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Per la fine dell¿anno Napster potrebbe tornare on line. A riferirlo è Roxio, il Gruppo che, nel dicembre scorso, ha rilevato alcuni asset della società in fallimento.
Roxio è un editore californiano di software per masterizzatori di CD-Rom.
Il rilancio del sito, diventato famoso per il suo sistema di scambio gratuito di file musicali, tarderà di qualche mese, proprio per evitare di incorrere negli errori del passato.
Kathryn Kelly, portavoce di Roxio ha, infatti, spiegato ¿¿Non lanceremo il sito fino a quando non potremo assicurare il rispetto delle normative in materia¿.
Roxio ha già avviato delle discussioni per ottenere licenze dalle cinque più grandi case discografiche al mondo, cioè Warner Music (AOL Time Warner), BMG (Bertelsmann), EMI, Sony e Universal Music (VU).
Come Vitaminic, Presspaly o Musicnet, Napster tenterà di mettere in Rete un servizio di download per abbonamento mensile o una-tantum.
L¿ex casa-madre di Napster, Bertelsmann, aveva già tentato di avviare questo tipo di servizio.
Per riuscire nella realizzazione del progetto, Roxio ha ingaggiato nuovamente Shawn Fanning.
Si tratta dell¿ex studente che nel 1999 ha creato il sito di file-sharing di Mp3 musicali.
Una volta messo in Rete Napster aveva raggiunto un successo mai immaginato, arrivando addirittura a toccare i 70 milioni di utenti.
La gratuità dell”accesso alla piattaforma di scambio di file online aveva provocato l”ira dell”industria musicale, che aveva portato Napster in tribunale, ottenendone la condanna per violazione dei diritti d”autore, la chiusura e il deposito dei bilanci.
Bertelsmann aveva, invece, investito nella società, nel tentativo di farne un servizio a pagamento, nel rispetto delle disposizioni legali.
Il Gruppo tedesco di media aveva difeso fino alla fine il fondatore. Per due anni, Shawn Fanning ha lavorato alla rinascita di Napster. Ma nonostante gli investimenti di Bertelsmann (si parla di circa 100 milioni di euro, ndr) il progetto non ha avuto buon fine.
Infine, dopo le dimissioni di Thomas Middelhoff, ex presidente del Gruppo tedesco, molto criticato proprio per la sua strategia Internet, Bertelsmann non ha più investito nel sito, decidendo la liquidazione nel settembre scorso.
Nello smembramento della società, Roxio ha acquisito la tecnologia, l¿indirizzo e il marchio per poco più di 5 milioni di dollari.