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Sette mesi dopo i cambi al vertice di Vivendi Universal (VU) e l”allontanamento nel mese di luglio dell”ex presidente Jean-Marie Messier, l”avvenire della major rimane ancora incerto e la strategia dei nuovi dirigenti resta indefinita.
La scorsa settimana la società ha presentato un fatturato per il 2002 in rialzo del 6% a 60,989 miliardi di euro, ma non ha fornito alcun commento per il bilancio 2003.
A fine settembre, il nuovo presidente Jean René Fourtou comunicava al Consiglio d”Amministrazione di voler incentrare la major “sull”attività produzione ed entertainment” (cinema e televisione), attiva tra l”Europa e l”America del Nord.
Ancora, però, non aveva deciso sulle partecipazioni di VU nell”operatore telecom Cegetel e nel Gruppo di servizi Vivendi Environnement (VE).
Da allora, VU, malgrado il pesante indebitamento, ha trovato i mezzi economici per montare al 70% del capitale Cegetel e vendere la metà della sua partecipazione in VE (circa il 20%), in attesa di cedere la restante quota entro il 2004.
Quello che rimane chiaro tuttavia è l”avanzamento del vasto programma di cessione degli asset, avviato dalla società nel mese di agosto. L”obiettivo rimane, quindi, quello di ridurre il debito colossale (35 miliardi di euro al 30 giugno 2002, di cui 19 miliardi per i soli media e comunicazione) ereditato dall”insaziabile fame di acquisizioni di Messier.
Julien Batteau, analista della società di Borsa Richelieu Finance, ha commentato che al momento non si vede alcuna strategia da Vivendi, ma “…solo un obiettivo: ridurre i debiti”.
VU tenterà di raccogliere almeno 16 miliardi di euro da qui alla fine del 2004 grazie alla vendita di attività non-core, portando i debiti al disotto di 8 miliardi di euro.
In qualche mese, il Gruppo ha già messo insieme circa 7 miliardi di euro cedendo diversi asset, in particolare nell”editoria (Nathan, Bordas, Larousse, Le Robert, Houghton Mifflin), nella stampa (L”Express, L”Etudiant) e nella televisione (EchoStar).
VU ha anche deciso di vendere presto all”asta la sua collezione di opere d”arte stimate in 15 milioni di dollari.
Oltre che nelle telecom, il Gruppo resta oggi presente nel cinema (Universel Pictures, Universel Studios, StudioCanal), nella televisione (Universel Television, CanalPlus, CanalSatellite), nella musica (Universel Music), nei parchi divertimento e nei video giochi (Vivendi Universel Games, VUG).
Riguardo a CanalPlus, Fourtou ha affermato la settimana scorsa che “non si vende”. Il presidente ha anche annunciato la rinuncia al progetto di introduzione in Borsa della Pay TV francese.
Intanto, alcuni mesi addietro, il Gruppo ha avuto un”offerta da 20 miliardi di dollari da parte del miliardario americano Marvin Davis, per gli asset di Vivendi Entertainment (VUE). Mentre il produttore americano di software Microsoft ha smentito l”interesse per l”acquisizione della divisione Vivendi Universel Games.