oggi come un monumento alla conoscenza e alla comunicazione costruito da milioni di persone negli ultimi trent¿anni. Rappresenta la più colossale opera dell¿uomo nel XX secolo.¿ Per dare ordine alla complessa tematica di un¿etica della Rete, Manca suggerisce di utilizzare l¿articolazione scelta nel 1997 dall¿Unesco nel seminario ¿InfoEtica¿: diritto all¿accesso all¿informazione, diritto alla scelta dell¿informazione, diritto all¿autenticità dell¿informazione, diritto alla riservatezza e alla sicurezza, protezione della proprietà intellettuale, protezione da ogni comunicazione aggressiva. Manca ha fatto poi riferimento alla proposta di ¿un corpo di leggi penali universali, che coinvolgerebbe anche i reati, riconosciuti come tali, commessi con l¿utilizzo della Rete¿. Per applicare queste leggi, secondo il presidente dell¿Isimm occorre risolvere almeno due problemi: individuare le categorie responsabili dei contenuti della comunicazione e della sua accessibilità in Rete; rendere effettivamente efficace l¿autoregolamentazione in termini di procedure, organi responsabili, controlli e sanzioni. ¿Tutto ciò che sfugge alla sfera del penale ¿ ha sottolineato Manca ¿ deve essere, almeno in un¿ottica laica, consentito, purché sia ugualmente consentito ogni giudizio critico e l¿espressione di ogni opposta opinione¿. Manca ha quindi concluso affermando: ¿Non dobbiamo necessariamente pensare che per la Chiesa ci sia sempre qualcosa di proibito in più. Può infatti accadere che la comunicazione della Chiesa sia considerata da molti pericolosa: sarebbe difficile negarle legittimità ma sarebbe ancor più grave negare legittimità a una contro-campagna¿.