Mondo
Dai i primi risultati ottenuti per questo inizio 2003, sembra segnarsi una piccola ripresa per la raccolta pubblicitaria dei periodici americani.
Dopo due anni caratterizzati da un trend decrescente, sembra che le prime stime segnino un recupero del settore.
Nel mese di gennaio si è registrato, infatti, un aumento dei ricavi pari a 9,5% e una crescita delle pagine pubblicitarie del 4,8%.
Ma a preoccupare maggiormente gli editori sarebbe il possibile conflitto con l¿Iraq. La decisone del presidente Usa, George W. Bush, di fare la guerra al regime di Saddam Hussein, potrebbe creare dei notevoli problemi anche alle entrate pubblicitarie.
L¿ipotesi di un conflitto farebbe ridurre gli investimenti dei pubblicitari, poco interessati a reclamizzare prodotti a margine di pagine e immagini di guerra.
Il rischio è abbastanza sentito, tant¿è che già da adesso diversi periodici stanno adottando progetti diretti a garantirsi le preziose pubblicità.
Secondo una ricerca condotta da USA Today, il settimanale Us News & World Report, avrebbe già deciso di risolvere la questione, dividendo la rivista in due parti.
Una dedicata interamente al possibile conflitto iracheno e la seconda che, invece, accoglierebbe tutt¿altro tipo di notizie, adatte ad ospitare le inserzioni dei pubblicitari.
Il Newsweek – il secondo periodico degli Stati Uniti con 3,2 milioni di copie vendute settimanalmente ¿ creerà, invece, sezioni chiuse in cui gli investitori potranno posizionare i propri marchi, oltre a edizioni speciali monografiche prive di pubblicità commerciali e aperte alle raccolte di denaro in favore delle istituzioni a scopo benefico.
Il Time, il giornale più letto dagli americani con 4,1 milioni di copie vendute, non modificherà la disposizione delle proprie pagine, per favorire i pubblicitari.
La rivista, visto gli eccellenti dati delle sue vendite, potrà permettersi anche in caso di guerra di privilegiare il proprio stile e la propria tradizione.